newsletter diario prevenzione 21 giugno 2013 – vol.n ° 73


newsletter diario prevenzione

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21 giugno  2013   vol.n°  73

notizie, documenti e link sui temi del governo dell’ambiente, della salute
e della sicurezza nel lavoro
e sulla responsabilità sociale d’impresa

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SEMPLIFICAZIONI DEGLI ADEMPIMENTI FORMALI IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO, UN NUOVO “PORCELLUM”?


Il primo quesito si pone sul titolo: andremo a verificare se corrisponda al vero che gli adempimenti “semplificati” o eliminati siano solo “formali”  (burocratici e inutili ) o se abbiano anche un contenuto sostanziale.
In altri termini con questa breve nota cercheremo , in base alla nostra esperienza e alle nostre conoscenze, di valutare gli effetti e le criticità di questa operazione che si vuole fare apparire senza costi per la Pubblica Amministrazioni e per le imprese.

Al contrario noi pensiamo che l’indebolimento di alcune procedure per la gestione della salute e della sicurezza rischiano di produrre in un tempo non lungo rilevanti costi economici e sociali  nel campo dell’assistenza sanitaria e sociali per il surplus di lavoratori che si ammaleranno…

Metodo di lavoro

Per ogni articolo del DdL semplificazioni per la specifica materia salute e sicureza distribuito ai Ministeri il giorno 11 giugno u.s. vi è una nostra nota di commento e di valutazione nostra ( il documento è scaricabile da questo indirizzo, clicca qui
http://www.roars.it/online/wp-content/uploads/2013/06/Ddl-semplificazioni-diramato-ai-Ministeri-11-giugno-2013-3.pdf  )


ART.6

Sotto l’apparente e legittima volontà di semplificare si introducono criteri che possono generare una gestione confusa della sorveglianza sanitaria e della formazione . Il criterio della durata delle 50 giornate lavorative non qualifica la rischiosità della esposizione. Facciamo alcuni esempi: vi sono microaziende o singoli che svolgono lavori molto rischiosi come entrare per riparazioni, pulizie e manutenzioni in reattori chimici con esposizioni molto intense.Questi lavori durano poco, a volte meno di 50 giorni anno,  ma sono molto rischiosi, che facciamo, lasciamo questi lavoratori scoperti ?
Vale la formazione svolta in precedenza, magari quando lavoravano, nella missione precedente, nella raccolta della frutta?

All’estensore della norma d’indirizzo vogliamo ricordare che molti dei lavoratori morti nella tragedia Mecnavi erano al “primo” giorno di lavoro e quel lavoro non sarebbe certamente durato 50 giornate…

Il lavoro “liquido” composto di tanti frammenti va tutelato con un provvedimento ad hoc che faccia sintesi della storia lavorativa del lavoratore ogni anno e le coperture della sorveglianza sanitaria e della formazione alla sicurezza vanno commisurate a proteggere questa tipologia di lavoratori presenti negli appalti di manutenzione, pulizie, in agricoltura, nella gestione e selezione rifiuti pericolosi, ecc

La scrittura del decreto nella attuale formulazione è inaccettabile perchè espone una massa di lavoratori precari ad una scopertura di fatto: nessuna azienda vorrà assumere l’onere della formazione e della sorveglianza sanitaria per loro….
In buona sostanza questi lavoratori saranno emarginati dal sistema di tutele: ” ma io pensavo che la formazione e la sorveglianza sanitaria l’avesse fatta il tuo datore di lavoro precedente….”


ART.7

Il problema della definizione del “basso rischio” cui applicare la semplificazione rispetto alla elaborazione del DUVRI è aperto a tutto campo. Come si definisce una situazione di più imprese che operano nello stesso spazio, cantiere, sito rispetto alla classificazione basso, medio , alto….

Prendiamo il caso dell’allestimento di una fiera, nello stesso sito operano decine di aziende che svolgono attività diverse, con diversi gradienti di rischio, dalla logistica , agli impianti elettrici , al montaggio degli stand, ecc.
Basta un preposto a tamponare eventuali errori di progettazione delle sequenze lavorative ? Nei fatti si dice che la gestione della sicurezza e l’individuazione delle sequenze dei diversi lavori per evitare le interferenze non viene più progettata e prevista ex ante con un cronogramma preciso e coordinato, ma viene lasciato ad un preposto che deve intervenire in tempo reale per impedire le interferenze….
Il solerte burocrate che ha compilato questo capolavoro, nella relazione ci rammenta che la semplificazione incide su di un costo di 390 milioni all’anno. Sono i Duvri che costano 390 milioni …?

Ma per favore!!  il DUVRI è solo l’espressione scritta della progettazione del lavoro in sicurezza che deve fare parte integrante del progetto attuativo dell’opera. Con  questi riferimenti il legislatore ci conferma che si vuole risparmiare sulla progettazione dei lavori di cantiere, sulle loro sequenze, affidando ad un semplice preposto un ruolo tampone rispetto a quella progettazione preventiva  della sicurezza che doveva  essere svolta nella fase progettuale dell’opera.
Purtroppo vi sono stato tecnici disonesti che hanno venduto alle imprese dei pseudo duvri che non avevano nessuna correlazione con il progetto dell’opera, ma questo è un altro problema che si risolve coi carabinieri…

Quanto costerà oltre i 390 milioni per il maggior numero d’incidenti  l’abbandono, di fatto,  della progettazione preventiva della sicurezza ?

ART.8

Facciamo rilevare che i piccoli cantieri e di breve durata non gestiti non sono meno pericolosi dei grandi cantieri gestiti


ART.9

Nei fatti, con la modifica del 1124,abrogazione dell’art.54,  si afferma che le ASL e le altre autorità preposte (Asl,  magistratura e i carabinieri )  non faranno più l’indagine immediata  a fronte di un incidente grave e mortale sulle eventuali  cause e sulle responsabilità che hanno determinato lo stesso incidente . Per essere informati dovranno accedere al  database dell’Inail . La magistratura sarà informata dall’Inail ? E gli ispettori senza benzina avranno un buon motivo per non fare l’indagine infortuni ?
Perchè gli UPG delle ASL non vengono menzionati ? Sono loro che svolgono con competenza queste funzioni .

Nei fatti con questo articolo si decide che le indagini sulle responsabilità dei datori di lavoro si faranno se  ci sono i soldi in cassa per farle. Per uno stato di diritto questo è un delirio ed una offesa alla dignità dei lavoratori che muoiono sul lavoro e per le loro famiglie. I lavoratori sopravissuti o i famigliari dei deceduti potranno richiedere che la DPL faccia l’indagine sulle cause che hanno generato l’incidente. La DPL ha quattro giorni per rispondere, salvo che abbia i funzionari per fare l’indagine…
In ogni caso in questo articolato si ignora la funzione vigilante della magistratura rispetto alla individuazione di eventuali reati.
Questo articolo viola verosimilmente molte norme del codice penale. Con questi criteri, la non tempestività dell’indagine nel caso d’incidenti gravi e mortali da modo ai responsabili di alterare le dinamiche e i luoghi ove si sono svolti gli eventi, nei fatti si opera per eliminare una ricerca oggettiva delle eventuali responsabilità del datore di lavoro  rispetto all’evento accaduto.

ART. DAL 10 AL 14

Alcune proposte sono ragionevoli e si può svolgere un confronto serrato per migliorare i testi e vigilare sui decreti attuativi


ART.15

Consultazioni dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza

Questo articolo disvela, per la furberia maldestra da bar sport, che nella scrittura del testo vi è stato un intervento forte di una “certa” Associazione datoriale.

All’art.18, comma 1 , lettera S, del decreto 9 aprile 2008 n.81 e successive modificazioni, dopo le parole “consultare” sono aggiunte “anche in via telematica”

Dove sta la furberia ? Sta nel fatto che i proponenti hanno in mente di trasformare “anche” in “solo e sempre”. Ridurre la consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ad un atto burocratico digitale inutile.

Mentre le strategie d’impresa più avvedute utilizzano moltissimo il ruolo del RLS per comunicare coi lavoratori, per comprendere, a volte,  comportamenti e situazioni critiche che possono pregiudicare la gestione della sicurezza, il normatore sceglie di accogliere la versione aziendale più ottusa delle relazioni con il RLS.
Trasformare la consultazione preventiva sulla valutazione del rischio, sulla scelta del MC, come questioni da trattare con una mail vuol dire essere lontani mille miglia da una visione concreta e di prospettiva del ruolo della partecipazione dei lavoratori nella gestione della sicurezza.

Peraltro l’Italia, se dovesse passare questa logica di semplificazione, verosimilmente,  andrebbe in procedura d’infrazione per quanto attiene la sostanza dell’art.11 della Direttiva 391.89 ( partecipazione bilanciata tramite il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ).
La realtà in molte aziende anche PMI  è molto più avanti delle posizioni retrive dei funzionari delle associazioni datoriali e dei ministri che li ascoltano.


Prime e parziali conclusioni

Le semplificazioni sono operazioni serie e vanno fatte con persone competenti che salvaguardino il merito, la sostanza e gli obiettivi della norma che s’intende semplificare. In questo caso una sequenza di Ministri per caso hanno posto mano alla materia affidandosi ai rappresentanti delle associazioni impreditoriali per la scrittura dei loro desiderata negli obiettivi di semplificazione.
Questa è la ragione di questo nuovo “porcellum” riferito alla semplificazione in materia di norme per la tutela della salute dei lavoratori.

Continueremo la lettura integrale del provvedimento perchè è possibile che vi siano molte altre trappole disseminate contro i diritti dei cittadini, in nome della semplificazione.

