newsletter diario prevenzione
30 ottobre 2012 – vol.n°57
notizie, documenti e link sui temi del governo dell’ambiente, della salute
e della sicurezza nel lavoro
e sulla responsabilità sociale d’impresa
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LE INIZIATIVE DEL MESE DI NOVEMBRE
Nel mese di novembre, nonostante la crisi, si celebreranno diversi convegni importanti in materia di salute e sicurezza : nei giorni si svolgerà a Bologna il Convegno nazionale SNOP sul tema “I Servizi di Prevenzione: quale futuro ?” Su questa importante iniziativa abbiamo intervistato il Dott.Giorgio D Leone, Presidente della SNOP, una intervista audio che potete ascoltare da questo sito. (1)
A Roma il giorno 21 si celebrerà il Convegno “Un treno carico di stress” promosso da un coordinamento di Rls de macchinisti e dei capitreno, nel Corso del Convegno saranno illustrati i risultati di una importante ricerca svolta con la partecipazione attiva di centinaia di macchinisti e di ferrovieri.
Una ricerca complessa e impegnativa dalla progettazione alla elaborazione dei dati che ha richiesto un impegno molto forte del Gruppo di Ricerca composto da una pluralità di soggetti istituzionali, dal Dipartimento di Prevenzione della Asl di Firenze e dalla Cattedra di Psicofisiologia della Facoltà di Psicologia dell’Università con il concorso di competenze multidisciplinari.
La peculiarità di questa ricerca è rappresentata dal lavoro di autoriflessione svolto dai macchinisti e dai capitreno tramite una griglia di analisi compilata ogni ora durante il lavoro sul proprio vissuto psicologico in relazione al lavoro svolto. I materiali risultati dalla ricerca sono interessanti e utili per progettare una organizzazione del lavoro più sicura e meno stressante per i macchinisti e i capitreno. La stessa metodologia sperimentata in questa ricerca partecipata potrà essere utilizzata in altri settori di lavoro. Diario Prevenzione pubblicherà ulteriori approfondimenti su questa iniziativa (2)
Nei giorni 22 e 24 novembre a Venezia si celebrerà la Conferenza nazionale sull’amianto promossa dal Ministero della Salute in collaborazione con i Ministeri del Lavoro e dell’Ambiente, un appuntamento molto importante per fare il punto sullo stato dell’arte della tragica questione amianto e per riprendere il governo di questo tema. La Conferenza fortemente voluta dalle Associazioni di rappresentanza degli esposti affronterà in tre sessioni parallele i temi della ricerca diagnostica e della cura, della epidemiologia e delle tecniche più adeguate per la rimozione e lo smaltimento in sicurezza dei materiali contenenti amianto. Lo sforzo delle Associazioni e delle OO.SS è quello di evitare di disperdere questa occasione e di uscire dalla Conferenza con impegni da parte dello stato per una gestione più efficace di questa tematica.
Un mese intenso di iniziative che vengono portate a compimento nonostante la grave crisi economica, sociale e politica. Queste iniziative, pure molto diverse tra loro testimoniano che vi è ancora un’attenzione ed una tensione alta per i problemi di salute e sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro. Occorre lavorare perchè queste sensibilità ed attenzioni non si depotenzino e affinchè la questione della salute e della sicurezza divenga il riferimento e il paradigma con il quale costruire la qualità e la solidità della ripresa economica. editor
(1) INTERVISTA AL DOTT. GIORGIO DI LEONE PRESIDENTE DELLA SNOP SUL TEMA : “I SERVIZI DI PREVENZIONE: QUALE FUTURO”
http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3551&Itemid=2
(2) UN TRENO CARICO DI STRESS
http://www.inmarcia.it/component/content/article/28-ultimora/221-un-treno-carico-di-stress
(3) II Conferenza Governativa sulle Patologie Asbesto-correlate
http://www.salute.gov.it/salaStampa/dettaglioEvento.jsp?id=150
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NOTIZIE AMBIENTE SALUTE
SICUREZZA LAVORO
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30/10/12 -DDL semplificazioni: la CIIP difende la sicurezza
Presentate a Roma le proposte integrative e migliorative della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione al Decreto del Governo sulle semplificazioni. Di Rocco Vitale.
