newsletter diario prevenzione 15 novembre 2016 – vol.n° 124


newsletter diario prevenzione

http://www.diario-prevenzione.it

15 novembre 2016 – vol.n° 124

notizie, documenti e link sui temi del governo dell’ambiente
della salute e della sicurezza nel lavoro e
sulla responsabilità sociale d’impresa

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DIARIO PREVENZIONE HA VENT’ANNI, MA NON ABBIAMO NESSUN MOTIVO PER FESTEGGIARE ….

Sono trascorsi poco più di vent’anni da quando mettemmo in rete il primo sito di diario prevenzione,nell’ottobre 1996.

In questi vent’anni abbiamo cercato di svolgere un ruolo abbastanza trascurato:  la socializzazione delle conoscenze in materia di promozione della prevenzione e della tutela della salute negli ambienti di vita e di lavoro.

La nostra scelta fu  quella di rendere disponibili ai diversi soggetti che operano sul campo della valutazione e gestione dei rischi negli ambienti di lavoro e di vita notizie di iniziative, risultati di ricerche, resoconti di esperienze positive o meno, documenti prodotti dalle istituzioni e centri di ricerca su scala europea e internazionale.

Non sappiamo quanto abbia inciso il nostro contributo per fare crescere una cultura ed una visione europea internazionale su come debbano essere affrontati i grandi temi della prevenzione, promozione e della  tutela della salute nel lavoro e oltre il lavoro.
Riteniamo tuttavia  che anche questo piccolo canale informativo abbia dato comunque un contributo per stimolare curiosità e interessi nei lettori, a volgere uno sguardo oltre i confini del borgo che rischia di divenire sempre più “selvaggio”.

Molti ci continuano a chiedere perchè continuiamo a pubblicare o segnalare documenti e report di ricerca in inglese, francese e spagnolo che hanno origine da enti, organizzazioni di paesi lontani come il Canada piuttosto che Australia o latino america.
Abbiamo una sola risposta : lo facciamo perchè in quei report, in quei documenti spesso ci sono soluzioni che possono essere interessanti e utili, ma , soprattutto perche riteniamo che l’unico antidoto al degrado culturale e scientifico, al tentativo di plebeizzare moltitudini di persone sia la crescita di una cultura del confronto e dello scambio con il mondo, con altri che hanno i nostri stessi problemi di rischio di farsi male e o di sofferenza nel lavoro e negli ambienti di vita.

Per questi motivi continueremo questo lavoro di socializzazione della conoscenze fino a quando avremo la forza e la convinzione per farlo.

Purtroppo non abbiamo le risorse per le traduzioni e siamo costretti a pubblicare i documenti e i rapporti in lingua originale: questo problema è meno grave rispetto a vent’anni fa, molti giovani e ragazze conoscono bene le lingue e non hanno problemi di barriere linguistiche.

Il 26 ottobre del 1996 diario prevenzione fu messo on line, fu una scommessa che in gran parte abbiamo vinto rispetto agli scettici dell’epoca che pensavano che la comunicazione tramite internet fosse poco più di un giocattolo .

Non abbiamo festeggiato questo “anniversario” perchè allo stato dell’arte non c’è nulla da festeggiare. Il lavoro è sempre più scarso e frantumato, le potenzialità della sharing economy sono annichilite dalle nuove forme di caporalato elettronico ( vedi i licenziamenti tramite app e i compensi da fame per chi lavora in questi settori ). La grande paura e il grande “freddo” rispetto a come moltitudini di persone immaginano il proprio futuro è l’aspetto che preoccupa di più:segnali pesanti ci vengono dalle elezioni presidenziali USA. La plebeizzazione dei lavoratori come effetto della  globalizzazione produce Trump presidente. Vedremo cosa farà.

La sfida attuale più importante  è quella della ricerca su come di nuovo si potrà ridare dignità e valore al lavoro e alle persone che vivono del loro lavoro, questo è il banco di prova più autentico su cui si dovranno/potranno misurare le nuove generazioni, se lo vorranno fare.

Senza un processo di nuova costruzione della dignità e del valore del lavoro la stessa democrazia è in pericolo, troppi sono gli eventi in corso che ce lo stanno dicendo.

Questa piccola iniziativa di comunicazione per la promozione della cultura della salute e della prevenzione continuerà anche per testimoniare che i diritti, il diritto alla salute in particolare, non vengano trasformati totalmente in un bisogno da soddisfare acquistando prestazioni sul mercato. Solo la partecipazione di cittadini liberi e consapevoli potrà evitare che la politica sia sempre più subalterna ai poteri forti dell’economia e della finanza, subalternità che rappresenta l’inizio della fine della democrazia.