Gino Rubini, editor di diario prevenzione

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NOTIZIE AMBIENTE SALUTE
SICUREZZA LAVORO

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Ministro replica a deputato Boccuzzi:  tagliamo solo oneri informativi

“Voglio rassicurare il deputato Antonio Boccuzzi: le semplificazioni non toccano in alcun modo i livelli di tutela dei lavoratori. Anzi, con lo snellimento degli adempimenti formali si liberano risorse da concentrare sulle misure per rafforzare la sicurezza sul posto di lavoro”. Cosi Gianpiero D’Alia, ministro per la PA e la Semplificazione.

martedì 18 giugno 2013

Commento

Il Ministro GianPiero D’Alia non sa di cosa parla, questo è il problema di questo governo, legiferano sulla base delle pressioni delle Associazioni datoriali e trasformano in DL le veline padronali . Spiace dirlo, ma è cosi.E’ stata consultata la Commissione e art 6 d.lgs 81 o la consulteranno in via telematica…. : -)    ?

Gli oneri “informativi” nel campo della prevenzione sono fondamentali.

La consultazione per via telematica del RLS è una idiozia e verosimilmente una infrazione all’art 11 della Direttiva 391.89,…tanto vale eliminare l’istituto del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza …editor

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Sicurezza sul lavoro: nel Dl per le semplificazioni di oggi modifiche peggiorative

di Marco Bazzoni

Nel decreto legge per le semplificazioni che verrà approvato il 19 Giugno dal CdM (all’inizio doveva essere approvato come ddl), ci sono molte modifiche peggiorative alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
Come se bastasse diminuire le norme per la sicurezza sul lavoro ( tra l’altro sulla pelle dei lavoratori): per far ripartire le imprese italiane ed il Paese ci vorrà ben altro!
Evidentemente non deve essere bastato il Dlgs 106 del 3 Agosto 2009 (decreto correttivo per la sicurezza sul lavoro), che ha stravolto il TU per la sicurezza sul lavoro voluto dal Governo Prodi (Dlgs 81/08), con sanzioni dimezzate ai datori di lavoro, dirigenti e preposti, norma salva.manager, ecc.

Non deve essere bastata la procedura d’infrazione che il nostro Paese ha in corso (procedura 2010/4227), fatta aprire grazie alla mia denuncia.

segue su fonte

http://whttp://dprevenzione.wordpress.com/2013/06/18/190613-diritto-alla-sessualita/ww.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3905&Itemid=2

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E’ disponibile on line il numero 29 della Rivista  PdE
Rivista di psicologia applicata all’emergenza, alla sicurezza e all’ambiente
n.29  giugno 2013

LA RIVISTA

http://www.diario-prevenzione.it/docbiblio/PdE%20n%2029.pdf

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19/06/13 – DIRITTO ALLA SESSUALITA’

Ringraziamo il Prof.Riccardo Dominici per questa  segnalazione. Questo articolo viene riprodotto anche sul Blog di diario prevenzione per consentire un dibattito sul tema. L’articolo sul Blog

https://dprevenzione.wordpress.com/2013/06/18/190613-diritto-alla-sessualita/

Gentile Diario Prevenzione

sono stato stimolato a scrivere dal vostro sollecito a segnalare argomenti di possibile interesse comune.
Il caso che vi segnalo è un gravissimo infortunio sul lavoro subito da un lavoratore che è stato schiacciato da una apparecchiatura che stava montando ed ha riportato fratture vertebrali, del bacino, del femore, un disastro; tra l’altro la lesione dell’uretra con conseguente impotenza coeundi. Iniezioni intracavernose e Viagra riescono in parte a fargli raggiungere l’erezione (dolorosa!).

Questi presidi terapeutici sono molto costosi e rappresentano quel danno patrimoniale emergente futuro previsto dal diritto.

Ora io (Consulente di parte) sto lottando con il CTU che ritiene che il lavoratore abbia necessità (?) diritto (?) ad una sola attività sessuale settimanale. La cosa mi sembra assolutamente scandalosa ed è per questo che ne dò qui notizia e sollecito un dibattito. Tra l’altro questo tipo di pazienti, che presentano dubbi sulla loro potenza sessuale, ricercano nuove prove per il loro deficit; inoltre lo stesso sessuologo ha consigliato di avere una attività sessuale frequente per cercare di mantenere la funzionalità. E’ un argomento delicato, ma dobbiamo avere il coraggio di affrontare gli argomenti delicati.

Dobbiamo, io credo, fare uno sforzo culturale per recepire nel benessere del lavoratore anche la sessualità: la salute non è solo assenza di malattia (e qui di malattia ce ne è tanta), ma stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. La sessualità non può essere concessa a gettone al lavoratore.
Scusatemi lo sfogo.

Riccardo Dominici

Riccardo & Albertina Dominici
Medicina Legale e Psicoterapia
ROMA

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18/06/13  – OiRA: strumenti semplici e gratuiti per una procedura lineare di valutazione dei rischi.

La valutazione dei rischi è un primo passo indispensabile per prevenire gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. L’OiRA, lo strumento di valutazione interattiva dei rischi online, semplifica questa procedura, fornendo le risorse e il know-how necessari per consentire alle microimprese e alle piccole imprese di valutare autonomamente i propri rischi. Disponibili gratuitamente sul web, gli strumenti OiRA sono facilmente accessibili e semplici da usare. OiRA offre una soluzione per fasi al processo di valutazione dei rischi, la cui prima fase è l’identificazione dei rischi sul luogo di lavoro; successivamente l’utente è guidato attraverso il processo di attuazione delle azioni preventive, per concludere con il monitoraggio e la comunicazione dei rischi.

segue su fonte EU-OSHA

https://osha.europa.eu/it/topics/oira

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18/06/13 – Commissione consultiva sicurezza lavoro, proposte per strategia nazionale prevenzione

Pubblicato il 14 giugno dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro il documento “Strategia nazionale di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.”

Si tratta di un documento programmatico approvato dalla Commissione in via definitiva nella seduta dello scorso 29 maggio che contiene proposte e indicazioni operative per le  future attività istituzionali per la prevenzione della sicurezza, la promozione della cultura della sicurezza, la vigilanza, e la tutela degli esposti ed ex esposti all’amianto.

Da una prima lettura riteniamo che sia insufficiente in questo elaborato l’analisi delle trasformazioni organizzative che hanno  cambiato in profondità le condizioni di lavoro e le costrittività. Queste trasformazioni hanno ridisegnato le stesse forme di esposizione ai rischi, tempi , modi e strumenti d’intervento preventivo del passato sono armi spuntate in molte realtà produttive. Su questo occorre un supplemento di ricerca e di elaborazione per integrare le proposte della Commissione che rischiano di rimanere un involucro burocratico estraneo ai flussi che generano i rischi nelle concrete realtà produttive di oggi.

IL DOCUMENTO

http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/SicurezzaLavoro/PrimoPiano/20130614_strategia_+nazionale.htm

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Cassazione Penale, Sez. 4, 13 giugno 2013, n. 25986 – Caduta di una torre (cd. americana)

Responsabilità per infortunio di due persone a seguito della caduta di una torre, composta da due montanti e da una traversa, sulla quale erano stati collocati i proiettori di scena per uno spettacolo musicale.

Secondo l’accusa, l’imputato,  legale rappresentante della ” M. srl”, che aveva realizzato e fornito la torre (cd. “americana”) denominata “Trabes Euro 90”- aveva, per colpa generica e specifica, quest’ultima individuata nella violazione dell’art. 6 co. 3 del d.lgs n. 626/94, cooperato nella produzione dell’evento, avendo fornito la predetta torre senza le relative istruzioni di montaggio in cui si facesse esplicito riferimento alla necessità, nel caso di utilizzazione all’aperto, di dotare il manufatto, oltre che di controventature poste alla base dei tralicci, di ulteriori solidi ancoraggi (cavi di controventatura infissi al suolo) che ne garantissero la stabilità anche in presenza di sollecitazioni dinamiche, come quelle causate dal vento.

Condannato in primo e secondo grado, ricorre in Cassazione – Rigetto.

“La condotta dell’imputato è stata comunque certamente caratterizzata da imperizia, imprudenza e negligenza, atteso che la fornitura di una struttura come quella in oggetto non poteva non essere accompagnata dalla consegna di specifiche istruzioni ed indicazioni concernenti le modalità di installazione della stessa. In realtà, il montaggio di una torre, destinata a sostenere in sospensione attrezzature e/o persone, costituita da tralicci verticali e da una traversa orizzontale, non poteva prescindere dall’indicazione, da parte del fabbricante, di precise istruzioni, anche e specialmente di quelle concernenti il rispetto di norme di sicurezza volte ad evitare possibili incidenti.

In tale prospettiva, al venditore della struttura incombeva l’obbligo dì individuare i possibili rischi connessi con la destinazione della stessa ed il suo posizionamento, tenendo anche conto dell’altezza della struttura, e di indicare compiutamente gli interventi ritenuti necessari ai fini della sicurezza. Individuazioni ed indicazioni che avrebbero dovuto esser fornite all’acquirente attraverso la predisposizione e la consegna di un libretto di istruzioni, nel quale avrebbero dovuto prevedersi le modalità di installazione del manufatto, ovviamente diverse secondo l’utilizzo dello stesso ed il suo posizionamento in aree interne o esterne.”

segue su fonte

http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3900&Itemid=2

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14/06/13 – LE BISPHÉNOL A POURRAIT ÊTRE À L’ORIGINE DES TACHES BLANCHES SUR NOS DENTS

Alors que le gouvernement devrait bientôt annoncer sa stratégie pour protéger la population des perturbateurs endocriniens, la liste des risques probables d’une exposition au bisphénol A (Bpa) s’alourdit. Une étude publiée dans The American Journal of Pathology et coordonnée par Katia Jedéon, chercheuse à l’Inserm, indique que le Bpa pourrait altérer l’émail de nos dents.

Ces travaux montrent, en effet, que des taches blanches ou jaunâtres apparaissent sur les dents des rats exposés à faibles doses à cette substance chimique. Pour la scientifique, qui avait présenté ces résultats lors d’un colloque organisé les 10 et 11 décembre dernier à Paris sur les perturbateurs endocriniens, la présence de ce type d’anomalies sur les dents des enfants pourrait être « un marqueur d’une exposition périnatale au Bpa et à d’autres perturbateurs endocriniens du même type ».