segue su fonte puntosicuro.it
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30/10/12 – ILVA, GIOVANE OPERAIO MUORE SCHIACCIATO
Un giovane operaio dell’Ilva, Claudio Marsella di 29 anni, locomotorista, è morto mentre era al lavoro nello stabilimento di Taranto. Il giovane è rimasto schiacciato durante le operazioni di aggancio della motrice ai vagoni, riportando lesioni al torace e la frattura del femore. A soccorrere il 29enne sono stati alcuni colleghi. Le sue condizioni erano già molto gravi all’arrivo dell’ambulanza del 118, che ha trasportato l’operaio in ospedale. Marsella è deceduto poco dopo il ricovero. Sciopero immediato in azienda – Uno sciopero immediato è stato proclamato dopo che si è diffusa la notizia della morte del giovane operaio. Le segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm, con le Rappresentanze sindacali unitarie di stabilimento, hanno proclamato uno sciopero immediato. “Fim, Fiom e Uilm – è detto in una nota congiunta – chiedono a tutti gli enti preposti di fare chiarezza sull’ ennesimo infortunio mortale che ha coinvolto un altro giovane lavoratore”. Le organizzazioni sindacali esprimono inoltre “la propria vicinanza ai famigliari del lavoratore scomparso”.
Sciopero di 2 ore anche mercoledì in tutti gli stabilimenti del gruppo Ilva “Vogliamo con ciò essere vicini nel dolore alla famiglia di Claudio e riaffermare che di lavoro non si può morire”, affermano i sindacati in una nota congiunta. Le modalità e l’articolazione delle 2 ore di sciopero saranno decise dalle Rsu dei singoli stabilimenti.
Sono in tutto 45 i morti all’Ilva – Con quella di Claudio Marsella, sono 45 le morti degli operai avvenute all’interno dell’Ilva di Taranto dal 1993. L’ultima disgrazia si era verificata l’11 dicembre del 2008 quando un lavoratore polacco, dipendente di un’azienda appaltatrice, cadde da un ponteggio dell’altoforno 4. Le morti bianche nel siderurgico tarantino sono state per le cause più disparate: molti operai sono deceduti in seguito a cadute da ponteggi di impianti, ad esplosioni di macchinari o al crollo di gru o perché colpiti, nel corso delle fasi delle varie lavorazioni, da pesanti bramme o schegge di materiali; altri operai sono morti per aver inalato gas nel corso di lavori di manutenzione.
Difficili da quantificare gli incidenti che, nel corso degli anni, hanno causato centinaia di feriti e ustionati. Da segnalare, infine, l’atroce fine del tarantino Saverio Paracolli, di 45 anni, morto il 10 aprile 2004 dopo sette giorni di agonia per un incidente avvenuto nel Tubificio 1: rimase incastrato fra un tubo e un’apparecchiatura usata per smussarlo.
>>> segue su tiscali.it
http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/12/10/30/morto_operaio_ilva.html
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INTERVISTA AL DOTT. GIORGIO DI LEONE PRESIDENTE DELLA SNOP SUL TEMA : “I SERVIZI DI PREVENZIONE: QUALE FUTURO”
http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3551&Itemid=2
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Regioni bocciano riforma Titolo V Costituzione
Le Regioni hanno dato parere negativo, in Conferenza Unificata, al decreto sulla riforma del Titolo V della Costituzione. “Così non si affrontano i problemi reali – spiega il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine della seduta. Se non c’e’ una Camera delle Autonomie i problemi non si risolvono. Ed anche la clausola di supremazia ha senso solo se c’è una Camera delle Autonomie.
Così come previsto, l’intervento e’ parziale e non risolve i problemi”. Ai Presidenti delle Regioni non e’ poi piaciuto il metodo con il quale il Governo ha operato: ”l’intervento e’ stato unilaterale ed a scadenza di legislatura. La prossima dovrà essere una legislatura costituente per dare un equilibrato sistema di governance al Paese”, ha concluso Errani.