Gino Rubini

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Notizie Salute Sicurezza
Lavoro Ambiente
Novembre 2016

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EVENTI

CGIL CISL UIL EMILIA ROMAGNA
SERVIZIO SANITARIO REGIONE
EMILIA ROMAGNA

Seminario
“Emergenza aflatossine: dal controllo alla prevenzione”
Camera del lavoro di Bologna
Via Marconi 67/2 Bologna Sala Di Vittorio 1 (terzo piano)
15 novembre 2016 Ore 9.00 – 14.00

PROGRAMMA LAVORI

http://www.diario-prevenzione.it/convegni/AFLA151116.pdf

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E’ uscito a stampa il numero di “Inchiesta” 193  luglio-settembre 2016.

http://www.inchiestaonline.it/archivio/e-uscito-il-numero-193-di-inchiesta-luglio-settembre-2016/

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Newsletter Medico Legale  Inca Cgil Numero 30°/2016

Congresso SIMLII: i rischi per la salute degli Operatori dei Corpi di Polizia

Al recente Congresso Nazionale della SIMLII la Medicina del lavoro è tornata, dopo oltre un decennio dal 2004 , ad affrontare il tema dei rischi per la salute nelle Forze di Polizia. Per far questo si  è partiti da una analisi della letteratura scientifica che indica come le forze di polizia siano state oggetto prevalentemente di studi episodici, a carattere descrittivo o di indagini trasversali su campioni di convenienza. Sono molto scarsi gli studi longitudinali o quelli condotti su campioni randomizzati. Tuttavia, l’efficacia di queste indagini, pur limitata, è sufficiente ad illustrare un quadro di sicuro interesse per la medicina del lavoro.

In  molti paesi, i poliziotti  non sono sottoposti a sorveglianza sanitaria ma solo ad una visita medica all’assunzione. Anche se la selezione all’ingresso garantisce un significativo  “effetto lavoratore sano”, lo stato di salute dei poliziotti si deteriora più rapidamente  di quello della popolazione generale. Si registra un rischio significativamente  elevato di disturbo  da stress post-traumatico, di stress cronico, di sindrome metabolica, di malattie cardiovascolari e di depressione.

Benché durante il servizio gli operatori segnalino solo raramente problemi di salute mentale, l’uscita dal servizio avviene  soprattutto per malattie  mentali (come ricordato nel 2011 da Sommerfield). Paradossalmente, però,  i poliziotti generalmente non cercano aiuto medico-psichiatrico ed infatti la frequenza di visite specialistiche richieste da poliziotti è significativamente  inferiore  a quella della popolazione generale e per lo più finalizzata a curare sintomi come l’eccessiva stanchezza o la difficoltà di dormire piuttosto che a diagnosticare o trattare disturbi mentali /o di comportamento.

Non sorprende in questo quadro che i poliziotti siano una categoria ad alto rischio di suicidio. Questo ultimo aspetto è uno dei più stigmatizzati e dei meno studiati  pur se disponiamo di dati che fotografano la realtà di singoli paesi a partire da quelli francesi. La Polizia italiana  è l’unica tra quelle  dei grandi paesi europei ad avere reso noti i dati (vedi Carrer e Garbarino. “Lavorare in Polizia. Stress e burnout “. Franco Angeli Editore 2015),

Tra il 1999 ed il 2012 si contano 137 suicidi, un numero  prossimo a quello degli agenti uccisi  da criminali o deceduti in servizio che sono stati nello stesso periodo 147. Il tasso  di suicidi nella polizia è più alto di quello  della popolazione generale italiana. Oltre il 90% dei casi fa uso dell’arma di ordinanza. Alla base di ogni caso di suicidio vi è sempre una  sofferenza così lacerante  da far ritenere che la morte possa essere preferibile alla vita.