Selon Katia Jedéon, cette découverte est à rapprocher d’un trouble, l’hypominéralisation des molaires et des incisives (Mih), qui touche entre 16 et 18 % des enfants et qui se caractérise par des taches blanches ou jaunes sur les incisives ou les premières molaires. Les causes de ce phénomène, qui apparaît avant l’âge de 6 ans, étaient restées inconnues jusqu’à ce jour. Il pourrait être la marque d’une exposition in utero au bisphénol A ou à un autre perturbateur endocrinien. De fait, seuls les rats exposés au Bpa ont développé ces taches ; elles ne sont apparues chez aucun rat du groupe témoin, autrement dit, ceux qui n’étaient pas en contact avec le produit. Un effet d’autant plus préoccupant que les animaux étaient exposés à des doses dix fois plus faibles que la limite autorisée par l’Autorité européenne de sécurité des aliments (Efsa).

L’étude montre, en outre, que le Bpa interviendrait sur deux gènes, impliqués dans la formation de l’émail. Interdit dans les biberons depuis 2011 et dans les ustensiles pour les enfants depuis 2013, le bisphénol est encore présent dans les plastiques et les résines des boîtes de conserve. Il sera banni de tous les contenants alimentaires en 2015.

FONTE VIVA.PRESSE.FR

http://www.viva.presse.fr/le-bisphenol-pourrait-etre-origine-des-taches-blanches-sur-nos-dents-167686

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14/06/13 – MEDICO COMPETENTE: ULTIME NOVITÀ SULL’ALLEGATO 3B

La Circolare del Ministero della Salute del 10 giugno 2013 chiarisce le scadenze per l’invio dei dati sanitari da parte del medico competente e la decorrenza della sanzione. A cura di A. Guardavilla.

segue su fonte PUNTOSICURO.IT

http://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/tipologie-di-contenuto-C-6/sorveglianza-sanitaria-malattie-professionali-C-60/medico-competente-ultime-novita-sull-allegato-3b-AR-12936/

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14/06/13 – MONOGRAFIA IARC SU CAMPI A RADIOFREQUENZA

Nel maggio 2011 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza tra gli agenti “possibilmente cancerogeni (gruppo 2B)”, rilanciando allarmi e polemiche che sembravano ormai sopiti. L’uscita della monografia esplicativa relativa alla classificazione era attesa per la fine del 2012, ma è stata posticipata di alcuni mesi e pubblicata lo scorso 24 aprile. L’argomento principale di questa monografia è la valutazione dei potenziali effetti cancerogeni dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (30 kHz – 300 GHz), con particolare riferimento alla telefonia cellulare, il tutto attraverso l’analisi in chiave critica della letteratura scientifica condotta fino ad oggi. La versione integrale della monografia può essere scaricata direttamente dal sito della IARC, all’indirizzo: www.iarc.fr

Scarica la monografia

http://monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol102/mono102.pdf

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Prévenir les risques biologiques dans les stations d’épuration des eaux usées
Les principales sources d’expositions  Mis en ligne le 10 juin 2013

Une nouvelle brochure de l’INRS détaille les mesures de prévention à adopter pour protéger la santé du personnel des stations d’épuration des eaux usées et mieux cerner les sources d’exposition à des agents biologiques dangereux (toxines, endotoxines, micro-organismes…).

segue su fonte INRS

http://www.inrs.fr/accueil/header/actualites/brochure-ed6152-station-epuration-eaux-usees.html

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INCIDENTI LAVORO: CADE DA ALBERO, MORTO.ERA IMPEGNATO IN CAPITOZZATURA PER SICUREZZA VOLI AEROPORTO

12 giugno, 19:20

Un operaio, George Demitru Corculeu, 28 anni, romeno, e’ morto in un incidente sul lavoro vicino all’aeroporto Sant’Anna di Crotone. L’uomo era impegnato nella capitozzatura di alcuni eucaliptus per conto di una ditta di Petilia Policastro (Crotone) appaltati dalla societa’ di gestione dell’aeroporto per garantire la sicurezza dei voli. Era in cima ad una pianta ed e’ precipitato da 4 metri rimanendo poi schiacciato dall’albero che aveva tagliato. Vano l’intervento del 118.

fonte ansa.it

http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/calabria/2013/06/12/Incidenti-lavoro-cade-albero-morto_8860969.html

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Santé et sécurité au travail: la Commission européenne lance une consultation tardive

Le 31 mai, la Commission européenne a lancé une consultation publique sur le nouveau cadre politique de l’UE en matière de santé et de sécurité au travail. Lors d’une récente conférence de l’ETUI, des représentants syndicaux ainsi que d’autres parties prenantes et décideurs politiques ont exprimé leur frustration face à la lenteur dont fait preuve la Commission pour présenter une nouvelle stratégie pluriannuelle en matière de santé et de sécurité.

Depuis 2002, la Commission a adopté et mis en œuvre deux stratégies en matière de santé et de sécurité au travail. La dernière stratégie est venue à échéance à la fin 2012, mais la Commission a jusqu’à présent hésité à formuler une nouvelle stratégie à long terme.

segue su fonte

http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3891&Itemid=2

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09:55 21/06/2013

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Cordiali saluti a tutt.*, grazie per l’attenzione

Gino Rubini, editor di www.diarioprevenzione.it

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Per favore non stampare questa newsletter
per non sprecare risorse energetiche ed ambientali . grazie

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SEMPLIFICAZIONI DEGLI ADEMPIMENTI FORMALI IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO, UN NUOVO “PORCELLUM”?


SEMPLIFICAZIONI DEGLI ADEMPIMENTI FORMALI IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO, UN NUOVO “PORCELLUM”?

Il primo quesito si pone sul titolo: andremo a verificare se corrisponda al vero che gli adempimenti “semplificati” o eliminati siano solo “formali”  (burocratici e inutili ) o se abbiano anche un contenuto sostanziale.
In altri termini con questa breve nota cercheremo , in base alla nostra esperienza e alle nostre conoscenze, di valutare gli effetti e le criticità di questa operazione che si vuole fare apparire senza costi per la Pubblica Amministrazioni e per le imprese.

Al contrario noi pensiamo che l’indebolimento di alcune procedure per la gestione della salute e della sicurezza rischiano di produrre in un tempo non lungo rilevanti costi economici e sociali  nel campo dell’assistenza sanitaria e sociali per il surplus di lavoratori che si ammaleranno…

Metodo di lavoro

Per ogni articolo del DdL semplificazioni per la specifica materia salute e sicureza distribuito ai Ministeri il giorno 11 giugno u.s. vi è una nostra nota di commento e di valutazione nostra ( il documento è scaricabile da questo indirizzo, clicca qui )


ART.6

Sotto l’apparente e legittima volontà di semplificare si introducono criteri che possono generare una gestione confusa della sorveglianza sanitaria e della formazione . Il criterio della durata delle 50 giornate lavorative non qualifica la rischiosità della esposizione. Facciamo alcuni esempi: vi sono microaziende o singoli che svolgono lavori molto rischiosi come entrare per riparazioni, pulizie e manutenzioni in reattori chimici con esposizioni molto intense.Questi lavori durano poco, a volte meno di 50 giorni anno,  ma sono molto rischiosi, che facciamo, lasciamo questi lavoratori scoperti ?
Vale la formazione svolta in precedenza, magari quando lavoravano, nella missione precedente, nella raccolta della frutta?

All’estensore della norma d’indirizzo vogliamo ricordare che molti dei lavoratori morti nella tragedia Mecnavi erano al “primo” giorno di lavoro e quel lavoro non sarebbe certamente durato 50 giornate…

Il lavoro “liquido” composto di tanti frammenti va tutelato con un provvedimento ad hoc che faccia sintesi della storia lavorativa del lavoratore ogni anno e le coperture della sorveglianza sanitaria e della formazione alla sicurezza vanno commisurate a proteggere questa tipologia di lavoratori presenti negli appalti di manutenzione, pulizie, in agricoltura, nella gestione e selezione rifiuti pericolosi, ecc

La scrittura del decreto nella attuale formulazione è inaccettabile perchè espone una massa di lavoratori precari ad una scopertura di fatto: nessuna azienda vorrà assumere l’onere della formazione e della sorveglianza sanitaria per loro….
In buona sostanza questi lavoratori saranno emarginati dal sistema di tutele: ” ma io pensavo che la formazione e la sorveglianza sanitaria l’avesse fatta il tuo datore di lavoro precedente….”


ART.7

Il problema della definizione del “basso rischio” cui applicare la semplificazione rispetto alla elaborazione del DUVRI è aperto a tutto campo. Come si definisce una situazione di più imprese che operano nello stesso spazio, cantiere, sito rispetto alla classificazione basso, medio , alto….

Prendiamo il caso dell’allestimento di una fiera, nello stesso sito operano decine di aziende che svolgono attività diverse, con diversi gradienti di rischio, dalla logistica , agli impianti elettrici , al montaggio degli stand, ecc.
Basta un preposto a tamponare eventuali errori di progettazione delle sequenze lavorative ? Nei fatti si dice che la gestione della sicurezza e l’individuazione delle sequenze dei diversi lavori per evitare le interferenze non viene più progettata e prevista ex ante con un cronogramma preciso e coordinato, ma viene lasciato ad un preposto che deve intervenire in tempo reale per impedire le interferenze….
Il solerte burocrate che ha compilato questo capolavoro, nella relazione ci rammenta che la semplificazione incide su di un costo di 390 milioni all’anno. Sono i Duvri che costano 390 milioni …?

Ma per favore!!  il DUVRI è solo l’espressione scritta della progettazione del lavoro in sicurezza che deve fare parte integrante del progetto attuativo dell’opera. Con  questi riferimenti il legislatore ci conferma che si vuole risparmiare sulla progettazione dei lavori di cantiere, sulle loro sequenze, affidando ad un semplice preposto un ruolo tampone rispetto a quella progettazione preventiva  della sicurezza che doveva  essere svolta nella fase progettuale dell’opera.
Purtroppo vi sono stato tecnici disonesti che hanno venduto alle imprese dei pseudo duvri che non avevano nessuna correlazione con il progetto dell’opera, ma questo è un altro problema che si risolve coi carabinieri…

Quanto costerà oltre i 390 milioni per il maggior numero d’incidenti  l’abbandono, di fatto,  della progettazione preventiva della sicurezza ?

