http://www.diario-prevenzione.it31 gennaio 2017 – vol.n° 126
notizie, documenti e link sui temi del governo dell’ambiente della salute e della sicurezza nel lavoro e sulla responsabilità sociale d’impresa
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RAGIONARE PER SCENARI PER SCONFIGGERE LA ROZZA “VISION” DEL PRESIDENTE TRUMP
La capacità di analizzare e ragionare in anticipo per scenari è decisiva per chi opera nei vasti campi della prevenzione. Di questa capacità di analisi e di prefigurazione di scenari vi è estremo bisogno in questa epoca.
Sono in atto cambiamenti geopolitici che avranno profonde ripercussioni sul lavoro, sulle condizioni di vita, sulle generazioni future…
La discontinuità rappresentata dalla elezione di Donald Trump a Presidente degli USA sta sconvolgendo molte delle certezze date per acquisite nel campo dei diritti umani, del necessario impegno per arrestare o mitigare il cambio climatico con la produzione di energia con fonti rinnovabili, del fatto che l’amianto, bianco o blu che sia, non “è sicuro al cento per cento ” come afferma invece il neo presidente degli USA.
La risposta che viene data da Trump ai problemi sociali generati da una globalizzazione out of control rischia di produrre ancor più danni della globalizzazione stessa.
La chiusura delle frontiere ai cittadini di sette paesi di religione mussulmana, con un decreto esecutivo che ha bloccato negli aeroporti, residenti da tempo negli USA, muniti di Carta verde, studenti , professori, professionisti, dirigenti d’impresa e loro famigliari rappresenta pienamente la vision rozza semplicistica di questa amministrazione che sceglie con ostinazione la chiusura e l’isolamento dal mondo.
Un isolamento che è fuori da quest’epoca, impossibile da gestire se non a prezzo di una regressione a modelli primitivi del funzionamento della società. Il discorso del Sig Trump può apparire convincente agli avventori di uno dei tanti saloon disseminati lungo le strade blu, mentre gareggiano a chi beve più boccali di birra….
Quali saranno le difficoltà che potrà creare questa Amministrazione degli USA per chi si occupa di ambiente, salute e sicurezza ed organizzazione ecologica della vita delle città ?
Il primo impatto cui sarà necessario fare fronte derivante dalla scelta di “chiusura” degli USA all’interno dei propri confini riguarderà il destino delle istituzioni e degli Enti di ricerca in materia di ambiente, salute e sicurezza nel lavoro e oltre il lavoro, federali e internazionali. Per gli Enti USA, come EPA, OSHA è prevedibile che vengano a breve “cloroformizzati” dai nuovi dirigenti che , con lo spoils system, verrano posti al vertice da Trump. Per le grandi Agenzie internazionali delle Nazioni Unite come IARC , OMS , i rischi sono rappresentati da una preoccupante ipoteca: qualora operino in autonomia tecnico scientifica con la produzione di risultati di ricerca oggettivi che contraddicano il rozzo assunto che i problemi ambientali non esistono, saranno neutralizzate con la sospensione dei finanziamenti….
Questi sono gli scenari attesi, questo è il momento per l’Europa, quella vera, di alzare la testa e contrastare questi tristi scenari che l’Amministrazione Trump si predispone a rendere concreti. L’Europa per ora dispone di valide Agenzie scientifiche (AEA,ECHA , EFSA,OSHA, ecc ), la loro efficientizzazione sarebbe la prima risposta alla scelta regressiva messa in atto dagli USA, continuando il finanzamento delle Agenzie delle N.U.
Gino Rubini, editor di Diario Prevenzione
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Notizie Salute Sicurezza
Lavoro Ambiente
Gennaio 2017
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Ambiente Lavoro Salute – Podcast di Diario Prevenzione –
31 gennaio 2017 – vol.n° 42
a cura di Gino Rubini
In questa puntata parliamo di
– Presidenza Trump, quali rischi dalla chiusura degli USA rispetto ai problemi del mondo. Quale sarà il futuro delle politiche internazionali in materia di salute, ambiente, cambio del clima ?