Altri temi importanti nell’ambito delle forze dell’ordine sono dati dalla sindrome metabolica, cioè l’associazione  di dislipidemia, ipertensione, obesità ed intolleranza glucidica ed il rischio cardiovascolare  ad essa associato,  i disturbi del sonno e dell’eccessiva sonnolenza diurna  e dallo stress. Nell forze dell’ordine,  più che in altri settori lavorativi, si deve continuamente verificare non solo lo stato di salute dei lavoratori ma anche la loro  capacità di rispondere in modo efficace  ed in piena sicurezza a stimoli esterni che possono essere previsti solo stocasticamente.

segue su fonte

http://www.inca.it/Editoria/Lenotizie/Esperienzen3611112016/poliziapenitenziaria.aspx

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 Protocollo d’intesa sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura

Firenze, 25 ottobre 2016 – l’accordo proposto e gestito dalla Regione Toscana è stato siglato da Regione Toscana – Direzione Interregionale del lavoro di Roma del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – INPS Direzione Regionale Toscana – Inail Direzione Regionale per la Toscana – CGIL – CISL – UIL – Coldiretti – CIA – Confagricoltura – Alleanza delle Cooperative Toscane e mira a realizzare iniziative sul territorio regionale per contrastare lo sfruttamento lavorativo in agricoltura e il connesso fenomeno del caporalato.
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Questa collaborazione, nel rispetto dei ruoli istituzionali ricoperti da ciascun firmatario, opera nel contesto del Protocollo nazionale e della Legge sul caporalato e prevede interventi volti ad affrontare in modo efficace il rispetto dei diritti contrattuali dei lavoratori, nonché le problematiche della sicurezza e della salute.
Alcuni dei punti chiave:
– attivazione di interventi coordinati tra gli organismi pubblici di controllo e quelli paritetici di prevenzione, anche attraverso la condivisione delle banche dati e delle risorse utili a rendere più efficiente ed efficace l’azione di vigilanza nel settore agricolo;
– promozione di concrete azioni a garanzia delle condizioni di legalità nonché di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche mediante l’intervento del sistema della bilateralità;
– individuazione  e diffusione di  pratiche che, anche mediante la contrattazione decentrata territoriale e misure di semplificazione amministrativa, valorizzino ed incentivino le attività economiche del settore agricolo ed i prodotti d’eccellenza delle imprese che operano in condizioni di legalità e sicurezza;
– introduzione, nel rispetto delle norme comunitarie in materia di agricoltura,  di  forme di condizionalità relativa al rispetto dei diritti contrattuali dei lavoratori e al rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per l’accesso ai fondi europei e il mantenimento dei benefici ad essi collegati.
Grazie agli strumenti messi a punto, l’iniziativa contribuisce a garantire i necessari livelli di legalità, sostenendo anche in maniera fattiva la promozione della cultura della salute e sicurezza del lavoro, che vede quotidianamente impegnato l’Istituto  nello svolgimento dei propri compiti istituzionali.
Il Protocollo sarà valido ed efficace dalla data di sottoscrizione sino al 31 dicembre 2017 e potrà essere prorogato o riproposto, previa verifica dei risultati prodotti.

Protocollo sperimentale con il quale le parti contraenti si impegnano, nei limiti delle rispettive competenze, a operare sul territorio regionale per contrastare lo sfruttamento lavorativo in agricoltura e il connesso fenomeno del caporalato..

https://www.inail.it/cs/internet/atti-e-documenti/protocolli-e-accordi/prac_protocollo_inail_dr-toscana_inps-dr-toscana_cgil_cisl_altri.html

FONTE  INAIL.IT

https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/news-ed-eventi/news/news-caporalato-toscana.html

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Les perturbateurs endocriniens coûtent aux États-Unis 310 milliards d’euros par an

FONTE ETUI.ORG

Des chercheurs estiment que l’économie des États-Unis perd chaque année 310 milliards d’euros à cause des coûts occasionnés par les perturbateurs endocriniens (PE), notamment en termes de perte de QI, d’augmentation des troubles comportementaux et d’autres problèmes de santé comme l’obésité et le diabète.

Ces coûts représentent plus du double de ceux provoqués par les PE dans l’Union européenne, qui ont été estimés à 148 milliards d’euros.  Les auteurs de l’étude, publiée dans The Lancet Diabetes and Endocrinology,  soulignent que les législations qui existent en Europe peuvent limiter l’exposition à certains de ces produits chimiques.

Ces estimations tiennent compte des coûts totaux liés à ces produits chimiques, c’est-à-dire à la fois des coûts directs des traitements médicaux et des coûts indirects liés à la perte de productivité ou de rémunération. Les chercheurs ont ensuite comparé les résultats américains aux résultats d’une étude précédente effectuée en Europe.