Abbiamo presentato le nostre considerazioni e valutazioni – ha spiegato il presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini – si tratta di una riforma radicale, nella quale le Regioni tornano, sul fronte del potere legislativo, subordinate allo Stato in tutte le materie. E’ insomma la fine del regionalismo ma, al tempo stesso, questa riforma non risolve le conflittualità ne’ prevede il Senato delle Regioni”.
segue >>>
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Sicurezza nei luoghi di lavoro: venerdì si ricorda Raffaele Rozzi
mercoledì 24 ottobre 2012
Convegno e premi a quattro scuole superiori
Venerdì, 26 ottobre, alle 10 la sala Muratori della biblioteca Classense ospita la terza edizione del convegno “La sicurezza nei luoghi di lavoro”, promosso da Università di Bologna, Fondazione Flaminia e Comune in memoria di Raffaele Rozzi, il giovane chimico ravennate morto a Bilbao nel settembre del 2007 per salvare due colleghi di lavoro.
Gli appuntamenti dedicati a Rozzi sono sempre stati accompagnati, per volontà del sindaco Fabrizio Matteucci, da iniziative di promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare legate ai temi della formazione e della prevenzione. Sono stati promossi, in collaborazione con la Fondazione Flaminia, corsi di alta formazione per laureati e lavoratori, bandi per borse di studio dedicate ai ragazzi degli istituti superiori e a giovani laureati.
Nell’anno scolastico 2011-2012 si è passati a una formula nuova. A tutti gli istituti superiori della città sono stati proposti ed offerti dalla Fondazione Flaminia unitamente al Comune pacchetti formativi di quattro ore con docenti universitari ed esperti che affrontassero il tema della sicurezza dal punto di vista giuridico e chimico.
Al termine i ragazzi coinvolti (quelli di Itis Baldini, Ipsia Callegari, Liceo Classico Dante Alighieri e Itct Ginanni) in collaborazione con i docenti che hanno seguito le lezioni hanno elaborato in forma singola o collettiva elaborati scritti o multimediali che hanno poi concorso al bando promosso da Comune e Fondazione Flaminia (proposto a tutte le scuole superiori della città). Una commissione ha visionato quanto prodotto, assegnando quattro premi di 1.250 euro l’uno, che verranno consegnati nel corso del convegno dal sindaco Fabrizio Matteucci, dalla Fondazione Flaminia e dagli sponsor coinvolti (Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Confindustria Ravenna, Camera di Commercio di Ravenna, Sapir, Autorità Portuale, Deco Industrie).
Il convegno sarà aperto dal Sindaco e presieduto da Antonio Penso, direttore della Fondazione Flaminia; interverranno Andrea Lassandari, docente di diritto del lavoro alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna, su “Il lavoro o la sicurezza?”, e Ferruccio Trifirò, docente di chimica industriale alla facoltà di Chimica industriale dell’Università di Bologna, su “Le etichette del pericolo chimico nella vita quotidiana”.
Saranno poi illustrati gli elaborati vincitori: si tratta di “Sicuramente Porto”, realizzato dalla classe quarta BS (attuale quinta BS) del Liceo Classico Dante Alighieri – Scienze Sociali; “Sicurezza e scuola”, lavoro individuale di Maria Vittoria Baravelli della quinta F (anno scolastico 2011 – 2012) del Liceo Scientifico Oriani; “Lavora bene senza rischi e in sicurezza” della quarta B Igea (attuale quinta B Igea) dell’Istituto tecnico commerciale Ginanni; “I sistemi elettrici e la sicurezza elettrica” delle classi quarte Tiel e Tim (attuali quinte) dell’Ipsia Callegari.
fonte ravennanotizie.it
http://ravennanotizie.it/main/index.php?id_pag=23&id_blog_post=59401
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REGIONE TOSCANA
LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO AL TEMPO DELLA CRISI
CONVEGNO REGIONALE DELLA RETE DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI DELLA SICUREZZA
LIVORNO 7 NOVEMBRE ORE 8,30 -17,00
AUDITORIUM ACCADEMIA NAVALE
VIALE ITALIA 72 , LIVORNO
ingresso Porta San Iacopo
programma lavori
http://www.diario-prevenzione.it/interim/CONVEGNO%20RLS%207%20NOVEMBRE.pdf
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25/10/12 – MEDICI COMPETENTI: LE NOVITÀ NELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO
Le ricadute dei regolamenti europei sulla valutazione del rischio da agenti chimici con riferimento ai compiti di igienisti industriali e medici competenti. Scheda dati di sicurezza e scenari di esposizione. Il metodo delle congruenze organizzative.