– Disturbi muscolo-scheletrici e lavoro: una mappatura critica Venerdì 17 febbraio 2017, ore 14.30 Fondazione Marco Biagi
– Toscana Report attività di vigilanza centri estetici relativa all’anno 2016
– Endocrine disruptors: an occupational risk in need of recognition
– Nouveau HesaMag : L’inspection du travail, un service public en crise
– l’amianto è “al 100 per cento sicuro, una volta applicato”… Lo afferma il Presidente USA TRUMP
…. e tante altre notizie in breve
IL NOTIZIARIO AUDIO
( 30 minuti )
http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=5217&Itemid=127
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EVENTI
Disturbi muscolo-scheletrici e lavoro: una mappatura critica
Venerdì 17 febbraio 2017, ore 14.30
Fondazione Marco Biagi
Da più di un ventennio si assiste ad una nuova conformazione del sistema produttivo e con esso ad una nuova relazione fra lavoro e salute. Nel campo delle malattie professionali si nota infatti una radicale diminuzione delle malattie tipiche da lavoro un tempo particolarmente frequenti (silicosi, asbestosi, ipoacusie, ecc.), mentre si assiste all’evolversi della patologia professionale verso una sempre maggior visibilità delle malattie correlate al lavoro e, in particolare, di quelle legate a movimenti ripetitivi, alla movimentazione dei carichi e a posture incongrue. Si parla dei Disturbi Muscolo Scheletrici (DMS) che in Europa e in Italia rappresentano ormai più del 60% delle malattie professionali.
La Fondazione Marco Biagi – attraverso un finanziamento della Fondazione Banca Nazionale delle Comunicazioni – ha svolto lungo l’anno 2016 una ricerca denominata “Disturbi muscolo-scheletrici e lavoro: una mappatura critica”. Lo studio si propone di sviluppare una prima mappatura del rischio da DMS in Italia per settore produttivo e territorio. Ad oggi, purtroppo, a fronte di una continua ascesa del fenomeno, la pubblicazione di dati statistici a livello disaggregato avviene principalmente per Regioni e macro-settori, mentre la reportistica si limita tipicamente ad una impronta descrittiva.
Partendo dai dati delle denunce assicurative di fonte INAIL (su 50 patologie), l’intento è in primo luogo quello di produrre dati più specifici a livello provinciale e settoriale che – in una prospettiva interdisciplinare – sono messi in relazione a fenomeni di carattere economico e sociale e alle loro implicazioni giuridiche.
I risultati salienti narrano di un fenomeno della malattia professionale fortemente disomogeneo per i diversi territori, in cui però il ruolo del settore produttivo passa in secondo piano rispetto a quello rappresentabile dalla relazione – di difficile comprensione empirica – fra i soggetti istituzionali che compongono l’iter della denuncia.
Inoltre la ricerca discute della relazione fra le diverse patologie denunciate ed indennizzate cogliendo la necessità di una riflessione sulle attuali patologie tabellate.
Consapevoli del fatto che un’analisi di un fenomeno così complesso sia un processo di lunga durata, pensiamo che questa ricerca contribuisca ad evidenziare alcuni aspetti poco conosciuti e nel contempo alcuni nodi problematici che andranno più specificatamente esaminati nel corso del tempo a venire.
http://www.fmb.unimore.it/on-line/home/eventi/seminari/documento9265.html
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TOSCANA
Report attività di vigilanza centri estetici relativa all’anno 2016
Dimitri Fattore,Vania Micheli, Massimo Peruzzi, Andrea Chesi, Stefano Bassi – UFC Igiene Pubblica e Nutrizione Empoli, Dipartimento della Prevenzione , AUSL Toscana Centro
L’analisi dei risultati delle precedenti campagne di controllo riferite agli anni 2014 e 2015 ha permesso di creare per il 2016 una Check List mirata alla verifica dei rischi che l’attività di estetica presenta nei riguardi dell’utenza. Sono stati controllati 20 centri estetici nel territorio Empolese, valutando aspetti e rischi specifici di 19 apparecchi con parte applicata1, verificando le cautele d’uso e di sicurezza di 25 Solarium con relative misure di Irradianza, ponendo inoltre particolare attenzione al rischio elettrico e alla verifica delle procedure di sterilizzazione dello strumentario nonché degli stessi apparecchi utilizzati per la sterilizzazione e dei prodotti utilizzati per la disinfezione ad alto livello; attività onerose che non hanno permesso di incrementare il numero dei centri estetici visitati.
