newsletter diario prevenzione 12 novembre 2015 – vol. n° 113


newsletter diario prevenzione

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12 novembre  2015– vol.n° 113

notizie, documenti e link sui temi del governo dell’ambiente
della salute e della sicurezza nel lavoro e
sulla responsabilità sociale d’impresa

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QUALE “SESTANTE” PER FARE IL PUNTO SU SALUTE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI VITA E DI LAVORO ?

A 20 anni dall’adozione del d.lgs 626.94 diverse Associazioni di Operatori e Centri Studi si sono impegnati per fare il punto sui risultati e sui cambiamenti indotti dalle norme di emanazione europea nel nostro paese.
Sono operazioni culturali e per la conoscenza di rilevante utilità che vanno a loro volta valutate per quanto sono riuscite a mettere in luce e per quanto non sono state in grado di approfondire.

Ne esaminiamo due in particolare. La prima si è celebrata venerdì 29 maggio 2015 a Modena promossa dal Dipartimento Economia della Università di Modena e dalla Fondazione Marco Biagi che recava il titolo “Vent’anni dopo il d.lgs 626/1994: le innovazioni e gli effetti empirici sulla prevenzione del rischio negli ambienti di lavoro”, la seconda si è celebrata a Milano il 27 ottobre 2015, promossa dalla Associazione Italiana di Epidemiologia, dalla Società nazionale degli Operatori della Prevenzione, dalla Consulta Interassociativa per la Prevenzione. Questa seconda iniziativa recava il titolo ” A 20 anni dal dlgs 626.94 : quali risultati possiamo valutare ? ”

La prima iniziativa svolta a Modena ha avuto come protagonisti alcune  imprese eccellenti e la loro dirigenza tecnica (RSPP)  che hanno svolto un’analisi sulle innovazioni indotte dalle norme in materia di SSL e hanno presentato le soluzioni gestionali per conciliare l’adempimento di quanto previsto dalle norme con la sostenibilità economica nella gestione aziendale.

In questa kermesse hanno prevalso i punti di vista empirici delle imprese che hanno formalizzato le loro esperienze e il ruolo guida positivo della Scuola di Prevenzione e Sicurezza istituita presso la Fondazione Marco Biagi.(1) L’impostazione del Convegno ha visto da una parte Relazioni scientifiche dei docenti universitari , dall’altra i report delle esperienze da parte del management aziendale. Il livello di elaborazione di buona qualità tuttavia non poteva essere considerato rappresentativo dell’insieme delle filiere produttive locali. In questo Convegno è stata rappresentata la faccia buona e pulita del sistema delle imprese mentre è rimasto in ombra la condizione di lavoro e di gestione della sicurezza delle imprese minori, di quelle realtà che sono fuori dai circuiti virtuosi della relazione tra Università e territorio, tra S.P.E.S e management aziendale. In ogni caso va sottolineata la qualità delle elaborazioni delle imprese e il ruolo positivo di formazione  e indirizzo che l’Università svolge con la formazione specialistica del management aziendale dedicato alla gestione della sicurezza.

La seconda iniziativa che si è svolta a Milano ha avuto come epicentro il ruolo degli Operatori della Prevenzione che si sono interrogati sulle trasformazioni del proprio lavoro che sono avvenute in questi vent’anni e sul come fare fronte alle innovazioni e ai cambiamenti del lavoro e dei profili di rischio presenti  nei contesti lavorativi di oggi. In questo Convegno diversi operatori e medici dirigenti di Servizi SPISAL hanno ricostruito le trasformazioni indotte dal D.lgs 626 nella operatività Servizi con una tensione verso la redifinizione di modalità operative efficaci ed utili rispetto ai rischi del lavoro di oggi.
Le relazioni al Convegno di Milano sono linkabili su questo numero della newsletter. (2)

A distanza di pochi mesi abbiamo avuto occasione di assistere a due eventi nei quali due gruppi di soggetti diversi hanno cercato di fare il punto, dopo anni di applicazione del metodo di autovalutazione dei rischi da parte delle imprese (DVR e altri strumenti di certificazione) sullo stato dell’arte. Questi approfondimenti molto utili non sono apparsi esaurienti. Da una parte nel primo Convegno di Modena ha prevalso  il punto di vista delle imprese e dei sistemi di consulenza dall’altra nel Convegno di Milano ha prevalso il punto di vista dei Servizi di vigilanza pubblici che stanno vivendo peraltro crescenti difficoltà in ragione dell’incertezza del loro futuro. Molti sono gli spunti importanti di questo Convegno di Milano per operare in saggezza una “riorganizzazione” dei Servizi delle ASL senza tornare ad una impostazione  burocratico centralista posta in capo al Ministero del Lavoro come vuole il governo.