ART.8

Facciamo rilevare che i piccoli cantieri e di breve durata non gestiti non sono meno pericolosi dei grandi cantieri gestiti


ART.9

Nei fatti, con la modifica del 1124,abrogazione dell’art.54,  si afferma che le ASL e le altre autorità preposte (Asl,  magistratura e i carabinieri )  non faranno più l’indagine immediata  a fronte di un incidente grave e mortale sulle eventuali  cause e sulle responsabilità che hanno determinato lo stesso incidente . Per essere informati dovranno accedere al  database dell’Inail . La magistratura sarà informata dall’Inail ? E gli ispettori senza benzina avranno un buon motivo per non fare l’indagine infortuni ?
Perchè gli UPG delle ASL non vengono menzionati ? Sono loro che svolgono con competenza queste funzioni .

Nei fatti con questo articolo si decide che le indagini sulle responsabilità dei datori di lavoro si faranno se  ci sono i soldi in cassa per farle. Per uno stato di diritto questo è un delirio ed una offesa alla dignità dei lavoratori che muoiono sul lavoro e per le loro famiglie. I lavoratori sopravissuti o i famigliari dei deceduti potranno richiedere che la DPL faccia l’indagine sulle cause che hanno generato l’incidente. La DPL ha quattro giorni per rispondere, salvo che abbia i funzionari per fare l’indagine…
In ogni caso in questo articolato si ignora la funzione vigilante della magistratura rispetto alla individuazione di eventuali reati.
Questo articolo viola verosimilmente molte norme del codice penale. Con questi criteri, la non tempestività dell’indagine nel caso d’incidenti gravi e mortali da modo ai responsabili di alterare le dinamiche e i luoghi ove si sono svolti gli eventi, nei fatti si opera per eliminare una ricerca oggettiva delle eventuali responsabilità del datore di lavoro  rispetto all’evento accaduto.

ART. DAL 10 AL 14

Alcune proposte sono ragionevoli e si può svolgere un confronto serrato per migliorare i testi e vigilare sui decreti attuativi


ART.15

Consultazioni dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza

Questo articolo disvela, per la furberia maldestra da bar sport, che nella scrittura del testo vi è stato un intervento forte di una “certa” Associazione datoriale.

All’art.18, comma 1 , lettera S, del decreto 9 aprile 2008 n.81 e successive modificazioni, dopo le parole “consultare” sono aggiunte “anche in via telematica”

Dove sta la furberia ? Sta nel fatto che i proponenti hanno in mente di trasformare “anche” in “solo e sempre”. Ridurre la consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ad un atto burocratico inutile.

Mentre le strategie d’impresa più avvedute utilizzano moltissimo il ruolo del RLS per comunicare coi lavoratori, per comprendere, a volte,  comportamenti e situazioni critiche che possono pregiudicare la gestione della sicurezza, il normatore sceglie di accogliere la versione aziendale più ottusa delle relazioni con il RLS.
Trasformare la consultazione preventiva sulla valutazione del rischio, sulla scelta del MC, come questioni da trattare con una mail vuol dire essere lontani mille miglia da una visione concreta e di prospettiva del ruolo della partecipazione dei lavoratori nella gestione della sicurezza.

Peraltro l’Italia, se dovesse passare questa logica di semplificazione, verosimilmente,  andrebbe in procedura d’infrazione per quanto attiene la sostanza dell’art.11 della Direttiva 391.89 ( partecipazione bilanciata tramite il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ).
La realtà in molte aziende anche PMI  è molto più avanti delle posizioni retrive dei funzionari delle associazioni datoriali e dei ministri che li ascoltano.


Prime e parziali conclusioni

Le semplificazioni sono operazioni serie e vanno fatte con persone competenti che salvaguardino il merito, la sostanza e gli obiettivi della norma che s’intende semplificare. In questo caso una sequenza di Ministri per caso hanno posto mano alla materia affidandosi ai rappresentanti delle associazioni impreditoriali per la scrittura dei loro desiderata negli obiettivi di semplificazione.
Questa è la ragione di questo nuovo “porcellum” riferito alla semplificazione in materia di norme per la tutela della salute dei lavoratori.

Continueremo la lettura integrale del provvedimento perchè è possibile che vi siano molte altre trappole disseminate contro i diritti dei cittadini, in nome della semplificazione.

Gino Rubini, editor di diario prevenzione

semplificazioni e gestione della salute e sicurezza dei lavoratori


‘Ministro replica a deputato Boccuzzi:  tagliamo solo oneri informativi

 

“Voglio rassicurare il deputato Antonio Boccuzzi: le semplificazioni non toccano in alcun modo i livelli di tutela dei lavoratori. Anzi, con lo snellimento degli adempimenti formali si liberano risorse da concentrare sulle misure per rafforzare la sicurezza sul posto di lavoro”. Cosi Gianpiero D’Alia, ministro per la PA e la Semplificazione.

 

martedì 18 giugno 2013

Commento

Il Ministro GianPiero D’Alia non sa di cosa parla, questo è il problema di questo governo, legiferano sulla base delle pressioni delle Associazioni datoriali e trasformano in DL le veline padronali . Spiace dirlo, ma è cosi.

E’ stata consultata la Commissione e art 6 d.lgs 81 o la consulteranno in via telematica…. : -)    ?  A QUANTO PARE  LA COMPONENTE SINDACALE DELLA COMMISSIONE EX ART.6  NON PARE SI SIA ACCORTA DELL’ELEFANTE CHE E’ PASSATO SOTTO IL LORO NASO…. E IL COORDINAMENTO DELLE REGIONI TACE ….

I cosìdetti oneri “informativi” nel campo della prevenzione sono fondamentali, solo alcune procedure possono essere eliminate, la soppressione di altre può generare danni irreversibili…

La consultazione per via telematica del RLS è una idiozia e verosimilmente una infrazione all’art 11 della Direttiva 391.89,…tanto vale eliminare l’istituto del rappresentante dei lavoratori per l sicurezza …editor

19/06/13 – DIRITTO ALLA SESSUALITA’


Ringraziamo il Prof.Riccardo Dominici per questa  segnalazione. Questo articolo viene riprodotto anche sul Blog di diario prevenzione per consentire un dibattito sul tema. L’articolo sul Blog

Gentile Diario Prevenzione

sono stato stimolato a scrivere dal vostro sollecito a segnalare argomenti di possibile interesse comune.
Il caso che vi segnalo è un gravissimo infortunio sul lavoro subito da un lavoratore che è stato schiacciato da una apparecchiatura che stava montando ed ha riportato fratture vertebrali, del bacino, del femore, un disastro; tra l’altro la lesione dell’uretra con conseguente impotenza coeundi. Iniezioni intracavernose e Viagra riescono in parte a fargli raggiungere l’erezione (dolorosa!). Questi presidi terapeutici sono molto costosi e rappresentano quel danno patrimoniale emergente futuro previsto dal diritto.
Ora io (Consulente di parte) sto lottando con il CTU che ritiene che il lavoratore abbia necessità (?) diritto (?) ad una sola attività sessuale settimanale. La cosa mi sembra assolutamente scandalosa ed è per questo che ne dò qui notizia e sollecito un dibattito. Tra l’altro questo tipo di pazienti, che presentano dubbi sulla loro potenza sessuale, ricercano nuove prove per il loro deficit; inoltre lo stesso sessuologo ha consigliato di avere una attività sessuale frequente per cercare di mantenere la funzionalità. E’ un argomento delicato, ma dobbiamo avere il coraggio di affrontare gli argomenti delicati. Dobbiamo, io credo, fare uno sforzo culturale per recepire nel benessere del lavoratore anche la sessualità: la salute non è solo assenza di malattia (e qui di malattia ce ne è tanta), ma stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. La sessualità non può essere concessa a gettone al lavoratore.
Scusatemi lo sfogo.

Riccardo Dominici

Riccardo & Albertina Dominici
Medicina Legale e Psicoterapia

newsletter diario prevenzione 12 giugno 2013 vol.n° 72


newsletter diario prevenzione

www.diario-prevenzione.it

12 giugno  2013   vol.n°  72

notizie, documenti e link sui temi del governo dell’ambiente, della salute
e della sicurezza nel lavoro
e sulla responsabilità sociale d’impresa

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Diritti e flessibilità: dov’è la flessibilità “buona” ?

Segnaliamo e pubblichiamo in questo numero della newsletter l’articolo del Prof.Umberto Romagnoli : ” La transizione infinita verso la flessibilità “buona” apparso sulla rivista INCHIESTAONLINE.IT

In questo articolo con straordinaria chiarezza Romagnoli rappresenta il processo con il quale è stata “legalizzata” “…la coercizione proveniente dal capitalismo contemporaneo “.

Il percorso che hanno intrapreso le classi dirigenti italiane per decostruire il diritto del lavoro del secolo appena scorso è descritto nell’articolo  con grande precisione così come sono descritti gli artefatti normativi per legittimare la frantumazione del lavoro e dell’identità e autostima del lavoratore come attore sociale e cittadino.

Molti aspetti della visione proposta da Romagnoli sono risposte ai dubbi e alle criticità che vivono in quest’epoca coloro che si occupano per ragioni di ruolo professionale o di rappresentanza della prevenzione e della tutela della salute dei lavoratori. La lettura di quest’articolo come delle opere del Prof Romagnoli è un  passaggio ineludibile per chi si occupa di condizioni di lavoro, di salute e sicurezza: non vi può essere una gestione preventiva dei rischi per la salute e la sicurezza in un mondo del lavoro con diritti dimezzati o inesistenti. editor

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Passiamo ora ad una altro argomento che può interessare i lettori della newsletter. Stiamo ristrutturando il sito e la newsletter di diario prevenzione.

La redazione della newsletter invita i lettori a segnalare gli argomenti che desiderano che siano trattati. In ogni numero della newsletter pubblicheremo un approfondimento su argomenti richiesti dai lettori . Per segnalare alla redazione le richieste di approfondimenti è sufficiente inviare una mail alla redazione  newsdiario-prevenzione@live.it  .