scarica il report
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Fonte newsletter Prevenzione Toscana
La ricostruzione della esposizione ad amianto alla BREDA di Pistoia
Cesare Ciapini, Andrea Innocenti, Unità Funzionale PISLL Pistoia, dipartimento della Prevenzione AUSL Toscana Centro
Stefano Silvestri , Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica
Questa ricostruzione copre un arco di 25 anni di approfondimenti e studi svolti dalla USL di Pistoia (prima USL 8, poi USL 3, attualmente USL Toscana centro) e dal Centro Regionale di riferimento per Epidemiologia (prima CSPO, attualmente ISPO) e rappresenta la sintesi delle conoscenze sulla esposizione professionale ad amianto nella coibentazione di rotabili ferroviari a Pistoia. Ai fini dell’indagine si è fatto ricorso a dati relativi alle commesse delle FFSS corredati dei quantitativi di amianto spruzzato per rotabile ,a documenti sulla produzione per altri committenti, a mappe dei locali dello stabilimento. Infine sono state particolarmente utili le informazioni fornite da incontri specifici con lavoratori, singoli o in piccoli gruppi omogenei per mansione e periodo lavorativo, sia della ditta Breda che delle ditte cui veniva appaltata la spruzzatura.
scarica l’articolo
http://www.asf.toscana.it/images/stories/prevenzione/newsletter/Storia_amianto_Breda.pdf
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Défendre la santé et l’égalité : une dimension spécifique importante des luttes des travailleuses
Laurent Vogel (Chercheur, Institut syndical européen-ETUI)
Je vais tenter de relier synthétiquement deux dimensions de l’histoire. La longue durée de deux siècles de luttes de travailleuses pour leur santé au travail et l’histoire plus circonscrite dans le temps et dans l’espace d’un de ses maillons : le combat des ouvrières de la Fabrique nationale d’armes de Herstal (FN) entre 1966 et 1977.
La lutte des travailleuses pour leur santé au travail est une constante depuis le début de la révolution industrielle. Elle a été négligée dans la production historiographique. Cette lutte est d’une radicalité particulière parce que sa dynamique fait converger des objectifs immédiats de défense de la santé avec la remise en cause des inégalités hommes-femmes. On peut résumer l’enjeu politique d’une manière simple : « aucune lutte pour l’égalité n’est efficace si elle n’aborde pas la santé au travail »; « aucune lutte pour la santé au travail n’est efficace si elle ne conteste pas les inégalités entre hommes et femmes ». Ces deux exigences restituent aux luttes du passé une actualité. Leur transmission est un enjeu stratégique pour la transformation des conditions de travail et de la société.
L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE : ” Défendre la santé et l’égalité : une dimension spécifique importante des luttes des travailleuses ”
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FONTE ETUI
Endocrine disruptors: an occupational risk in need of recognition
Marie-Anne Mengeot (journalist)
[endocrine disruptors guide]
Publication date : 2016
Number of pages : 72
Author(s) :
Marie-Anne Mengeot (journalist)
With the collaboration of :
Tony Musu and Laurent Vogel (ETUI)
Edited by :
ETUI, Brussels
This guide is intended for representatives (in particular those on health and safety committees) of workers potentially exposed to endocrine disruptors at work. It takes stock of research findings on the health consequences of workers being exposed to chemical substances with potentially harmful effects on the endocrine system.
Its aim is to raise the awareness of union officials and political decision-makers to this largely unrecognised public and workplace health risk. A further aim is to draw attention to the gaps in European legislation on the prevention of this type of workplace risk. As such, it contributes to the 2016-2017 “Cancer and Work” campaign organized by European trade unions.
The print version will be available in January 2017.
Collection: Guide
ETUI, ISBN 978-2-87452-432-5 , ISBN 978-2-87452-433-2 (pdf)
For more information, please contact
Géraldine Hofmann, Publications Officer
Free download
Endocrine disruptors: an occupational risk in need of recognition (EN)
Perturbateurs endocriniens: un risque professionnel à (re)connaître (FR)
http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=5212&Itemid=2
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Il TUC ( il sindacato inglese ) ha pubblicato una nuova guida – prodotta in collaborazione con Health and Safety Executive (HSE) – per aiutare i rappresentanti sindacali di salute e sicurezza sul posto di lavoro ad affrontare lo stress.
In un sondaggio svolto lo scorso anno con 1000 Reps ( Rappresentanti Salute e Sicurezza ) , 7 su 10 hanno identificato lo stress come la preoccupazione principale nel loro posto di lavoro. Per queste ragioni il TUC ha deciso di elaborare questo manuale – guida che sarà d’aiuto ai Reps per operare con i datori di lavoro al fine di trovare soluzioni pratiche per ridurre lo stress lavoro correlato.
Il manuale propone che un gruppo – composto da rappresentanti provenienti da ogni livello dell’organizzazione – raccolga informazioni sulla situazione attuale nel luogo di lavoro e svolga una valutazione del rischio basata sugli standard HSE.
Il gruppo può quindi identificare proposte concrete di cambiamento che potrebbero fare la differenza, come affrontare l’abitudine a prolungare le ore di lavoro, migliorare le pratiche di lavoro o aumentare i livelli di formazione professione del personale.