Quale “sestante” per fare il punto sui temi per rilanciare e ridare vitalità alla prevenzione ? Senz’altro occorre che vi sia un’aggiornata ricerca sulle condizioni materiali di lavoro oggi. Occorre ripristinare il “vecchio” sestante della ricerca che faccia riemergere la soggettività dei lavoratori e il loro punto di vista sui problemi del lavoro, su come percepiscono la propria condizione di vita nel lavoro, sui rischi derivanti dalle pressioni quotidiane che subiscono in ragione della perdita di potere e di parola nei luoghi di lavoro. E’ cresciuta in questi anni la competenza tecnica di molte aziende per gestire “la sicurezza” in forma inversamente  proporzionale alla possibilità dei lavoratori di esprimere il proprio punto di vista sulle condizioni che vivono nel lavoro… Le attuali norme del diritto del lavoro  (Jobs Act, per intenderci) non facilitano di certo la partecipazione attiva dei lavoratori…

Va riconosciuto il merito e la ricchezza di professionalità dei soggetti che hanno animato i due Convegni come va riconosciuta con preoccupazione l’assenza e il silenzio dei soggetti che si intendono tutelare, i lavoratori. Sono soltanto loro che possono riprendere nelle mani il sestante per indicare le vie  per fare prevenzione.

Gino Rubini, editor di Diario Prevenzione

(1) Vent’anni dopo il d.lgs n. 626/1994: le innovazioni e gli effetti empirici sulla prevenzione del rischio negli ambienti di lavoro
http://www.fmb.unimore.it/on-line/Home/Eventi/Convegni/articolo5217.html

(2) Convegno “A 20 anni dalla 626/1994: quali risultati possiamo valutare?”
http://www.asl.milano.it/ITA/Default.aspx?SEZ=2&PAG=74&NOT=7012

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Notizie Salute Sicurezza Lavoro
Ambiente Novembre 2015

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L’Oms presenta il rapporto 2015 sulla sicurezza stradale

22 ottobre 2015 – Ogni anno 1,25 milioni di persone muoiono in un incidente stradale. Questo dato preoccupante arriva dal report sulla sicurezza stradale “Global status report on road safety 2015”, presentato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il 19 ottobre. Nonostante gli ultimi anni abbiano registrato un miglioramento, siamo ancora lontani dall’obiettivo proposto per il 2020 di dimezzare il numero dei morti e dei feriti della strada. Il report analizza i dati provenienti da 180 Paesi ed è il terzo del suo genere, dopo i lavori del 2011 e del 2013.

Nel triennio 2011-2013 il numero di incidenti stradali sembra essersi stabilizzato, a dispetto della crescita della popolazione mondiale e degli autoveicoli circolanti. Dei 180 Paesi analizzati, 79 hanno visto una riduzione della mortalità, mentre 68 (soprattutto nelle aree più sottosviluppate) hanno registrato un aumento. Questo risultato è stato ottenuto grazie all’impegno degli Stati nell’applicare le norme suggerite dalla “Decade of Action for Road Safety 2011-2020”, che hanno reso veicoli e strade più sicuri. Dal 2011 ad oggi 17 Paesi si sono allineati ad almeno una delle leggi proposte, che riguardano le cinture di sicurezza, la guida in stato di ebrezza, la velocità massima, l’utilizzo di caschi e di seggiolini per bambini.

SEGUE ALLA FONTE >> EPICENTRO.ISS.IT

http://www.epicentro.iss.it/problemi/stradale/RoadSafety2015.asp

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La direttiva europea sul lavoro medico. Lavorare meglio! Lavorare tutti!

Marco Geddes

La norma diverrà operativa il prossimo 25 novembre, mentre vige il sostanziale blocco delle assunzioni e in mancanza del rinnovo contrattuale. Solo un corposo e contestuale insieme di iniziative può rendere applicabile la normativa europea senza ridurre i diritti dei pazienti. Ciò comporterebbe un impegno finanziario da parte del Governo per sostenere il Servizio sanitario nazionale. Ma oggi, si legge sui quotidiani, sono previsti ulteriori tagli alla sanità. E allora?