Les coûts sont plus élevés aux États-Unis, en grande partie en raison de l’utilisation généralisée des polybromobiphényleséthers (PBDE), une substance chimique appliquée dans des meubles pour les rendre moins inflammables, dont l’utilisation est restreinte en Europe depuis 2008. Sources: Reuters, Environmental Health News, www.journaldelenvironnement.net

En savoir plus:

Attina TM, et al. Exposure to endocrine-disrupting chemicals in the USA: a population-based disease burden and cost analysis, The Lancet Diabetes & Endocrinology, 17 October 2016

http://www.thelancet.com/journals/landia/article/PIIS2213-8587%2816%2930275-3/fulltext

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8 November 2016
France : une campagne syndicale dénonce le tribut payé par les intérimaires

La CGT a présenté à la presse le 8 novembre à Paris sa campagne de sensibilisation au problème des accidents du travail dans le secteur de l’intérim. D’après le syndicat, on y a dénombré 40.000 accidents en 2014, dont 64 mortels.

Les deux millions de salariés intérimaires employés chaque année ont jusqu’à deux fois plus de risques de connaître un accident du travail que les salariés en CDI, a dénoncé le syndicat lors d’un point-presse.

Le taux de fréquence national d’accidents du travail, c’est-à-dire le nombre d’accidents avec un arrêt de travail supérieur à un jour sur douze millions d’heures travaillées, est de 22,9 pour les salariés en CDI contre 34,9 pour le travail temporaire (soit un rapport d’environ 1,5).

Dans certains secteurs, comme celui de la métallurgie, le taux de fréquence est plus de deux fois supérieur parmi les intérimaires (42,8 contre 20,1). “Être intérimaire est un risque en soi”, a souligné Philippe Tixier, secrétaire général de la CGT de l’intérim (USI-CGT). Concernant les maladies professionnelles, les données sont presque inexistantes à cause du “manque de traçabilité de carrière et d’exposition aux risques dans le travail temporaire”, a-t-il souligné.

La CGT estime que les employeurs du secteur de l’intérim négligent la santé et la sécurité et ne se préoccupent guère de leurs obligations légales en cette matière. Des négociations de branche sur la santé et la sécurité au travail sont en cours entre les syndicats du secteur et la chambre patronale des agences d’intérim. Le dernier accord sur ces points date de 2002. L’USI-CGT estime que ces négociations piétinent. C’est pourquoi elle depuis la mi-octobre une campagne de communication intitulée “Urgent! Intérimaires en danger”.  Le syndicat a élaboré des visuels-chocs, avec des slogans faisant référence à des classiques du cinéma.

Pour en savoir plus

http://www.interim.cgt.fr/339-top-depart.html#.WCHUv_krKUk

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La formaldeide come cancerogeno: problemi di registrazione e sorveglianza sanitaria ….

Nell’ambito del PRP 2014-18, la Regione Marche ha costituito un gruppo di lavoro di operatori dei Servizi ASUR (la denominazione assunta dal sistema “ASL” nelle Marche) dedicato al tema “cancerogeni occupazionali e tumori professionali”: in tale contesto è stato prodotto ed emesso questo documento sulla formaldeide, specificamente dedicato all’applicazione degli artt. 242 e 243 del Dlgs 81/08 riguardo a tale agente. Il documento costituisce un primo pronunciamento formale della parte pubblica in tema di formaldeide come agente cancerogeno; la discussione e il confronto sono aperti e vivaci anche in diversi altri contesti regionali (Piemonte, Lombardia e Veneto in particolare).”

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http://www.snop.it/attachments/article/632/Marche%20-%20su%20formaldeide.pdf

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8 November 2016
Reconnaissance des cancers professionnels : le combat en justice de familles belges

fonte ETUI

Depuis plus de dix ans, la Fédération des travailleurs de la métallurgie de la confédération syndicale belge FGTB soutient les familles de quatre travailleurs victimes de cancers du système sanguin. Malgré des preuves d’une exposition dans l’entreprise au benzène, un solvant cancérogène, l’organisme public en charge de l’indemnisation des maladies professionnelles conteste le lien avec le travail.

Dix ans après, l’évocation du rendez-vous médical au service d’oncologie de l’hôpital André Renard à Herstal (est de la Belgique) reste une épreuve pour toute la famille. Surtout pour la jeune Nydia. “Au moment du diagnostic, c’était la période des examens. Mon père a voulu à tout prix la protéger. Il a cherché à dédramatiser”, se souvient son frère aîné Francisco Franco Gomez.