segue su fonte puntosicuro.it
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INTERVISTA AL DOTTOR RAFFAELE GUARINIELLO, COORDINATORE DEL GRUPPO SALUTE E SICUREZZA PRESSO LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI TORINO
(da AMBIENTE LAVORO CONVENTION)
Il dottor Raffaele Guariniello, protagonista di importanti inchieste, tra cui quelle che hanno coinvolto le multinazionali Eternit e Thyssen Krupp, ha partecipato a Ambiente Lavoro Convention, intervenendo al convegno “RSPP e consulenti della sicurezza: compiti e responsabilità penali”.
Abbiamo colto l´occasione per rivolgergli alcune domande.
>>> SEGUE SUL SITO AMBIENTE LAVORO CONVENTION
http://www.ambientelavoro.it/SchedaComunicato.asp?Fieraid=122&ComunicatoId=1413
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QUEL EST LE COÛT DE LA PRÉVENTION DU STRESS ET DES RPS ?
Quand l’on parle de coût et de stress, on parle souvent du coût du stress. Quelle étrange idée finalement que celle de centrer son analyse sur le coût des conséquences d’un problème alors qu’il serait plus judicieux et constructif de porter son attention sur le coût nécessaire pour le prévenir. Cet effort semble par ailleurs d’autant plus légitime que si le calcul du coût du stress demeure difficile, le calcul des coûts pour le prévenir l’est moins.
Le coût de la prévention des risques sociaux en entreprise, dont le stress fait partie, est faible, modéré, important ou astronomique selon la manière dont on s’y prend et surtout de l’amplitude de ces risques au moment où l’on se décide à les traiter.
Le coût pour éteindre l’incendie c’est-à-dire résoudre là où les crises (RPS, stress, absentéisme, roulement du personnel, ATMP, dégradation du climat social etc.) est prohibitif lorsque ces risques se sont déjà enracinés et diffusés dans l’entreprise. Ceci parce que ces risques sont fondamentalement multifactoriels et contagieux et donc complexes et lents à résoudre une fois qu’ils sont apparus (la métaphore de l’incendie nous « éclaire » sur ce point).
En comparaison, le coût pour prévenir l’incendie et les crises sociales est somme toute modeste. C’est le coût de « l’entretien du terrain » par une petite équipe d’experts, un contrôleur de gestion sociale, un préventeur, un responsable de l’accompagnement managérial et un responsable bien-être.
Quatre postes à temps plein dans les grands groupes en sus d’un plan de formation habilement construit (et déjà financé). Quatre postes à temps partiel éventuellement recombinés en un poste à temps plein dans les entreprises de taille intermédiaire et PME. Coût total largement inférieur à 1 % de la masse salariale. Dérisoire au regard des enjeux sociaux et économiques que représentent ces risques sociaux.
Le coût de la prévention du stress est donc modeste en valeur absolue et quasi insignifiant en comparaison des coûts directs et indirects causés par les risques concernés. La plus grande difficulté est sans doute d’avoir l’ouverture et le courage de faire le premier pas, d’investir dans un projet de prévention avant qu’il ne soit trop tard. En matière de risques sociaux il vaut donc mieux, et de loin, prévenir que souffrir.
fonte Miroir Social
http://www.miroirsocial.com/actualite/quel-est-le-cout-de-la-prevention-du-stress-et-des-rps
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European Week calls for workers and managers to work together for risk prevention Oct 22, 2012
From 22 to 26 October, the 2012 European Week for Safety and Health at Work highlights the role of strong management leadership combined with active worker participation in making sure that Europe’s workplaces are safe, healthy and productive. Organised by the EU-OSHA and its partners, the week sees events organised across Europe in support of the Healthy Workplaces Campaign ‘Working together for risk prevention’.