La Direttiva Europea sul lavoro medico, che fissa un tetto massimo all’orario e riposi obbligati[1], è una improvvisa tegola che piomba sul sistema sanitario nazionale!
Questa affermazione apparirà – giustamente – paradossale, dato che si sta parlando di una normativa di oltre 12 anni fa (2003/88/CE), recepita già per molte categorie lavorative (Dleg. 66/2003) e rinviata ripetutamente in deroga per i sanitari. Perché quindi definirla una “tegola improvvisa”?

Perché risulta assente qualsiasi riflessione sul contesto economico e contrattuale nel quale si colloca la operatività della norma, messa in atto non in base ad una strategia che assicuri una più adeguata organizzazione del lavoro del personale e una sostenibilità delle attività assistenziali, ma quale tardiva risposta alle ripetute infrazioni alle norme comunitarie.

Pertanto non mi sembra infondata la preoccupazione espressa da Giuseppe Remuzzi sul Corriere della Sera[2] in merito alla necessità di una applicazione che, nei diversi contesti, tenga conto dei diritti dei pazienti.

>>>> L’ARTICOLO SEGUE ALLA FONTE
SALUTEINTERNAZIONALE.INFO

http://www.saluteinternazionale.info/2015/11/la-direttiva-europea-sul-lavoro-medico/

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SEMINARIO “ON THE ROAD”

I RLS di fronte agli infortuni lavorativi alla guida

“ON THE ROAD” I RLS di fronte agli infortuni lavorativi alla guida

Nel 2014 le denuncie d’infortunio con esito mortale sono state 1.107, con 219 lavoratori morti mentre usavano per lavoro veicoli in strada e 271 rimasti vittime di incidenti stradali mentre si recavano o tornavano dal lavoro. 490 lavoratori su 1.107, il 45%, quasi la metà delle morti bianche avvengono fuori del luogo di lavoro, in strada.

Quali sono le cause di queste morti ? Quali le cause degli incidenti stradali in orario di lavoro ? Le mancate precedenze ? L’elevata velocità ? La stanchezza ? L’alcool ? Certamente … ma c’è dell’altro, perché stiamo parlando di lavoratori, spesso inseriti in una dinamica aziendale.

La domanda di quale sia il legame tra i due fatti, cioè tra lavoro ed incidentalità stradale, non è di facile risposta. Se non ci poniamo questa domanda, però, non solo perdiamo il fenomeno dell’incidentalità stradale in orario di lavoro nel mare magnum dell’incidentalità stra-dale, ma perdiamo la possibilità di indagare ed agire a monte, nel sistema di sicurezza aziendale.

Il seminario di oggi vuole dare ai RLS informazioni sulla tematica e fornirgli elementi utili per collaborare, nel rispetto del ruolo e delle competenze, con il Datore di lavoro e i suoi Consulenti, per metterli in condizione di agire sulle modalità di valutazione del rischio, sul tema della sorveglianza sanitaria e su tutti quei fattori interni e esterni all’azienda che possono essere causa e/o concausa di incidenti stradali alla guida di automezzi.

PROGRAMMA LAVORI

http://www.diario-prevenzione.it/interim/Rimini%2027%20novembre%20OnTheRoad%20%20RLS%20e%20infortuni%20stradali.pdf

Segreteria organizzativa
Andrea Spisni – Luca Maiolini
Via Montebello, 6
40121 Bologna
Tel. 051 2869382 — 383
Fax 051 2869405
Email: andrea.spisni@ausl.bologna.it
Email: l.maiolini@ausl.bologna.it
http://www.sirsrer.it Provincia di RIMINI
SALA MARVELLI
27 novembre 2015

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Intervista a Marco Bottazzi INCA Nazionale sui Benefici del Fondo Vittime Amianto ai Malati di Mesotelioma per esposizione familiare ed ambientale.

http://www.radioarticolo1.it/audio/2015/11/09/26141/vertenza-amianto-interviene-marco-bottazzi-inca-cgil

Testo integrale della circolare n. 76 del 6 novembre 2015 (.pdf – 109 kb)
Allegato 1 alla circolare n. 76 del 6 novembre 2015 (.pdf – 130 kb)
Allegato 2 alla circolare n. 76 del 6 novembre 2015 (.pdf – 210 kb)

http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=4842&Itemid=2

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SSN REGIONE EMILIA ROMAGNA
AZIENDA USL BOLOGNA

Lavoro e sicurezza stradale
Confronto tra istituzioni ed imprese
pubbliche e private
20 Novembre 2015
Relais Bellaria
Via Altura, 11 bis – Bologna