Stiamo altresì lavorando per un rinnovo del portale con il superamento delle strozzature date dal software gestionale “invecchiato” troppo rapidamente.

A tutte / i buon lavoro

editor



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NOTIZIE AMBIENTE SALUTE
SICUREZZA LAVORO

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12/06/13 – UMBERTO ROMAGNOLI: LA TRANSIZIONE INFINITA VERSO LA FLESSIBILITÀ “BUONA”
 

La transizione infinita verso la flessibilità “buona”

1.    La svolta

Flessibilità equivale a duttilità/cedevolezza/precarietà. Pertanto, quando il legislatore manifesta un accentuato favor verso gli opposti della triade “inderogabilità/rigidità/fissità”, in un paese di civil law è naturale che il giurista del lavoro viva la vicenda non tanto come l’esortazione ad inoltrarsi in un territorio inesplorato quanto piuttosto come la spoliazione del suo patrimonio di sapere. Egli presagisce che, nell’ampia misura in cui la forza delle cose, la necessità empirica, l’imprevedibilità si sostituiscono alla razionalità della coerenza sistemica, quel territorio sarà colonizzato da professionisti della tecnica giuridica consenzienti, direbbe Stefano Rodotà (2013, p. 67), alla «riduzione della regola a una delle tante merci acquistabili sul mercato».

Non che l’interprete fosse stato educato a pensare il diritto del lavoro come un’entità autoreferenziale. Tuttavia, per quanto si fosse affezionato all’idea che bisognasse trattarlo come creta nelle mani dello scultore, non dubitava che esistesse una soglia critica invalicabile. Per questo, non può non essere impressionato dal sostegno dato da un disinibito legislatore alla sollecitazione che il diritto del lavoro riceve da una realtà in continuo movimento ad affinare la sua attitudine omeostatica per poterne seguire le dinamiche in ogni momento e circostanza. Il suo sconcerto è causato dalla consapevolezza che – in una società, secondo Zygmunt Bauman, “liquida” e, secondo altri, “dell’incertezza” o  “del rischio” – l’allontanarsi del diritto del lavoro dalle coordinate che ne hanno determinato la struttura, e gli hanno consentito di sviluppare la sua logica all’interno di un quadro di valori condivisi, lo priverebbe della sua vocazione ordinatrice.

Vero è che ancora di recente il legislatore ha richiamato i principi generali che regolano la materia del lavoro. Chissà se faceva sul serio. Ad ogni modo, la sua credibilità è svanita dopo l’entrata in vigore dell’art. 8 della legge 148 del 2011. Ivi è previsto che la contrattazione collettiva aziendale o territorialmente circoscrivibile ad libitum (“contrattazione di prossimità” è leziosamente definita) possa derogare in peius sia a gran parte della legislazione del lavoro, con conseguente caduta del predicato della sua inderogabilità, sia ai contratti nazionali di categoria, alleggeriti così della storica funzione di garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi per tutti i lavoratori del settore e di soddisfare l’istanza egualitaria per cui a lavoro eguale deve poter corrispondere un eguale corredo di diritti, a cominciare da quello retributivo.

SEGUE SU

www.inchiestaonline.it/economia/umberto-romagnoli-la-transazione-infinita-verso-la-flessibilita-buona


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Santé et sécurité au travail: la Commission européenne lance une consultation tardive

 

Le 31 mai, la Commission européenne a lancé une consultation publique sur le nouveau cadre politique de l’UE en matière de santé et de sécurité au travail. Lors d’une récente conférence de l’ETUI, des représentants syndicaux ainsi que d’autres parties prenantes et décideurs politiques ont exprimé leur frustration face à la lenteur dont fait preuve la Commission pour présenter une nouvelle stratégie pluriannuelle en matière de santé et de sécurité.

Depuis 2002, la Commission a adopté et mis en œuvre deux stratégies en matière de santé et de sécurité au travail. La dernière stratégie est venue à échéance à la fin 2012, mais la Commission a jusqu’à présent hésité à formuler une nouvelle stratégie à long terme.
 

Actuellement, après une pression considérable de la part des syndicats, la Commission européenne a finalement décidé de lancer sa consultation publique qui est ouverte du 31 mai au 26 août 2013. Elle a publié le même jour les résultats de l’évaluation de la stratégie européenne 2007-2012 pour la santé et la sécurité au travail, qui servent de base à la consultation.
 

Nombre de parties intéressées craignent que, sous la pression de la crise économique, la Commission réduise son engagement en faveur d’une stratégie efficace visant à s’attaquer au problème des accidents de travail et des conditions de travail. A moins d’un an des prochaines élections européennes et du renouvellement de la Commission européenne, des questions fondamentales se posent quant à la clarté du calendrier de cette consultation et à son éventuel suivi.
 
SEGUE SU

http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3891&Itemid=2

http://www.etui.org/fr/Actualites/Sante-et-securite-au-travail-la-Commission-europeenne-lance-une-consultation-tardive



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UNINDUSTRIA-INAIL LAZIO : OK A INTESA SU TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA IN LUOGHI DI LAVORO


Unindustria e la Direzione regionale Inail Lazio hanno firmato, questa mattina, un protocollo d’intesa per l’avvio di una serie di iniziative congiunte, per i prossimi tre anni, in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro i cui destinatari saranno le imprese operanti negli ambiti territoriali di Unindustria: Roma, Rieti, Frosinone e Viterbo. L’accordo è stato siglato, presso la sede romana di Unindustria, da Antonio Napolitano direttore regionale dell’Inail da Maurizio Stirpe presidente di Unindustria e da Marco Micheli delegato dell’associazione per la “Sicurezza sul Lavoro”.

www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3890&Itemid=2


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Pesticidi nelle acque: un problema ancora aperto


Il rapporto è stato predisposto dall’ISPRA Settore Sostanze Pericolose, del Servizio Rischio Tecnologico, del Dipartimento Nucleare Rischio Tecnologico e Industriale sulla base delle informazioni trasmesse da Regioni e Province autonome, che attraverso le ARPA effettuano le indagini sul territorio e le analisi di laboratorio. Sono circa 350 le sostanze attualmente utilizzate in agricoltura e nel 2010 sono state vendute 143.907 tonnellate di prodotti. I dati di monitoraggio,d’altra parte, dimostrano la presenza di pesticidi anche in corsi d’acqua che insistono in bacini essenzialmente urbani. Complessivamente nel biennio 2009-2010 sono stati analizzati 21.576 campioni per un totale di 932.292 determinazioni analitiche. Le informazioni provengono da 20 regioni e province autonome, con una copertura del territorio nazionale più estesa che in passato, ma ancora incompleta, soprattutto per quanto riguarda le acque sotterranee. Per continuare a leggere scarica gli allegati.


 fonte SNOP.IT

http://www.snop.it/index.php?option=com_content&view=article&id=282:pesticidi-nelle-acque-un-problema-ancora-aperto&catid=60:attualita-la-prevenzione-a-tutto-campo-&Itemid=68


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11/06/13 – COMMISSIONE IGIENE E SANITÀ: INDAGINE SU ”SOSTENIBILITA”’ SSN

Lorenzin: strategia nazionale condivisa dalle Regioni

(regioni.it) La Commissione Igiene e Sanità del Senato ha approvato la proposta di svolgere una indagine sulla ”sostenibilita”’ del sistema sanitario nazionale.
Il ministro della salute. Beatrice Lorenzin, nelle audizioni svolte nei giorni scorsi sia al Senato sia alla Camera e ulteriormente programmate per la prossima settimana, ha rappresentato l’esigenza di un approccio innovativo alla spesa sanitaria e quindi di un efficace coordinamento.
L’indagine dovrà pertanto consentire di individuare nei prossimi mesi reali e concordate modalità d’intervento senza ridurre ulteriormente le prestazioni a sostegno delle fasce più deboli della popolazione.
La Commissione Igiene e Sanità del Senato ha anche deciso di svolgere una indagine sugli effetti dell’inquinamento ambientale sulla incidenza dei tumori.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha dichiarato in una intervista dell’8 giugno a “Il Messaggero” che ”Il non pagare il ticket quando il reddito invece lo permetterebbe e’ una vera ingiustizia sociale, perche’ significa caricare altri di questo peso portando, oltretutto, importanti squilibri alle casse del servizio sanitario”. .
E’ preventivata una stretta sui falsi poveri ”è un compito del ministero dell’Economia, ma non posso non registrare che il numero di esenti per reddito e’ molto alto e diversamente distribuito per Regione. Quando si ripenserà ad una riforma complessiva del fisco sicuramente si dovranno tenere presenti anche i carichi familiari e i sistemi di accertamento equi”.


http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3888&Itemid=2



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Nuova circolare ministeriale sulla formazione sulle attrezzature di lavoro

Con la Circolare n. 21 del 10 giugno 2013 il Ministero del Lavoro fornisce chiarimenti in merito all’applicazione dell’Accordo del 22 febbraio 2012 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano concernente l’individuazione delle attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori.  Il chiarimento, tenuto conto anche della circolare n.12/2013 dello stesso Ministero, specifica inoltre le modalità per il riconoscimento di predetta abilitazione, i soggetti formatori, la durata, gli indirizzi ed i requisiti minimi di validità della formazione, in attuazione dell’art.73, comma 5, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81 e successive modifiche ed integrazioni.