Read the press release
Management leadership in OSH – a practical guide
Worker participation in OSH – a practical guide
Download the the iPad application for free
Campaign events and activities across Europe
http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3543&Itemid=2
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La CES et d’autres parties prenantes expriment de vives inquiétudes au sujet du deuxième examen de la réglementation de la Commission
La CES s’est jointe aujourd’hui au BEE, au CIEL, à ClientEarth, au WECF, au BEUC, à l’ECOS, au BUND, à FOE Europe et à l’ANEC pour adresser un message clair à la Commission en réponse à son deuxième examen sur les nanotechnologies publié la semaine dernière. Les organisations signataires ont collectivement fait part de leurs sérieuses inquiétudes concernant la qualité de l’examen et la nécessité de garantir le principe de précaution ainsi que la santé et la sécurité des travailleurs.
Des arguments scientifiques fragiles forment la base de l’examen des nanomatériaux de la Commission. Il y a en outre de sérieuses incohérences entre le document de travail de la Commission présentant son analyse de la situation et les réponses réglementaires qui concernent la production et l’utilisation sans risque des nanomatériaux. Les schémas existants de collecte d’informations sont inadéquats et l’examen de la réglementation de la Commission ignore complètement les lacunes qui affectent le potentiel de REACH, la réglementation européenne phare pour la gestion des substances chimiques, en tant qu’outil efficace pour la collecte d’informations et la réglementation des nanomatériaux.
– Lien vers la lettre commune : http://www.etuc.org/IMG/pdf/Nanomaterials_joint_letter_23_10_2012_ETUC.pdf
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FUMUS PRODUCTIVITATIS E CLUP- competitività e produttività –
La produttività è come l’Aspirina, la si propone come soluzione tampone per tanti malesseri dell’economia e dello sviluppo economico. Chi vuole mettere in imbarazzo l’interlocutore con i numeri cita spesso il Clup (Costo del lavoro per unità di prodotto) che però non misura la produttività di un’impresa ma la competitività della stessa. Altri confondono la saturazione degli impianti ( flessibilità orari e turni), infine c’è chi semplifica il tutto con una “paccata” di orari straordinari da concedere alla gestione unilaterale dell’azienda, in barba al ruolo delle Rsu e delle norme contrattuali nazionali.
Circa 13 anni fa, nel 1999, il rapporto dell’Ocse indicava l’Italia tra i Paesi più competitivi dell’Unione europea, quasi “a pari merito” con gli Stati Uniti. Fatto 100 il Clup statunitense, secondo il Rapporto Ocse quello italiano era pari a 101, quello inglese a 148, quello francese a 163 e quello tedesco a 166.
Alleghiamo l’articolo “Il Clup e la vera competitività di un paese” pubblicato da DC-Comunicazione nel 1999 che spiega cosa è il Clup e commenta il rapporto Ocsce.
In un recente articolo “Fumus productivitatis” di Rosita Donnini e Valerio Selan inizia così: “ Il dibattito in corso su produttività e Clup (costo del lavoro per unità di prodotto) prosegue nel consueto caos informativo lamentato in un precedente articolo. Dati diversi vengono gettati in un frullatore, con un pò di olio antisindacale e di aceto neoliberista: ne vien fuori una maionese francamente immangiabile. Il tutto per concentrare l’attenzione sull’organizzazione del lavoro o addirittura sulla “neghittosità operaia” (termine coniato agli albori della rivoluzione industriale) consistente nel non essere entusiasti dei turni di notte e di dover andare alle toilettes alla velocità di un centometrista. In realtà la produttività del lavoro ed il Clup che ne rappresenta il risvolto quantitativo si prefigurano all’interno di un sistema a costi e ricavi congiunti. Conseguentemente i tentativi compiuti, anche dall’Istat, per “isolarla” non hanno dato risultati definitivi, perché la clausola del ceteris paribus ( ndr. a parità di condizioni) rappresenta una astrazione algoritmica e, quindi, poco realistica”.