Milioni di veicoli ogni giorno circolano sulle strade per motivi di lavoro:
automobili, macchine aziendali, furgoni, camion, autoarticolati, taxi,
autobus, moto, biciclette, veicoli di soccorso. In  effetti ben poche
organizzazioni ed individui possono operare nel mondo del lavoro senza
l’uso di mezzi di trasporto.
Tutti questi lavoratori sono esposti al rischio del traffico, in particolare agli
incidenti stradali, sia in orario di lavoro, sia in itinere. La relazione annuale
INAIL relativa al 2014 riferisce che circa il 14% degli infortuni denunciati
sul lavoro sono avvenuti con mezzo di trasporto, (in occasione di lavoro o
in itinere), e tale dato supera il 50% nel caso degli infortuni con esito
mortale (in specifico per il genere femminile supera l’80 %).
La dimensione del fenomeno relativa al mondo del lavoro rispetto al
fenomeno generale non è esattamente nota.
Dati inglesi ritengono che gli incidenti sulla strada correlati al lavoro si
attestino attorno ad un terzo di tutti gli incidenti e che tra il 25 e 33% degli
incidenti gravi o mortali coinvolgono qualcuno che è al lavoro.
E’ fondamentale in questo contesto l’azione di controllo degli organi ed
istituzioni preposti, ma altrettanto importante è aumentare la cultura e la
consapevolezza della situazione di rischio sia tra  le imprese, sia tra i
lavoratori.
Le imprese, piccole o grandi, pubbliche o private, dovrebbero agire in tale
ambito come per tutti gli altri rischi occupazionali per la sicurezza e la
salute. Sono in gioco, infatti sia responsabilità organizzative a carico delle
aziende, sia responsabilità individuali dei lavoratori: il fattore umano
svolge un ruolo preponderante, gli atteggiamenti ed i comportamenti, la
buona pratica alla guida costituiscono un fattore altrettanto significativo
per la prevenzione.
Scopo del seminario è aprire un confronto tra le Istituzioni preposte e le
imprese (pubbliche e private) per conoscere come viene affrontato e
gestito tale problema, quale valutazione del rischio, quali i determinanti in
gioco, quali le criticità maggiori, quali le misure  adottate, quali i risultati,
quali azioni di contrasto e prevenzione del fenomeno. Necessario per il
confronto è la conoscenza del fenomeno, la sua stima, la sua percezione.

PROGRAMMA LAVORI

http://www.diario-prevenzione.it/interim/Bologna%20incidenti%20stradali%2020%20novembre.pdf

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Convegno “A 20 anni dalla 626/1994: quali risultati possiamo valutare?”

fonte ASL MILANO

convegno 626

INDICE DEGLI INTERVENTI SCARICABILI

INTRODUZIONE (SNOP) – C. Calabresi  /  INTRODUZIONE (AIE) – G. Costa

I CAMBIAMENTI NORMATIVI DALL’ISTITUZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE AD OGGI – G. Tagliavento

GLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI NORMATIVI SULLA SICUREZZA E SUGLI INFORTUNI – A. Bena

GLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI NORMATIVI SULLE MALATTIE DA LAVORO – A. Baldasseroni

REGISTRI E SORVEGLIANZE DISPONIBILI IN ITALIA PER VALUTARE I RISULTATI DI SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO – A. D’Errico

QUALI SFIDE AL MONDO DELLA RICERCA E ALLA COMUNITA’ DEGLI OPERATORI DI SANITA’ PUBBLICA? (Parte 1) – S. Cantoni

QUALI SFIDE AL MONDO DELLA RICERCA E ALLA COMUNITA’ DEGLI OPERATORI DI SANITA’ PUBBLICA? (Parte 2) – L. Bodini

EVIDENCE-BASED POLICIES, CIE E VALUTAZIONI DI RISULTATI IN TERMINI DI SALUTE E SICUREZZA NEL LAVORO – U. Trivellato

http://www.asl.milano.it/ITA/Default.aspx?SEZ=2&PAG=74&NOT=7012

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AZIENDA USL 5 PISA  SST

CONVEGNO

TEMPI DI LAVORO, TEMPI DI VITA. QUALI RISCHI PER I LAVORATORI

 3 DICEMBRE 2015

ORE 8,30 – 16,30

AUDITORIUM MUSEO PIAGGIO

VIALE RINALDO PIAGGIO 7

PONTEDERA

PROGRAMMA LAVORI

http://www.diario-prevenzione.it/interim/SEMINARIO%20RLS%203%20DICEMBRE.pdf

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Australia: i lavoratori non curano patologie depressive con i farmaci necessari perchè temono che l’azienda tramite i test delle urine  venga a conoscenza del loro problema e li licenzi.Una denuncia del sindacato AMWU .