Frances O’Grady, segretario generale delle TUC ha detto: “I lavoratori sempre più soffrono gli effetti dello stress sul posto di lavoro, come le pressioni per prolungare le ore e la bassa sicurezza del lavoro che stanno prendendo piede in tutto il Regno Unito.
Non è interesse di nessuno, nemmeno degli imprenditori avere lavoratori stressati e improduttivi. Gli standard HSE forniscono il modo migliore di affrontare la questione.
Rappresentanti del Sindacato hanno un ruolo chiave da svolgere nel lavoro con i datori di lavoro per affrontare questo problema una volta per tutte. Lo stress è evitabile se i lavoratori hanno carichi di lavoro ragionevoli, manager di supporto e un ambiente di lavoro libero dalla violenza, mobbing e le molestie.
Coloro che sono preoccupati per il loro carico di lavoro o che sono trattati ingiustamente sul posto di lavoro devono iscriversi ad un sindacato, per ottenere il sostegno di cui hanno bisogno e avere i loro interessi rappresentati sul posto di lavoro.”
LA GUIDA ( english)
https://www.tuc.org.uk/sites/default/files/tacking%20workplace%20stress%20without%20edits.pdf
LA SURVEY
https://www.tuc.org.uk/sites/default/files/focusonhealthsafetyreport.pdf
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Newsletter Medico Legale Inca numero 3/2017
Coordinamento Interregionale Prevenzione: rischio da movimentazione manuale di carichi
La Newsletter n° 3/ 2017
http://www.diario-prevenzione.it/newsletter/news_inca_3_2017.pdf
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Silenzio, non si deve sapere: morire per l’amianto in OGR – presentazione del libro di Noella Bardolesi
Presentazione della Nuova edizione del libro di Noella Bardolesi (vedi la locandina .jpg)
“SILENZIO, NON SI DEVE SAPERE”
“Nata a Lille, in Francia, il 30 settembre 1958, Noella Bardolesi vive ora a Bologna con suo figlio Sebastian di 18 anni. Molto attenta alle problematiche sulle condizioni di lavoro ha cominciato ad occuparsi del problema amianto dopo il decesso del marito Loriano, morto il 3 maggio 2009 di un mesotelioma contratto negli anni Settanta presso le Officine Grandi Riparazioni di Bologna. Questa sua testimonianza vissuta vuole essere un omaggio a tutte le vittime dell’amianto, ma anche uno strumento di conoscenza più approfondita delle conseguenze di chi “incontra” questo “amianto killer”. Il racconto di Noella è quello della sua esperienza diretta nell’assistere e accompagnare Loriano fino alla fine.”
Afeva Emilia Romagna e Associazione Culturale Graf S. Donato
Presentazione del libro: “Silenzio, non si deve sapere” di Noella Bardolesi
Venerdì 20 gennaio 2017 ore 17 – Presso Spazio Graf Piazza Spadolini, 3 Q.re San Donato – Bologna
Introduce Gabriele Bertuzzi, presidente dell’Associazione culturale Graf San Donato.
Presenta il libro Massimo Vaggi, avvocato e scrittore,
racconto e letture dal vivo di Noella Bardolesi.
Incursioni video a cura di Afeva Emilia Romagna
E’ possibile prenotare copie del libro scrivendo a: afevaemiliaromagna@gmail.com
La cronaca ed i video della serata di presentazione del libro di Noella Bardolesi “Silenzio, non si deve sapere” al Graf di San Donato.
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Il periodico Salute e Lavoro n 1 del 2017 è disponibile qui . Questo periodico, diretto dal Dott. Franco Cilenti esce da 33 anni, 33 anni contro la malainformazione sulla sanità e sulla salute della popolazione.
In questo numero di parla di
– L’ho letto su internet, quindi è vero
– Clima sindacale pessimo, per noi
– Il Servizio Pubblico boicottato
– I voucher e l’attacco alla Cgil
– Diritti e poteri. Il gioco della torre
– Terremoto e solidarietà attiva
– La gestione della salute mentale
– Sicurezza lavoro: domande e risposte
– Mobbing, straining e bossing
-Hiv,le speranze disattese
-Eroina, cosa succede a Torino?