 

fonte MINISTERO DEL LAVORO | Circolare 21/2013 (Formazione e abilitazione attrezzature di lavoro)

 fonte checklist.it

www.checklistsicurezza.it/attrezzature-di-lavoro-nuova-circolare-ministeriale-sulla-formazione/


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CONSIGLIO AZIONALE INGEGNERI SI PRONUNCIA CONTRO L’USO E-LEARNING NEI CORSI AGG. COORDINATORI        

lunedì 10 giugno 2013

Nella Circolare n. 210/XVIII il Consiglio azionale Ingegneri si pronuncia contro l’uso di Fad o e-learning nei Corsi di aggiornamento per Coordinatori

il testo della circolare ( fonte amblav.it)


http://www.amblav.it/download/Circolare_CNI_n_210_del_3_maggio_2013.pdf


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IL COSTO DELLA VITA – UN LIBRO DA LEGGERE    


Riprendiamo dal Blog dell’autore, Angelo Ferracuti,questo articolo che descrive il contesto dal quale è nata l’idea del libro “Il costo della vita”, una spoon river del sacrificio pagato in vite umane ai nascenti modelli post moderni di gestione del lavoro e della produzione dei quali Mecnavi era precursore

Ricordando la Mecnavi e il mio libro
 La prima volta che sentii nominare questa storia, accaduta a Ravenna il 13 Marzo del 1987, precisamente al porto sulla nave gasiera Elisabetta Montanari, dove morirono tredici picchettini, fu nella primavera del 2008. Enrico Galantini, allora direttore di questo settimanale, mi chiese se ero disposto a ricostruire la vicenda per un numero speciale di “Rassegna”, anche perché la manifestazione dei sindacati confederali del Primo maggio, incentrata sui temi della sicurezza, si sarebbe tenuta proprio nella città di Boldrini, il leggendario comandante partigiano Bulow, dove vent’anni prima si era consumata la più grande tragedia operaia del dopoguerra dopo quella della miniera di Ribolla.

SEGUE SU

http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3884&Itemid=2


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Nouvelle victoire pour les pro-amiante
( Nuova vittoria dei sostenitori dell’uso dell’amianto)
 

Pour les organisations luttant pour l’abolition du commerce mondial de l’amiante, c’est la douche froide. Malgré les centaines de milliers de morts et la mobilisation des victimes et de leur famille, le commerce du chrysotile, la dernière forme d’amiante produite dans le monde, pourra encore prospérer dans les prochaines années. Pour la quatrième fois, quelques pays se sont coalisés pour faire barrage à l’inscription du chrysotile sur la liste des substances dangereuses de la convention de Rotterdam.
Signée en 1998 et entrée en vigueur en 2004, cette convention internationale établit une “procédure de consentement préalable” pour le commerce international des produits chimiques et des pesticides dangereux.

Concrètement, lorsqu’un produit chimique figurant sur cette liste est exporté, le pays exportateur adresse une notification d’exportation au pays importateur. La notification d’exportation comporte des renseignements sur le produit afin que le pays de destination puisse décider s’il l’accepte ou le refuse sur son territoire.

Lors de la dernière réunion de la conférence des parties à la convention de Rotterdam, qui s’est tenue début mai à Genève, sept pays – Russie, Zimbabwe, Kazakhstan, Kirghizistan, Ukraine, Inde et Vietnam – ont voté contre l’inclusion du chrysotile sur la liste.

Lors de la précédente conférence, en 2011, seul le Canada s’était opposé à l’inscription du chrysotile sur la liste. Entre-temps, la dernière mine d’amiante de ce pays a stoppé ses activités et le gouvernement a abandonné sa politique de soutien inconditionnel à l’industrie de l’amiante. En coulisse, les lobbyistes canadiens de l’amiante continueraient cependant à opérer. Deux autres pays producteurs ont repris le flambeau. La Russie et le Zimbabwe ont rejoint récemment la liste des pays signataires de la convention, apparemment dans le but de faire barrage à l’inscription du chrysolite sur la liste des produits dangereux.

“La convention a été utilisée pour protéger les profits de l’industrie plutôt que la santé publique, et risque par conséquent de se transformer en farce”, a réagi Kathleen Ruff, au nom de la Rotterdam Convention Alliance, un regroupement d’ONG qui milite pour l’application stricte de la convention.

Alors que l’amiante est interdit dans l’Union européenne et dans la plupart des pays développés, ce matériau continue d’être exporté vers de nombreux pays émergents et en voie de développement.

Des données collectées par Laurent Vogel, chercheur à l’ETUI, montrent que les quantités d’amiante chrysotile exportées vers ces pays tendent à augmenter. C’est particulièrement le cas en Inde, où la consommation d’amiante a pratiquement triplé de 1990 à 2007.

Selon des chiffres de l’Organisation mondiale de la santé, l’amiante provoque chaque année 107.000 morts, à la suite de cancers du poumon, de mésothéliomes (cancer de la plèvre ou du péritoine) et de cas d’asbestose (maladie pulmonaire grave).
 

    Le communiqué de la Rotterdam Convention Alliance


http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3883&Itemid=2


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Il capitale sociale nell’Italia di oggi: una risorsa importante, ma non equamente distribuita

Maurizio Marino, Servizio di Epidemiologia ASL TO3; Claudio Tortone, Dors


Il capitale sociale

La relazione tra capitale sociale e salute è circolare, ovvero capitale sociale e salute si influenzano reciprocamente. Se da un lato, una rete di relazioni sociali vasta e fitta contribuisce a mantenere elevato il livello di benessere delle persone coinvolte, dall’altro, la buona salute è una condizione necessaria per prendere parte alla vita sociale che contribuisce a mantenere vitali questi reti sociali. Dunque, come il capitale sociale influenza la salute, così la salute influenza il capitale sociale.

I risultati dell’indagine “Is social capital good for health? A European perspective”, condotto sui dati raccolti in 14 Paesi europei, fra cui l’Italia, e recentemente pubblicato dall’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), mostrano che il capitale sociale, ‘definito come l’aspettativa individuale circa la propensione degli altri ad assumere un comportamento cooperativo’, ha un effetto causale positivo sulla salute del singolo e che queste ricadute sono tanto maggiori quanto più alto è il capitale sociale comunitario nella regione di appartenenza. A livello europeo si stima che, nei paesi con un livello di capitale sociale attorno alla media europea, un aumento del 10 per cento del capitale sociale di una persona tipo, possa produrre un aumento di 2,8 punti percentuali della probabilità di essere in buona salute (vedi nostro articolo precedente).

In questo secondo articolo vogliamo approfondire il tema del capitale sociale dal punto di vista della sua misura in Italia.


segue su fonte DORS-IT

http://www.dors.it/pag.php?idcm=4980#1


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Piano Edilizia 2013 e 2014

Sul sito www.prevenzionecantieri.it  vi sono tutti i materiali del Piano Edilizia 2013 e 2014, gli interventi del Convegno Nazionale a Roma del 4 aprile in allegato l’intervento del Coordinatore del Gruppo Nazionale Edilizia dr. Flavio Coato e del presidente SNOP dr. Giorgio di Leone.
fonte snop.it


http://www.snop.it/index.php?option=com_content&view=article&id=280:piano-edilizia-2013-e-2014&catid=59:attualita-la-tutela-del-lavoro&Itemid=57


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L’appello dell’assessore Freda: “Segnalateci l’amianto nelle scuole”


La Giunta regionale ha approvato uno stanziamento di 3,5 milioni per Comuni e Province che presenteranno la richiesta di rimozione. Previsto un contributo singolo massimo di 100mila euro

Fondi per 3,5 milioni di euro per Comuni e Province che segnalano autonomamente la presenza di amianto negli istituti scolastici, dalle scuole d’infanzia alle secondarie di primo grado. E’ quanto prevede la delibera proposta dall’assessore regionale all’Ambiente Sabrina Freda e approvata dalla Giunta di viale Aldo Moro.


Il contributo massimo è del 100% del costo ammissibile a finanziamento, e non potrà esserne assegnato uno superiore a 100mila euro. In totale, al momento, sono 27 i siti scolastici già segnalati dai Comuni che hanno manifestato la loro volontà di accedere al finanziamento regionale.

“Negli ultimi due anni abbiamo messo a disposizione oltre 9 milioni di euro per incentivare la rimozione dell’amianto dai luoghi di lavoro – sottolinea Freda – e ora vogliamo coinvolgere Comuni e Province per rimuoverlo da tutte le scuole. Per quanto non si tratti di situazioni al momento pericolose per la salute, è giusto intervenire per tempo, ma per riuscire a programmare interventi di bonifica di amianto su tutte le scuole è necessario che Comuni e Province facciano la loro parte, segnalando alla Regione gli edifici scolastici in cui è presente. Ecco perché vogliamo sostenere anche chi provvederà a mappare le
scuole con amianto a partire dal 1° giugno”.

Per partecipare al bando, scaricabile dalla sezione “Bandi” del portale della Regione, gli enti pubblici proprietari di edifici scolastici devono inviare la loro manifestazione d’interesse, unitamente alla segnalazione di tutte le scuole con presenza d’amianto, all’indirizzo aggambiente@postacert.regione.emiliaromagna.it, dal 1° al 20 giugno 2013. Le manifestazioni d’interesse per le scuole che non rientrano negli elenchi dell’ultimo monitoraggio regionale devono pervenire esclusivamente all’indirizzo aggambiente@postacert.regione.emilia-romagna.it, dal 1° giugno al 31 luglio 2013.

(29 maggio 2013)

fonte repubblica.it

http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3879&Itemid=2


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Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro Disponibile il testo coordinato nell’edizione 05/13 



Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro
Disponibile il testo coordinato nell’edizione maggio 2013 

Disponibile on line il testo coordinato del Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro con le disposizioni integrative e correttive introdotte dal Decreto Legislativo 3 agosto 2009 n. 106.

Tra le novità (che si possono leggere nella seconda pagina del manuale) possiamo evidenziare quelle più rilevanti quali ad esempio:

• Decreto Interministeriale 4 marzo 2013: criteri generali di sicurezza relativi alle procedure di revisione, integrazione e apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si svolgono in presenza di traffico veicolare;
• Decreto Interministeriale 6 marzo 2013: criteri di qualificazione della figura del formatore per la salute e sicurezza sul lavoro
• Circolare n. 9/2013 del 05/03/2013: D.M. 11 aprile 2011 – chiarimenti;
• Circolare n.12/2013 del 11/03/2013: accordo 22 febbraio 2012 in attuazione dell’articolo 73, comma 5, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 – chiarimenti.
• Decreto Interministeriale del 27 marzo 2013: semplificazione in materia di informazione, formazione e sorveglianza sanitaria dei lavoratori stagionali del settore agricolo;
• l’inserimento della modifica all’art. 6 comma 8 prevista dal Decreto Legislativo 13 marzo 2013, n. 32;
• l’inserimento degli interpelli dal n. 1 al n. 7 del 2013;
• la sostituzione del Decreto Dirigenziale del 19 dicembre 2012 con il Decreto Dirigenziale del 24 aprile 2013 dei soggetti abilitati per l’effettuazione delle verifiche periodiche di cui all’art. 71 comma 11.