Gli autori proseguono analizzando il problema del Clup in tre ipotesi che potete leggere nell’allegato tratto dal sito www.eguaglianzaeliberta.it
http://www.sindacalmente.org/sites/www.sindacalmente.org/files/cose_il_clup_nel_1999.doc
http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3541&Itemid=2
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24/10/12 – LA MEDICINA DEL LAVORO IN GRAN BRETAGNA – OTTOBRE 2012
da medicompetente.it
Il Dr. Roberto Ledda, Medico del Lavoro, MFOM, ci invia un resoconto del sistema britannico di Medicina del Lavoro (Occupational Health o Occupational Medicine), che pur essendo diverso in legislazione e tipo di offerta alle imprese è sostanzialmente una applicazione degli universali principi di quello che conosciamo nella Medicina del Lavoro. Il testo contiene qualche definizione in inglese (quando non c’è una appropriata traduzione) e qualche “web-link” per ulteriori chiarimenti. Le abbreviazioni più usate sono OH (Occupational Health), OHS (Occupational Health Service, in pratica una Società di Servizi o un istituto ospedaliero di Med Lav), OHP (Occupational Health Physician, il MdL!).
>>> segue su medicompetente.it
http://www.medicocompetente.it/mese/125/La-Medicina-del-Lavoro-in-Gran-Bretagna.htm
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RLS E RLST: ESPERIENZE, IDEE, PROBLEMI. L’Assemblea della pariteticità artigiana e Pmi di Modena
L’attuazione dell’Accordo artigiani, l’elezione e l’individuazione di Rls e Rlst, la costituzione della rete territoriale degli Organismi paritetici: questi i temi affrontati dall’Assemblea della pariteticità artigiana e Pmi organizzata da Cgil – Cisl – Uil, che si è tenuta a Modena il 12 ottobre scorso nell’ambito della Convention AmbienteLavoro. Il numero 11 di 2087rls, interamente dedicato a questo tema, fornisce un ampio resoconto dell’appuntamento unitario, dando spazio a tutti i suoi protagonisti.
Riportiamo in apertura i contributi dei tre segretari confederali responsabili di salute e sicurezza (Elena Lattuada – Cgil, Fulvio Giacomassi – Cisl, Paolo Carcassi – Uil) che hanno affrontato le principali questioni in campo, delineando anche le possibili linee di sviluppo per una maggiore sicurezza nel comparto.
Il cuore della rivista è costituito dagli interventi di Rls e Rlst (Attilio Rolfi – Cgil, Antonio Ingalinesi – Cisl, Matteo Morbidelli Uil, Andrea Marchetti – Cgil, Luciano Sacchetti – Cisl, Luciano Milan – Cgil, Aldo Porrelli – Uil, Daniele Morassut – Cisl, Fabio Ronzino – Uil): il racconto delle loro esperienze, il vissuto delle problematiche affrontate nello svolgersi della loro funzione, le idee di miglioramento e crescita professionale del loro ruolo, sono analizzati, messi a confronto, riportati nel dettaglio.
In conclusione, presentiamo una sintesi del convegno sul sistema di governo della prevenzione e sulla pariteticità artigiana che si è tenuto sempre a Modena il 12 ottobre, con interventi delle organizzazioni sindacali e datoriali e del ministero del Lavoro.
In uscita a novembre. Prezzo di copertina: 2,5 euro. Prezzo strutture sindacali e rls: 2 euro.
Abbonamento annuale (10 numeri): ordinario 25 euro, strutture sindacali e rls: 20 euro.
Stefania Parisi
06 44 888 207
s.parisi@rassegna.it
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23/10/12 – Posto virtuale, stress reale di Claudio Carrer area7.ch
Apparecchi mobili come smartphone, tablets, computer portatili e una sempre maggiore disponibilità di connessioni WiFi aperte consentono oggi a molte persone di svolgere parzialmente o totalmente il loro lavoro lontano dall’ufficio: a casa propria, in treno, al bar e nei luoghi pubblici in generale, ovunque insomma. Questa flessibilità comporta sicuramente dei vantaggi per il salariato, ma anche tutta una serie di rischi per la sua salute soprattutto psichica.
Lo indicano i risultati di diversi studi effettuati negli ultimi anni in Svizzera, dove i lavoratori che hanno la possibilità di lavorare da casa sono circa il 23 per cento. Questo almeno il dato più recente disponibile (riferibile al 2010) che fornisce il “Barometro delle relazioni umane” dell’Università e del Politecnico federale di Zurigo. Rispetto al rilevamento precedente del 2002, si osserva una crescita del 6 per cento. E il potenziale di questa forma virtuale di lavoro non è sicuramente esaurito, se si pensa per esempio che negli Stati Uniti nel 2007 la praticavano già il 32 per cento dei lavoratori e in Germania sono addirittura il 38 per cento.