-Meningite, epidemia mediatica
-Tav, amianto e tumori futuri
e molto altro ancora nelle 48 pagine
per leggere clicca
LAVORO & SALUTE n°1 2017
48 pagine (pdf)
http://www.lavoroesalute.org/images/pdf/2017gennaio/lesunogennaio2017.pdf
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Infortunio mortale in fabbrica, il 23 assemblea dei lavoratori
Pubblicato: January , 2017, 4:53pm CET
Sono rimasti senza parole, questa mattina, i lavoratori della Volvo Group Retail Italia Srl di Zingonia, profondamente scossi dalla morte del loro giovanissimo collega, vittima ieri pomeriggio di un infortunio sul lavoro. Leonardo Scarpellini, 25 anni, in azienda da due anni con contratti a termine e da una settimana assunto a tempo indeterminato, ha perso la vita a causa dell’esplosione di una sospensione del camion a cui stava facendo manutenzione.
La Filcams Cgil e i propri delegati hanno deciso di convocare un’assemblea per lunedì mattina, dalle ore 11 alle 12: “Ricorderemo il collega scomparso e parleremo di sicurezza in azienda”, ha spiegato oggi pomeriggio Aronne Mangili che per la Filcams segue la Volvo in provincia di Bergamo. “L’assemblea coinvolgerà tutte le due società del gruppo, cioè Volvo Group Retail Italia srl e Volvo Group Italia spa, dunque chiameremo a raccolta in totale circa 110 lavoratori”.
Durante l’assemblea si discuterà anche della proposta avanzata dai delegati di devolvere il corrispettivo di alcune ore di lavoro alla famiglia dell’operaio deceduto, in segno di solidarietà da parte dei colleghi.
“Come Filcams, intanto, abbiamo già deciso che parteciperemo alla raccolta con un nostro contributo economico diretto” ha aggiunto Mario Colleoni, segretario generale del sindacato di categoria Cgil di Bergamo. “Siamo di fronte all’ennesima tragedia sul lavoro: è necessario -da anni lo ripetiamo- un cambio di passo nell’approccio ai problemi che riguardano la sicurezza nelle aziende. Esprimiamo la solidarietà ai colleghi di Leonardo e rivolgiamo le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia”.
fonte rassegna.it
http://www.rassegna.it/articoli/infortunio-mortale-in-fabbrica-il-23-assemblea-dei-lavoratori
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Cassazione Penale: ThyssenKrupp, la “colpa imponente” degli imputati
Cassazione Penale, Sez. 4, 12 dicembre 2016, n. 52511 – ThyssenKrupp: la “colpa imponente” degli imputati. Affinchè si applichi l’art. 437 c.p. non occorre il verificarsi dell’evento
La Corte torna sull’incendio della ThyssenKrupp avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 Dicembre 2007 allorquando all’Interno dello stabilimento si determinarono l’innesco e lo sviluppo di un incendio che determinò la formazione di una nuvola incandescente di olio nebulizzato (flash fire) che si espanse e investì alcuni operai che si erano avvicinati all’incendio con estintori a breve gittata.
La Suprema Corte ritiene che il massimo responsabile delle scelte strategiche sulla gestione dello stabilimento di Torino, che nel 2007 era in via di dismissione e non venne fatto alcun investimento in sicurezza nonostante i numerosi motivi di allarme e, dunque, il massimo autore delle violazioni antinfortunistiche che hanno causato gli eventi di incendio e morte sia E.H., amministratore delegato della ThyssenKrupp. Gli altri manager, coimputati, sono ritenuti informati e adesivi di tali scelte e, per tali ragioni, ritenuti colpevoli di omicidio colposo plurimo.
La Corte afferma la ricorrenza di una colpa imponente, tanto per la consapevolezza che gli imputati avevano maturato del tragico evento che poi ebbe a realizzarsi, sia per la pluralità e per la reiterazione delle condotte antidoverose riferite a ciascuno di essi che, sinergicamente, avevano confluito nel determinare all’interno dell’opificio di Torino una situazione di attuale e latente pericolo per la vita e per la integrità fisica dei lavoratori, sia infine per la imponente serie di inosservanze a specifiche disposizioni infortunistiche di carattere primario e secondario, non ultima la disposizione del piano di sicurezza che impegnava gli stessi lavoratori in prima battuta a fronteggiare gli inneschi di incendio, dotati di mezzi di spengimento a breve gittata, ritenuti inadeguati e a evitare di rivolgersi a presidi esterni di pubblico intervento.
Fonte: Olympus.uniurb
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Nouveau HesaMag : L’inspection du travail, un service public en crise
Les articles parus dans le dernier numéro du HesaMag, le semestriel de l’ETUI dédié à la santé au travail, sont désormais accessibles en ligne. Ce numéro contient un dossier sur l’inspection du travail en Europe.