Per visualizzare il documento vai alla Sezione Norme


http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/SicurezzaLavoro/MS/Normativa/


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I quesiti sul decreto 81: procedure standardizzate e piccole imprese

Un quesito sulla possibilità per le aziende fino a 10 lavoratori di ricorrere alle procedure standardizzate pur in presenza di rischi particolari. Il rompicapo dell’articolo 29 del Testo Unico. A cura di G. Porreca.

SEGUE SU FONTE :PUNTOSICURO.IT


http://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/rubriche-C-98/i-quesiti-sul-decreto-81-C-100/i-quesiti-sul-decreto-81-procedure-standardizzate-piccole-imprese-AR-12889/


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RAPPORTO ISI 2012 SULLA ASSEGNAZIONE 155 MILIONI DI EURO A FONDO PERDUTO ALLE IMPRESE DALL’INAIL



Il 18 aprile 2013 si è conclusa regolarmente la procedura telematica per l’assegnazione dei 155 milioni di euro stanziati a fondo perduto dall’INAIL nell’ambito del bando degli incentivi alle imprese ISI 2012; oltre 13mila le domande pervenute per un importo totale dei progetti di quasi 570mln di euro.
I 155 milioni di euro messi a disposizione dall’Istituto e finalizzati a sostenere le imprese nella realizzazione di interventi mirati a migliorare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro sono stati assegnati rispettando la priorità cronologica di arrivo delle domande, fino alla copertura del budget previsto per ogni regione/provincia. Il budget regionale è stato stabilito in modo tale da tenere in considerazione non solo la distribuzione territoriale degli addetti, ma anche la gravità degli infortuni registrati portando alla seguente distribuzione percentuale:
Tabella 1 –Distribuzione % del budget disponibile per regione/provincia.

IL RAPPORTO

http://www.diario-prevenzione.it/docbiblio/Report%20ISI%202012%20al%2030_4_2013.pdf


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30/05/13 – Sorveglianza delle esposizioni pericolose e delle intossicazioni: i dati 2009


Nel 2009, il Sistema informativo nazionale per la sorveglianza delle esposizioni pericolose e delle intossicazioni (Sin-Sepi) ha esaminato 46.303 casi di esposizione umana provenienti dall’intero territorio nazionale. Lo riferisce il rapporto Istisan 13/8, pubblicato a maggio 2013, che riporta i dati relativi al quarto anno di attività del Sin-Sepi. Questa attività, recentemente inserita nel Sistema Statistico Nazionale, è stata implementata nel 2006 dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Centro Antiveleni (Cav) di Milano al fine di fornire un supporto operativo ad attività di sorveglianza richieste dalla normativa nazionale ed europea, con particolare riferimento alla sorveglianza delle intossicazioni acute da antiparassitari, farmacovigilanza,  sorveglianza post-marketing dei preparati pericolosi in commercio, incidenti domestici e sorveglianza sindromica.
L’attività di rilevazione effettuata dal Sin-Sepi viene documentata tramite rapporti che descrivono le principali caratteristiche dei casi di esposizione umana esaminati per singole annualità e forniscono dettagliate indicazioni sugli agenti coinvolti. Secondo il quarto rapporto annuale, il 90% degli incidenti esaminati si è verificato in ambiente domestico e il 44% dei pazienti è risultato di età inferiore ai sei anni. La circostanza di esposizione è risultata di tipo accidentale per il 78% dei casi, principalmente causata da accesso incontrollato da parte di bambino o incapace (45%), e per il 19% da atto volontario, principalmente tentato suicidio (16%). Circa il 40% dei casi è risultato esposto a farmaci e  il 57% a non-farmaci .


 Per maggiori informazioni scarica il rapporto Istisan 13/8 “Sistema informativo nazionale per la sorveglianza delle esposizioni pericolose e delle intossicazioni: casi rilevati nel 2009. Quarto rapporto annuale” (pdf 495 kb).

http://www.epicentro.iss.it/temi/incidenti/aggiornamenti.asp


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Danno biologico da stress: diritto di astensione dalle specifiche prestazioni la cui esecuzione possa arrecare pregiudizio alla sua salute




Fatto
1.- La sentenza attualmente impugnata (depositata il 27 marzo 2008) respinge l’appello dì M. T. avverso la sentenza del Tribunale di Pescara n. 864/06 del 17 marzo 2006, di rigetto del ricorso del T. volto ad ottenere dalla SIRAM s.p.a. il pagamento di: 1) una giusta remunerazione per i maggiori incarichi svolti con mansioni superiori rispetto a quelle dell’assunzione; 2) l’indennità/incentivo comunque dovutagli “per gli eccellenti risultati conseguiti dall’azienda” in costanza di rapporto di lavoro; 3) l’indennità di trasferimento di proprietà dell’azienda e l’indennità sostitutiva di preavviso, rispettivamente previste dagli artt. 13 e 16 CCNL di categoria (dirigenti); 4) i danni patiti a causa del demansionamento e/o del mobbing; 5) il danno biologico riconducibile all’attività lavorativa svolta; 6) i danni per invalidità da attività lavorativa specifica.


segue su fonte LA SENTENZA


http://www.diario-prevenzione.it/docbiblio/21725c_cass_23_05_13%5B1%5D.pdf


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SICUREZZA E SALUTE NEI CANTIERI FORESTALI (VIDEO COMPLETO) SICUREZZA e SALUTE nei CANTIERI FORESTALI (video completo) RivistaSherwood RivistaSherwood·81 video Pubblicato in data 22/mag/2013


Video realizzato dalla Compagnia delle Foreste nell’ambito del progetto “Redazione di indirizzi operativi regionali per la prevenzione e sicurezza nei lavori di utilizzazione forestale”, promosso dall’Azienda Sanitaria Firenze – Servizio Sanitario Toscano e finanziato dalla Regione Toscana. Capitoli presenti: 1 – Presentazione ATTIVITÀ di PREVENZIONE e SICUREZZA della REGIONE TOSCANA 2


http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3873&Itemid=2


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GENOVA: UNA TRAGEDIA CHE SI POTEVA PREVENIRE?

Come SNOP la questione porti è stata vista da molti anni, agli inizi degli anni ’80 avevamo fatto nascere un coordinamento tra gli operatori dei servizi (Trieste, Genova, Livorno…) sui temi dell’amianto, della cantieristica navale, del lavoro di carico e scarico…. Ma la tragedia di Genova supera qualsiasi previsione. Leggendo le dichiarazioni sui media si capisce sempre di più che per fare prevenzione non bastano i controlli ma soprattutto scelte organizzative e strutturali. Quali spazi per quali navi, quali organizzazioni di controllo della movimentazione merci, quali tempi per effettuare le manovre in sicurezza….quali manutenzioni di motori, cavi….per un mondo cambiato nelle dimensioni e nei tempi. Continua a leggere scaricando l’articolo in allegato.

vai alla fonte  SNOP.IT


http://www.snop.it/index.php?option=com_content&view=article&id=275:genova-una-tragedia-che-si-poteva-prevenire&catid=39:notizie-prevenzione-e-lavoro



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27/05/13 – Bruno Maggi: La prevenzione (inesistente) nei luoghi di lavoro



A Bologna, il 27 maggio 2013, si è svolto il 42° Seminario del Programma Interdisciplinare di Ricerca Organization and Well-being, “Contro le ‘danze immobili’ sulla prevenzione nei luoghi di lavoro”, in collaborazione con Inchiesta, CGIL Emilia Romagna, Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna. Interventi di: Vittorio Capecchi (Direttore di Inchiesta), Giovanni Rulli (Medicina del lavoro), Paolo Pascucci e Franco Focareta (Diritto del lavoro), Michela Marchiori e Francesco M. Barbini (Teoria dell’organizzazione), Gino Rubini e Andrea Caselli (CGIL Emilia Romagna), coordinazione di Bruno Maggi (Programma Organization and Well-being, Università di Bologna e Ferrara ). Il Programma Interdisciplinare di Ricerca Organization and Well-being realizza da trent’anni prevenzione primaria con attività di analisi di situazioni di lavoro, di progettazione ergonomica, di formazione, e promuove studi, pubblicazioni e dibattiti scientifici (www.taoprograms.org).


fonte inchiestaonline.it


http://www.inchiestaonline.it/lavoro-e-sindacato/bruno-maggi-la-prevenzione-inesistente-nei-luoghi-di-lavoro/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=bruno-maggi-la-prevenzione-inesistente-nei-luoghi-di-lavoro



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15.36 12/06/2013

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Cordiali saluti a tutt.*, grazie per l’attenzione

Gino Rubini, editor di www.diarioprevenzione.it
 

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IL COSTO DELLA VITA. UN LIBRO DA LEGGERE


Riprendiamo dal Blog dell’autore, Angelo Ferracuti,questo articolo che descrive il contesto dal quale è nata l’idea del libro “Il costo della vita”, una spoon river del sacrificio pagato in vite umane ai nascenti modelli post moderni di gestione del lavoro e della produzione dei quali Mecnavi era precursore