En ce matin de juillet, ce solide gaillard de quarante ans a accompagné ses deux sœurs et sa mère, venues à l’invitation des “métallos de la FGTB” témoigner de leur long et tortueux combat en justice. Depuis 2006, toute la famille tente avec l’aide du syndicat de faire reconnaître l’origine professionnelle de la maladie qui a emporté leur père le 30 mai 2011, quelques jours après son 59e anniversaire. Francisco Franco Molina a lutté pendant cinq ans contre un myélome multiple, un cancer de la moelle osseuse.

“Lors de la première entrevue que j’ai eue avec le médecin, on m’a dit de but en blanc : ‘Madame, vous savez, nous avons un excellent service de soins palliatifs dans cet hôpital'”, se remémore madame Franco Molina. Finalement il aura tenu cinq ans. Cinq années rythmées par les séjours répétés à l’hôpital, parfois en chambre stérile, par les chimiothérapies, les séances de radiothérapie et une très lourde opération chirurgicale. Fidèle à ses engagements politiques et syndicaux, Mr Molina sera resté un “dur à cuire” jusqu’au bout.

Du trichlo pour se laver les mains

Il n’a que quatre ans quand sa famille quitte l’Andalousie, fuyant la misère. Nous sommes en 1956, les charbonnages belges sont confrontés à une pénurie de main-d’œuvre. La “filière” italienne se tarit à la suite de la catastrophe du Bois du Cazier à Marcinelle qui fait 262 morts, dont la moitié d’Italiens. La Belgique va chercher ailleurs la main d’œuvre nécessaire à son industrie, alors florissante.

La famille Franco Molina s’installe à Herstal, dans la banlieue industrielle de Liège. Le père est recruté par un des nombreux charbonnages de la région. A dix-huit ans, Francisco entre chez Métal Profil, une entreprise de fabrication de rayonnages pour magasins et entrepôts. Après une première restructuration en 1979, l’entreprise est rebaptisée Polypal.

Par rapport à la mine et aux hauts fourneaux, cette entreprise offre aux jeunes travailleurs un environnement de travail bien plus attractif que ce qu’avait connu la première génération d’immigrés.

Et pourtant, les produits dangereux sont bien présents dans l’entreprise. Les travailleurs les utilisent sans être conscients de leur toxicité.

“A leur arrivée dans l’usine, les bobines d’acier étaient recouvertes d’huiles minérales pour qu’elles puissent passer facilement dans les profileuses [1]. Après, nous devions dégraisser les molettes des profileuses avec du pétrole ou un produit à base de benzène”, se souvient Pierre Soares, un ex-collègue de Mr Franco Molina.

“Nous utilisions également du trichloréthylène. Pour nous, il s’agissait d’un produit comme un autre. A l’époque, personne n’imaginait qu’il pouvait provoquer le cancer. Pour dégraisser nos mains avant notre pause de midi, nous nous lavions les mains au trichlo”,  se souvient l’ouvrier. Il se rappelle aussi qu’il n’y avait pas de cloisons dans l’entreprise, tout le personnel était exposé aux particules des moteurs diesel des chariots élévateurs, aux fumées de soudage et aux vapeurs des peintures à base de plomb, etc.

Un pronostic de survie de 15 jours

Quelques semaines après le diagnostic du myélome multiple de Francisco Franco Molina, Pierre Soares apprend qu’il souffre à son tour d’un cancer. “Quand le médecin m’a annoncé qu’il s’agissait d’un lymphome non hodgkinien, je n’ai pas réagi. Je n’avais jamais entendu parler de cette maladie. Le jeune médecin m’a alors dit : ‘Avez-vous réalisé qu’il s’agit d’un cancer?’ Je lui ai alors demandé : “Combien de temps me reste-t-il à vivre? Sans hésiter, il m’a répondu de 15 jours à trois semaines.”

Pierre Soares refuse au départ de suivre un traitement, mais il se laisse finalement convaincre par une doctoresse de suivre un traitement expérimental. Durant cinq mois, il subit une chimiothérapie particulièrement lourde. “Pendant mes séances, ma femme me touchait pour vérifier si mon corps était toujours chaud”, se souvient-il.

En rémission complète depuis 2011, Pierre Soares peut être considéré comme un rescapé, avec tout ce que cela comporte également en termes de séquelles physiques et psychologiques. “J’ai des douleurs en permanence dans toute la partie gauche. Je dois prendre des antiinflammatoires et également des benzodiazépines pour supporter la douleur. J’ai dû renoncer à mon potager”, témoigne-t-il. “Et mes enfants ont dû être suivis par un psychologue”, ajoute-t-il.