Les services d’inspection du travail traversent depuis au moins une dizaine d’années une crise existentielle partout en Europe. À de rares exceptions près, les effectifs ont été réduits, alors que les tâches dévolues aux inspecteurs ont été étendues. Confrontés aux transformations du monde du travail – la “digitalisation de l’économie”, notamment –, et à l’émergence de nouveaux risques – nanotechnologies, risques psychosociaux, etc. –, les inspecteurs du travail peuvent se sentir désarmés face à l’ampleur de leur mission. Elle est de plus en plus difficile à remplir dans un contexte d’hostilité envers la réglementation et le contrôle des entreprises par l’État.
Face à la transformation de leurs missions et au manque de soutien politique et public, les inspecteurs du travail ont parfois l’impression de se livrer à un “exercice de funambule”. Tiraillés entre leur image de fonctionnaire impartial et leur souhait, souvent profond, de remplir une mission au service de la société, il leur est de plus en plus difficile de trouver le point d’équilibre.
Pour télécharger les articles
http://www.etui.org/fr/Topics/Health-Safety/HesaMag
Toutes les actualités
http://www.etui.org/fr/Actualites
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l’amianto è “al 100 per cento sicuro, una volta applicato”… Lo afferma il Presidente TRUMP
L’elezione di Trump a Presidente tra gli effetti collaterali allarma gli esperti in materia di salute e sicurezza nel lavoro. Trump in diverse occasioni ha respinto le prove scientifiche di danni causati da amianto, sostenendo che l’amianto è “al 100 per cento sicuro, una volta applicato”…
L’avvicinamento al Presidente della Federazione Russa Putin da parte dell’Amministrazione USA a presidenza Trump è in corso e tra breve, tra i cambiamenti di rotta, è prevedibile un intervento per rilanciare l’uso dell’amianto e la rimozione delle norme restrittive sul suo impiego.
La Russia è di gran lunga il più grande produttore ed esportatore di amianto in tutto il mondo e il governo russo sta conducendo una campagna aggressiva per continuare la spedizione di amianto per i paesi del Sud del mondo, in particolare in Asia. La Russia sta anche portando gli sforzi per bloccare la classificazione dell’ amianto crisotilo come una sostanza pericolosa alle riunioni della Convenzione di Rotterdam delle Nazioni Unite. L’amianto crisotilo rappresenta il 100% del commercio globale dell’amianto.
Il supporto di Trump per l’amianto sarà accolto con grande interesse dal governo russo e dall’industria dell’amianto russa.
Segnaliamo i primi articoli in materia apparsi su riviste canadesi e usa
1) Russian scientist hopes that US President-elect Trump will “restore order in asbestos”
http://www.rightoncanada.ca/?p=3911
2) Donald Trump And The Art Of Asbestos
According to the Republican presidential nominee, the anti-asbestos movement is a conspiracy rigged by the mob. Yes, the mob.
http://www.huffingtonpost.com/entry/donald-trump-and-the-art-of-asbestos_us_581b2e4ee4b0570d6d6f0c1d
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11 janvier 2017
La Commission renonce à protéger les travailleurs contre les vapeurs de diesel
La Commission européenne a publié le 10 janvier son deuxième projet de révision de la directive sur les agents cancérogènes au travail. Le mouvement syndical européen critique le fait que les vapeurs de moteurs diesel n’y figurent pas.
“En renonçant à inclure les vapeurs de diesel dans la liste des valeurs limites ainsi que dans le champ d’application de la directive, la Commission a cédé au lobbying agressif d’organisations patronales”, a commenté Laurent Vogel, chercheur à l’ETUI.
“Le lobbying des industriels repose sur une argumentation inconsistante. D’après eux, les vapeurs de diesel ne seraient plus cancérogènes en raison des normes concernant les nouveaux moteurs au diesel. À ce jour, aucune étude scientifique ne permet de conclure que les vapeurs des nouveaux moteurs ne présentent aucun risque de cancer. D’autre part, les travailleurs continuent à être exposés à des vapeurs de diesel de moteurs de différentes générations et les risques des nouveaux moteurs sont souvent accrus par un entretien ou une manutention qui sont insuffisants”, a-t-il expliqué.
Plus de trois millions de travailleurs de l’Union européenne sont exposés aux vapeurs de diesel dans le cadre de leur activité professionnelle. Si l’on tient compte de la durée totale de la vie professionnelle, le nombre total de travailleurs exposés pendant une partie de leur carrière s’élèverait à 12 millions en 2010 et pourrait croître jusqu’à 20 millions en 2060.