Lo sviluppo del “lavoro mobile”, reso possibile dalla diffusione delle nuove tecnologie, viene generalmente visto positivamente, come una sorta di liberazione dalle restrizioni imposte al dipendente dall’orario e dal luogo di lavoro, come la conquista della libertà di poter scegliere il momento, il posto e il dispositivo ideale per svolgere la propria attività professionale.
Ma c’è anche un altro lato della medaglia: l’esperienza sul terreno e vari studi dimostrano che questa forma di flessibilità può anche essere una fonte di stress.
A livello svizzero, il fenomeno è stato analizzato di recente dai professori Hartmut Schulze e Andreas Krause dell’Alta Scuola di psicologia applicata di Olten (sezione della Scuola universitaria professionale della Svizzera Nordoccidentale): nella primavera del 2011 hanno realizzato un’inchiesta tra 195 persone che praticano almeno un giorno a settimana il cosiddetto “Homeoffice” (cioè che dispongono di un ufficio a casa) dal quale sono emerse interessanti indicazioni, sia sul fronte dei vantaggi percepiti dal lavoratore sia su quello delle difficoltà vissute (vedi grafici).
Il 96 per cento degli interrogati (due terzi uomini, un terzo donne) esprime un giudizio positivo. Il fatto di risparmiare il tempo degli spostamenti è l’aspetto maggiormente apprezzato, ma è la possibilità di lavorare indisturbati che viene considerata come la principale potenzialità dell’homeoffice. Una condizione che a giudizio dei partecipanti alla ricerca ha effetti positivi anche sulla loro produttività.
Un ulteriore vantaggio è costituito dalla possibilità di meglio conciliare lavoro e vita privata grazie alla vicinanza con la famiglia. A questo proposito è però interessante osservare che la maggior parte degli interrogati lavora a casa quando il resto della famiglia non c’è e che il 50 per cento non ha figli. «Questo è un indizio l’homeoffice è considerato un mezzo per poter combinare la cura dei bambini e l’attività professionale in misura inferiore di quanto comunemente si ritiene», spiega il professor Hartmut Schulze. Solo il 10 per cento dice di essere confrontata con la necessità di stare a casa con bambini con meno di cinque anni che non frequentano ancora la scuola dell’infanzia. «L’homeoffice in Svizzera si sta affermando come una sorta di “rifugio per lavorare con tranquillità e in modo autonomo” e solo in minima parte come mezzo per conciliare lavoro e famiglia. Il che conferma risultati di altri studi sulla questione».
http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3538&Itemid=2
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LA VALUTAZIONE OBIETTIVA DEI FATTORI DI RISCHIO STRESS LAVORO-CORRELATI: ESPERIENZE APPLICATIVE DEL METODO OSFA (OBJECTIVE STRESS FACTORS ANALYSIS)
I diversi interventi legislativi riguardanti lo stress lavorativo e la sua valutazione (D.Lgs. 81/2008, D.Lgs. 106/2009, Accordo Europeo dell’8 Ottobre 2004, Accordo Interconfederale dell’8 Giugno 2008, alcune norme ISO 10075), sottolineano l’importanza (o l’obbligo) di effettuare la valutazione del rischio stress cui sono esposti i lavoratori, ma non affrontano direttamente le questioni inerenti i metodi di valutazione e non suggeriscono un approccio condiviso (1).
La valutazione dello stress occupazionale è un processo complesso che può essere affrontato facendo ricorso a due approcci: soggettivo ed oggettivo (2).
L’approccio soggettivo indaga le percezioni dei lavoratori riguardo le caratteristiche e le condizioni del proprio lavoro. Si avvale di questionari self-report, generalmente anonimi, che vengono somministrati all’intera popolazione presa in esame o ad un campione significativo, nonostante siano stati più volte evidenziati limiti (finalità epidemiologiche, influenze dei tratti di personalità) che possono interferire con una corretta valutazione
http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3537&Itemid=2
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31 ottobre 2012
Cordiali saluti a tutt.*
Gino Rubini, editor di www.diarioprevenzione.it
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