Ricordando la Mecnavi e il mio libro

 La prima volta che sentii nominare questa storia, accaduta a Ravenna il 13 Marzo del 1987, precisamente al porto sulla nave gasiera Elisabetta Montanari, dove morirono tredici picchettini, fu nella primavera del 2008. Enrico Galantini, allora direttore di questo settimanale, mi chiese se ero disposto a ricostruire la vicenda per un numero speciale di “Rassegna”, anche perché la manifestazione dei sindacati confederali del Primo maggio, incentrata sui temi della sicurezza, si sarebbe tenuta proprio nella città di Boldrini, il leggendario comandante partigiano Bulow, dove vent’anni prima si era consumata la più grande tragedia operaia del dopoguerra dopo quella della miniera di Ribolla. 
Arrivai una sera con il mio amico fotografo Daniele Maurizi, e già la mattina successiva eravamo al lavoro al Molo San Vitale dove i nuovi portuali che andavano a lavorare nelle navi erano tutti stranieri. Proprio lì dove eravamo una mattina di vent’anni prima mentre alcuni operai stavano ripulendo le stive della Eli¬sabetta Montanari, nave adibita al
traspor¬to di gpl, e altri colleghi contemporaneamente tagliavano e saldavano lamiere con la fiamma ossidrica, una scin¬tilla provocò un incendio. Le fiamme si propagarono con una rapidità inarrestabi¬le, e quei tredici uomini morirono asfissiati a causa delle esalazioni di acido cianidrico. Si chiamavano Filippo Argnani, che all’epoca aveva quarant’anni, Marcello Cacciatori, che di anni ne aveva ventitre, Alessandro Centioni, ventuno, Gianni Cortini, diciannove, Massimo Foschi, ventisei, Marco Gaudenzi, diciotto, Do¬menico Lapolla, venticinque, Mohamed Mosad, trentasei, Vincenzo Padua, ses¬sant’anni, che stava per andare in pensio¬ne. Presto si scoprì che quel giorno nel cantiere mancava completamente un piano di emergenza. Lo racconta con dovizia di particolari Rudy Ghedini nel suo libro Nel buio di una nave, edito da Bradipo Libri nel 2007: “l’organizzazione del lavoro si rivelò palesemente approssimativa. Era noto che nella pulizia dei doppifondi poteva spargersi materiale infiammabile, ma sulla Elisabetta Montanari queste operazioni venivano compiute mentre altri lavoratori stavano usando la fiamma ossidrica. Non risultavano installate l’illuminazione e la segnaletica di sicurezza. Mancava un piano d’emergenza. Secondo i periti del Tribunale, l’areazione dei doppifondi era totalmente inadeguata per l’insufficienza tecnica dell’impianto di ventilazione. (…) Il numero dei lavoratori era eccessivo rispetto alla capacità di deflusso della via di fuga, per alcuni di loro quei luoghi bui e pieni di fumo erano sconosciuti, trattandosi del primo giorno di lavoro. La maggior parte delle vittime non ce la farà ad abbandonare il piano di stiva, tre non riusciranno nemmeno a uscire dal doppiofondo.”

E si scoprì che l’organizzazione del lavoro della società Mecnavi dei fratelli Arienti era basata su un sistema selvaggio di subappalti, lavoro nero e caporalato, sfruttamento e disprezzo delle regole. I processi nei tre gradi di giudizio si chiusero con una beffa. Pene gradualmente ridotte, nemmeno un giorno di galera per i responsabili, in particolare per Enzo Arienti, che continuò poi indisturbato la sua attività nei cantieri navali di Termoli, indagato nel frattempo per una presunta truffa alla Comunità europea.
Vent’anni dopo però tutto era cambiato, i sistemi di sicurezza parevano tra i migliori del paese in quello stabilimento, non so se era una rappresentazione orchestrata alla bisogna perché arrivava il sottoscritto a ficcare il naso, o fosse realmente così. Sta di fatto che tutto sembrava al proprio posto. Gli estintori, le prese d’aria, e gli operai che lavoravano mi parvero abbastanza tranquilli, anche se non mi riuscì di avvicinarli e parlare con loro. Però non dimenticherò i loro volti antichi, anneriti dai fumi, le facce coperte dalle mascherine azzurre, i caschi ben calcati in testa e gli occhialini rotondi in metallo arrugginiti dei saldatori. Sembravano i minatori fotografati da Sherbell, o da Eugene Smith. Molti di loro erano africani, altri dei paesi dell’est indossavano tute logore e guanti incatramati, sporchi di grasso, giravano circospetti nella nave, scendevano nei bassifondi. Ricordo che verso mezzogiorno, quando uscirono per la pausa pranzo, sfilarono su una scaletta uno dietro l’altro mentre parlavo con un capoturno che mi spiegava come lavoravano.
Cinque anni dopo il mio viaggio fatto per “Rassegna”, quelli dell’Einaudi, ai quali avevo proposto una raccolta di reportage scritti soprattutto per la rivista “Diario”, mi chiesero di isolarne uno e di farne un libro intero, così mi tornò in mente quella storia, anche perché è un prototipo italiano, è quella storia particolare ma le contiene tutte, con le stesse identiche dinamiche. Così iniziai a prendere i primi contatti e, soprattutto, chiesi a Mario Dondero, che era lì in quei drammatici giorni, di illustrare il lavoro che avrei fatto; ottenemmo così un ingaggio dalla casa editrice e cominciammo ad andare a Ravenna per le prime ricognizioni.
Mario Dondero e una vera leggenda del fotogiornalismo. Collaboratore di giornali come “L’espresso”, “Le Monde”, “le nouvel Observateur”, “Le Figaro”, “la Repubblica” (e sin dalla sua nascita “il manifesto”), ha cominciato negli anni Cinquanta al Bar Jamaica a Milano con Luciano Bianciardi, Ugo Mulas e amici artisti come Piero Manzoni. Ha fotografato scrittori (Beckett, Grass, Pasolini, Elsa Morante tra gli altri), e scene di lotta di classe e ribellione politica in giro per il mondo. Leggendarie sono le sue foto del gruppo di autori del Nouveau Roman, scattate a Parigi nell’ottobre del 1959 davanti alla sede delle Edition de Minuit, e quella rubata ad Atene il 3 novembre 1968 al processo contro l’eroe greco Alekos Panagulis, che fece il giro del mondo. Per lui é importante esserci. Infatti il giorno dopo la tragedia della Elisabetta Montanari era a Ravenna, come le foto del libro che abbiamo fatto insieme testimoniano.
Mi piacciono le storie dal vero, quelle che uno racconta vivendole, che il più grande maestro del reportage narrativo, Ryszard Kapuscinski, definisce così: “ha di solito molti autori ed è grazie a un’usanza invalsa da tempo che firmiamo un testo solo con il nostro nome. In realtà forse si tratta del genere letterario più collettivo che esista, giacché alla sua nascita contribuiscono decine di persone: gli interlocutori incontrati sulle strade del mondo che ci raccontano la storia della loro vita e della società alla quale appartengono, oppure eventi ai quali hanno partecipato o di cui hanno sentito parlare da altri. Questi estranei, a noi di solito sconosciuti, oltre a rappresentare una delle più ricche fonti di conoscenza del mondo, aiutano anche il nostro lavoro in molti altri modi, che vanno dal favorire i nostri contatti con altre persone al metterci a disposizione la loro casa, fino a salvarci addirittura la vita”.
Quest’ultima cosa non è stata nel caso specifico necessaria, ma in oltre due anni di ricerche e di “corpo a corpo” con la memoria dispersa sono tornato a Ravenna molte volte, taccuino a portata di mano, registratore digitale in tasca, notti insonni passate in albergo a trascrivere le interviste che avevo fatto durante il giorno, a descrivere i posti dove ero stato per paura di dimenticarli. Preso da molte letture (Orwell, Lee Masters, Cronin, Gadda, persino Kafka) ricerche negli archivi, negli atti processuali. Ho incontrato i sindacalisti di allora, in particolare Antonio Pizzinato, Beppe Casadio, Giacinto De Renzi, quelli di oggi, alcuni operai sopravvissuti, i cronisti e i fotografi della stampa locale, davvero preziosi, i vigili del fuoco che estrassero i corpi, il medico che fece le autopsie, i barellieri, gli infermieri, gli autisti delle ambulanze, il cardinale Ersilio Tonini, quasi centenario, che paragonò quegli operai ai topi per via delle condizioni disumane di lavoro ai quali erano sottoposti e, naturalmente, sono andato a visitare anche i familiari delle vittime che ancora avevano voglia di ricordare quella storia; e volato persino al Cairo, per parlare con i parenti del picchettino Mosad nel quartiere antico raccontato da Naguib Mahfouz. I reportage narrativi sono libri imprevedibili, deragliano continuamente, e tu li scopri giorno per giorno, crescono un po’ come crescono gli anni, l’esperienza, le nostre consapevolezze, sono la cosa che più si avvicina alla vita vera, e proprio per questa componente di realismo mi piace moltissimo scriverli, anche se sono più faticosi di quelli di finzione, che puoi comodamente iniziare e finire nel tuo studio, senza viaggiare, salire sui treni o fare lunghi viaggi in macchina, ma che perdono quella componente di umanità assolutamente necessaria per i reporter. Non mi vergogno a dirlo, ma oltre a un interesse etico sempre molto forte agisce in me anche la curiosità per le persone, come sono e vivono, i mestieri che fanno, le case che abitano, insomma per ciò che viene definita la commedia umana. In me funzionano sempre le quattro fondamentali ragioni per scrivere di cui parlava Orwell, cioè il semplice egoismo, l’entusiasmo estetico, l’impulso storico e lo scopo politico. Infatti quello che più mi colpì di quella storia era proprio il momento epocale. Di lì a poco sarebbe crollato il muro di Berlino, e andati in frantumi molti edifici del pensiero del ‘900, quella vicenda ventisei anni fa annunciava l’avvento di una nuova, nefasta idea del mondo e di società: quella del liberismo sfrenato, in cui l’imperativo del profitto diventava assoluto, e la vita umana un valore marginale. Oggi quel libro c’è, si intitola “Il costo della vita”, ed Einaudi lo manderà in libreria il maggio prossimo. Reca una epigrafe alla quale sono molto affezionato: “Il mondo si divide in due: chi ha la pistola carica e chi scava. Tu scavi.” La frase è pronunciata da Clint Eastwood in Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone, e coglie profondamente il senso della condizione operaia nel mondo del lavoro globalizzato di oggi.

Questo articolo è uscito su “Rassegna sindacale”

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http://ilcostodellavita.blog.rassegna.it/2013/11/04/1463-ricordando-la-mecnavi-e-il-mio-libro/

Di Angelo Ferracuti il 11/04/2013 alle 14:58