AMWU says fly-in fly-out workers aren’t taking antidepressants they need because fears it will show up in workplace urine tests
FLY-in fly-out workers who need antidepressants aren’t taking them because they fear the drugs will be detected in workplace urine tests and hurt their career, a union says.
After surveying more than 300 FIFO workers, the Australian Manufacturing Workers’ Union said almost 60 per cent of respondents did not seek help for mental health issues because they were worried it might have adverse repercussions on their employment.
AMWU state secretary Steve McCartney said some were so worried they didn’t take medication for mental health conditions.
“Management find out a person is suffering from depression and then usually confidentiality is out the window and the whole team finds out,” one of the respondents said.

Another said workers suffering stress would be fired if they told management about their problem.
“Management openly lie and say they are there to help, and then if you go to them they say ‘you are not suitable to be in this environment’ and sack them,” another worker told the union.

Mr McCartney said pressure on FIFO workers to stay quiet about mental health issues was going to mount with the slowdown in the resources construction boom.
He said worries about family were the key drivers of stress among FIFO workers.
“Almost 70 per cent of workers said they were worried about family at home, with 65 per cent of them citing poor communications services from site to home as a problem,” he said.

“When we asked them what they would change about the FIFO lifestyle, almost 80 per cent suggested shorter roster lengths, so they could see their families more often, with improvements to communications services on site also suggested.”
The union has submitted its findings to a parliamentary inquiry into the mental health impacts of FIFO arrangements.
FONTE
AMWU says fly-in fly-out workers aren’t taking antidepressants they need because fears it will show up in workplace urine tests

http://www.perthnow.com.au/news/western-australia/amwu-says-flyin-flyout-workers-arent-taking-antidepressants-they-need-because-fears-it-will-show-up-in-workplace-urine-tests/news-story/f72a21bb6b4ec3a04cbe7159b3eb39b4

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Newsletter Medico Legale Inca Numero 41°/2015

Il lavoro delle donne e il tumore del seno: il punto sulle conoscenze (2)

Proseguiamo la pubblicazione del  rapporto pubblicato nell’agosto 2015 dal Breast Cancer Fund statunitense

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Le esposizioni pericolose sul lavoro

La maggior parte degli agenti non sono stati specificamente misurati in ambienti di lavoro e ancora meno è stato valutato il loro legame con il cancro al seno . Tuttavia, la ricerca di laboratorio solleva preoccupazioni in merito al contributo che molti di questi agenti fisici e chimici possono fornire al rischio di cancro al seno .

Diverse revisioni della letteratura e studi di record-linkage hanno ampiamente definito l’ambito di potenziali esposizioni all’interno delle diverse occupazioni .

Nella  tabella sottostante sono messe in evidenza queste coppie di esposizione/ occupazione , insieme ai collegamenti di tali esposizioni al cancro in generale, ai  tumori delle ghiandole mammarie, alle alterazioni del sistema endocrino e alla tossicità riproduttiva.

I risultati nel loro complesso  suggeriscono che esposizioni professionali ad agenti fisici e chimici come anche circostanze di lavoro sono collegate al rischio di cancro al seno .

I lavoratori in molteplici realtà di lavoro possono essere esposti ad uno o più di questi agenti , come indicato nella parte destra della colonna.

Leggi la newsletter n° 45 2015

http://www.diario-prevenzione.it/newsletter/inca_cgil_45_2015.pdf.doc

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OMS Carni rosse e tumori: il comunicato stampa della SITi

La Società italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica  ha resa pubblica la propria posizione rispetto all’allarme suscitato dai media in materia del rischio tumori derivanti dalle carni rosse.