Laurent Vogel comprend d’autant plus mal la décision de la Commission que cette dernière estime dans un de ses documents de travail que l’absence de législation contre l’exposition professionnelle aux vapeurs de diesel provoquerait 230.000 décès dans l’UE au cours de la période 2010-2069 (voir ci-dessous “Le document de travail de la Commission”, p. 11).
“Ce choix ne fera qu’aggraver les fortes inégalités sociales qui caractérisent le risque d’être touché par le cancer”, conclut-il.
En 2012, le Centre international de recherche sur le cancer, qui dépend de l’Organisation mondiale de la santé, a classé l’ensemble des vapeurs de diesel parmi les cancérogènes de classe 1 (cancérogènes avérés pour l’être humain).
Outre l’absence de mesures contre les vapeurs diesel, Laurent Vogel dénonce le manque d’ambition des propositions de la Commission. Dans son annonce du 10 janvier, la Commission promet des améliorations législatives pour sept cancérogènes, alors que ce ne sont en fait que cinq substances qui seront soumises à des valeurs limites contraignantes*. Si les mélanges complexes d’hydrocarbures aromatiques polycycliques (HAP) et les huiles pour moteur figurent bien dans l’annexe qui définit le champ d’application de la directive, aucune valeur limite n’a cependant été définie pour ces deux cancérogènes.
En ajoutant donc ces cinq nouvelles VLEP aux treize déjà présentées en mai 2016 par la Commission, on arrive à 18 valeurs limites contraignantes, alors que la commissaire européenne aux Affaires sociales, Marianne Thyssen, s’était engagée à en proposer 25 dans le courant 2016 et à atteindre un total de 50 substances pour 2020.
La Confédération européenne des syndicats juge également le projet de la Commission trop peu ambitieux. “La Commission peut et doit adopter une stratégie plus ambitieuse afin d’éliminer les cancers liés au travail. L’étendue du problème demande des mesures plus radicales et plus rapides. L’UE doit élaborer un plan d’action pour prévenir les cancers d’origine professionnelle et l’intégrer dans le prochain socle européen des droits sociaux”, a déclaré Esther Lynch, en charge de la santé au travail à la Confédération européenne des syndicats (CES).
La première liste de VLEP est en cours de discussion et les amendements du Parlement européen seront votés en avril 2017. Le texte final devra être adopté par le Parlement et le Conseil dans le courant de l’année.
*L’epichlorohydrin, l’ethylene dibromide, l’ethylene dichloride, le 4,4- methylenedianiline, le trichloroethylene.
En savoir plus :
Le communiqué de la Commission (10 janvier 2017) (pdf – 60,31 Ko)
Le communiqué de la CES (10 janvier 2017) (pdf – 166,60 Ko)
Le document de travail de la Commission (pdf – 1,64 Mo)
Vogel, L., Cancer au travail : chantier ouvert pour une meilleure législation, HesaMag n°14 (pdf – 332,55 Ko)
fonte ETUI.ORG
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17 janvier 2017
Les travailleurs américains de l’industrie du BPA contaminés par cette substance chimique
Les travailleurs américains dans les industries qui utilisent ou fabriquent du bisphénol A (BPA) ont en moyenne 70 fois plus de ce produit chimique dans leur corps que la population générale – des niveaux nettement supérieurs à ceux à partir desquels un impact sur la santé reproductive a été démontré, selon une étude publiée début janvier 2017.
En 2013 et 2014, 77 travailleurs de six entreprises différentes qui fabriquent du BPA, des résines BPA ou de la cire contenant du BPA ont fourni des échantillons d’urine après deux jours consécutifs de travail. Le BPA total moyen dans leur urine était 70 fois plus élevé que celui détecté par une étude menée en 2013 et 2014 parmi la population adulte des États-Unis, selon l’étude publiée dans Annals of Work Exposures and Health.
Le National Institute for Occupational Safety (NIOSH), l’organisme fédéral chargé de prévenir les accidents du travail et les maladies professionnelles, a mené l’étude.
Les niveaux détectés chez un travailleur atteignaient jusqu’à 18 900 microgrammes par gramme de BPA dans son urine après deux jours consécutifs de travail. Le taux médian de BPA dans le grand public est d’un peu moins de 2 microgrammes par gramme.