COMUNICATO STAMPA DEL 28 10 2015
Carni rosse e tumori, SItI : Nessun allarmismo e qualche consiglio

IL COMUNICATO
(dal sito SNOP.IT)

http://www.snop.it/attachments/article/506/OMS%20_%20Carni%20rosse%20e%20lavorate%20e%20rischio%20cancro%20Comunicato%20stampa%20SItI_.pdf

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Newsletter Medico Legale INCA Numero 40°/2015

Eurogip: denuncia delle malattie professionali in 5 paesi europei (1°)

Eurogip ha realizzato uno studio comparativo in tema di denuncia delle malattie professionali in 5 paesi europei, fra cui il nostro.
Dall’analisi di questo studio emergono importanti suggestioni per la nostra attività di tutela per cui abbiamo ritenuto utile rendere fruibile tale documento nella traduzione  dal francese condotta con l’autorizzazione di Eurogip.

Statistiche ed analisi delle denunce e dei riconoscimenti di malattia professionale
Appare necessario essere prudenti nelle conclusioni che si possono trarre dai confronti statistici fra paesi, in merito al legame fra livello di denunce e fenomeno di sotto-dichiarazione. Innanzitutto in quanto i dati nazionali sono in parte il riflesso delle scelte assicurative assai diverse, ma anche perché non è possibile isolare e misurare l’impatto della qualità delle condizioni di lavoro e delle misure di prevenzione messe in atto in ogni singolo paese sui livelli di segnalazione/denuncia delle malattie professionali.

Per confrontare fra loro i paesi , indipendentemente dal numero di assicurati, i dati di sinistralità sono espressi, nell’ambito del nostro studio, sotto forma di indice ogni 100.000 assicurati. Il che vuol dire che il numero di casi registrati da parte dell’organismo assicuratore sarà rapportato alla popolazione assicurata nell’anno in questione da parte dello stesso ente assicuratore, sapendo che la popolazione assicurata nei diversi paesi non è necessariamente composta dalle stesse categorie professionali.  >>> segue >>>

>> leggi la newsletter completa

http://www.diario-prevenzione.it/newsletter/news_inca_40_2015.pdf

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26/10/2015
Summary report – Exposure to carcinogens and work-related cancer: A review of assessment methods

Estimates of the recent and future burden of occupational diseases indicate that occupational cancer is still a major problem and will remain so in the future as a result of exposure of workers to carcinogens. That’s why occupational cancer is a problem that needs to be tackled across the European Union. This summary provides a short overview of assessment tools for the exposure to cancer risk factors and looks into relevant occupational factors: chemical, physical and biological exposures, as well as other possibly carcinogenic working environment conditions (such as shift and night work). It examines opportunities to identify new causes or promoters of cancer, and evaluates existing sources of information. It also describes occupational cancer prevention measures at European, national and workplace levels and makes recommendations for filling in gaps in relevant knowledge needed to prevent effectively future risks of occupational cancer.
The summary of this report is now available in these languages: CS, DE, EL, FI, FR, HR, HU, LT, LV, NL, PL, PT, SK and SL

https://osha.europa.eu/en/file/72477/

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WHO | Road traffic injuries http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs358/en/#.VkOwavHkO88.twitter
Road traffic injuries

WHO fact sheet on road traffic injuries providing key facts and information on who is at risk, drink driving, motor cycle helmets, seat belts and child restraints, WHO response. Updated September 2012

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Papa Francesco ‏@Pontifex_it 10 ott

Il lavoro è importante, ma anche il riposo. Impariamo a rispettare il tempo del riposo, soprattutto quello domenicale.

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Sanità
I medici italiani lavorano troppo: ce lo dice l’Europa
10 novembre 2015 ore 10.54

Dal 25 novembre l’Italia dovrà adeguarsi alla normativa europea sull’orario di lavoro, ma il governo sta pensando a una proroga. Contrari i sindacati. Cozza (Fp Cgil): “Chi accetterebbe di farsi curare da un medico stanco?”

Ce lo chiede l’Europa. Basta turni stressanti per i medici italiani. E chissà se questa volta il “mantra”, spesso ripetuto su temi assai meno importanti, spingerà il governo ad agire di conseguenza. Dal 25 novembre, infatti, anche l’Italia dovrà rispettare la normativa europea in tema di orario di lavoro in sanità. Per quella data scatterà l’abrogazione della vigente normativa nazionale con la quale si disapplicavano nella sanità alcune disposizione europee sull’orario di lavoro.

http://www.rassegna.it/articoli/i-medici-italiani-lavorano-troppo-ce-lo-dice-leuropa

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Cordiali saluti a tutt.*, grazie per l’attenzione
arrivederci alla prossima newsletter

Gino Rubini, editor di http://www.diarioprevenzione.it

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