Les auteurs ont identifié 73 entreprises américaines qui produisent du BPA. Cependant, 15 n’ont pas répondu aux demandes d’enquête et 15 ont déclaré ne plus produire ou utiliser le BPA. Source: http://www.environmentalhealthnews.org/
En savoir plus :
Hines C.J. et al., Urinary Bisphenol A (BPA) Concentrations among Workers in Industries that Manufacture and Use BPA in the USA, Annals of Work Exp… (pdf – 371,79 Ko)
http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=5200&Itemid=2
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FONTE SALUTEINTERNAZIONALE.INFO
Contro il mercato della salute. Intervista a Iona Heath
14 dicembre 2016 – 10:10
A cura di Federica Lavarini
Lo Stato sociale, considerato il grande pilota del progresso sociale post-bellico, è oggi visto come uno sperpero di ricchezza e di impresa. Viviamo sotto la dittatura del capitalismo finanziario e prevale la tirannia del profitto. La medicina è diventata oggi complice dell’errata aspirazione a cercare soluzioni tecnologiche all’eterno problema esistenziale posto dalla finitezza della vita e dall’ineludibilità della sofferenza.
Iona Heath, già medico di base e per molto tempo presidente del Royal College of General Practicioners, ha guidato tra il 2004 e il 2009 il comitato etico del British Medical Journal. Da sempre impegnata nel condannare la progressiva privatizzazione dell’assistenza medica, nel suo ultimo breve saggio, Contro il mercato della salute, compie un’analisi sulla condizione dei sistemi sanitari nei paesi sviluppati, con una particolare attenzione alle disuguaglianze nella salute e nell’accesso alle cure. Da anni punto di riferimento di un’idea di salute che contrasta l’overdiagnosis e le politiche sanitarie discriminatorie, Iona Heath ritiene che il sistema sanitario sia la soluzione tecnica che la politica propone a un problema soprattutto sociale.
Le abbiamo rivolto alcune domande sul ruolo dei determinanti sociali della salute e delle politiche sanitarie, e su quanto influiscano sulla qualità della vita e sul benessere degli individui.
Quali sono oggi i più importanti determinanti sociali della salute?
La povertà, direi, è il principale: tutti i determinanti sociali della salute sono in stretta relazione con condizioni di povertà, non solo di tipo economico. C’entrano anche la quantità e la qualità del lavoro, l’accesso alla educazione. Qualsiasi tipo di privazione si possa pensare quando si parla di povertà, alla fine tende a ridursi in povertà finanziaria, inasprita talvolta da fattori come il razzismo, la discriminazione di genere (e non solo), e l’intolleranza religiosa. Credo che oggi sia molto importante dare alle persone la possibilità di una migliore distribuzione di risorse e di opportunità rispetto a quanto vediamo accadere tutti i giorni. È fondamentale per ogni individuo avere la possibilità di vivere in modo produttivo e appagante, per dare un senso alla propria vita. Anche questi, a mio parere, sono da considerarsi fattori essenziali per una condizione di benessere. Kenneth Calman , uomo di medicina e ricercatore scozzese, ha definito la qualità della vita come il divario tra aspettativa ed esperienza. Ecco, in fatto di salute, credo che le aspettative di rado corrispondano all’esperienza. La definizione dell’OMS di completo benessere psicofisico rimuove la dimensione della qualità della vita suscitando delusione, e anche rabbia, nelle persone e senso di frustrazione nei medici. La salute non corrisponde a uno stato di perfezione ed è costruita socialmente all’intersezione fra biologia e cultura. La sua definizione, a seconda del momento storico e del contesto in cui si vive, può cambiare.
Da che cosa dipende l’attuale disattenzione verso i determinanti sociali della salute?
In molti paesi le élite politiche stanno facendo sì che i ricchi diventino ancora più ricchi, trascinando i poveri a essere ancora più poveri, e permettendo nuovi depauperamenti socio-economici. Ora, se si collega questo trend al tema della salute lo scenario che si propone è il seguente: è il singolo cittadino, con i propri mezzi, che deve provvedere alla propria salute. Ciò significa avallare una sorta di modernizzazione dei determinanti sociali della salute che vengono così spogliati del loro vero significato e alla fine ignorati. Lo Stato sociale, considerato il grande pilota del progresso sociale post-bellico, è oggi visto come uno sperpero di ricchezza e di impresa. Viviamo sotto la dittatura del capitalismo finanziario e prevale la tirannia del profitto. E se questo è il contesto, difficile parlare di care (l’insieme di attenzione, sollecitudine, condivisione e dedizione) sacrificata per lo più alle procedure mediche. La medicina è diventata oggi complice dell’errata aspirazione a cercare soluzioni tecnologiche all’eterno problema esistenziale posto dalla finitezza della vita e dall’ineludibilità della sofferenza.
SEGUE SU FONTE
http://www.saluteinternazionale.info/2016/12/contro-il-mercato-della-salute-intervista-a-iona-heath/
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