L’épreuve du diagnostic et des premiers traitements est d’autant plus pénible qu’elle coïncide avec l’annonce au cours de l’été 2006 par le groupe Whittan, l’actionnaire britannique de Polypal, de la délocalisation de ses activités au Pays basque espagnol.

Avec l’aide d’une association de médecins sensibilisés aux maladies liées au travail,  le syndicat des métallurgistes de la FGTB élabore un dossier et l’introduit auprès du Fonds des maladies professionnelles (FMP), l’institution publique chargée de l’indemnisation des travailleurs souffrant d’une maladie due à leur travail.

Le benzène figure sur la liste des maladies professionnelles provoquées par des agents chimiques. Une enquête d’exposition confirme l’exposition des travailleurs au benzène. Et cependant, les quatre demandes [2] de reconnaissance en maladie professionnelle sont toutes rejetées.

Les familles contestent cette décision devant le tribunal du travail qui désigne de nouveaux experts. Ceux-ci suivent l’avis du FMP, estimant qu’il n’existe pas de preuve d’une relation certaine entre les deux types de cancer et l’exposition au benzène.

Le FMP et les pétroliers

Nouveau rebondissement en 2009. Le Centre international de recherche sur le cancer (CIRC) met à jour sa monographie sur le benzène, en tenant compte de l’évolution des connaissances scientifiques. L’organisme de référence en matière de cancer, qui est relié à l’OMS, reconnaît depuis déjà longtemps le benzène comme un cancérogène avéré pour l’homme, mais essentiellement dans les cas de leucémie. Le CIRC établit pour la première fois une “association positive” entre exposition au benzène et myélome multiple et lymphome non hodgkinien [3].

Sur base de ces nouveaux éléments, les familles et leur syndicat obtiennent la désignation d’une nouvelle mission d’expertise qui débouchera sur un nouveau jugement du tribunal du travail. Celui-ci reconnaît le lien avec le travail pour les quatre dossiers, et enjoint le FMP à indemniser les victimes ou leur famille. Malgré cette décision de justice, le FMP ne désarme pas et fait appel du jugement.

L’organisme public, qui n’a pas l’habitude de voir ses décisions contestées en justice par des travailleurs, mandate un professeur d’université pour mener de nouvelles recherches dans la littérature. “Le FMP n’hésite pas à s’appuyer sur des études financées par l’industrie pétrolière”, dénonce le docteur Jilali Laaouej, qui apporte un soutien scientifique aux victimes dans leur bras de fer avec le FMP.

Le 30 août dernier, la cour devait statuer, mais l’audience a été reportée à la fin de l’année.

Pour Esmeralda Cué, ancienne ouvrière chez Polypal qui officie aujourd’hui chez les “métallos FGTB” de Liège, le FMP cherche à gagner du temps et à décourager les rares victimes qui osent contester ses décisions.

C’est probablement mal connaître l’état d’esprit des Franco Molina, un solide cocktail inspiré par l’héritage familial antifranquiste et corsé par la réputée mentalité contestataire liégeoise.

[1] Machine qui permet le pliage de tôle d’acier, d’aluminium, d’inox ou de zinc.

[2] Outre les cas de Mrs Franco Molina et Soares, il s’agit d’une ancienne ouvrière décédée à la suite d’un myélome multiple et d’un ouvrier en rémission d’un lymphome non hodgkinien.

[3] Benzene, IARC Monograph, 2012, pp 249-285.

http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=5125&Itemid=2

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Il ruolo degli RLS nella valutazione dei rischi
Centro Cultura per la Prevenzione – V.le D’Annunzio 15 – Milano
Mercoledì 23 novembre 2016 – ore 9:00 – 13:00
 

Seminario di studio e approfondimento

PROGRAMMA LAVORI

http://www.ciip-consulta.it/index.php?option=com_content&view=article&id=582:art-rls-e-valutazione-dei-rischi&catid=317&Itemid=467

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Imparare dagli errori: le cadute e gli infortuni negli uffici

Esempi di infortuni correlati ad attività svolte negli uffici, con particolare riferimento alle cadute. La dinamica degli infortuni e le misure di prevenzione. Focus sul rischio d’inciampare, sulla visibilità, sugli scivolamenti e sulle vie di fuga.

L’articolo segue alla fonte  PUNTOSICURO.IT

http://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/rubriche-C-98/imparare-dagli-errori-C-99/imparare-dagli-errori-le-cadute-gli-infortuni-negli-uffici-AR-16464/

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LA VIOLENZA CONTRO GLI OPERATORI SANITARI E’ ORMAI FENOMENO PURTROPPO FREQUENTE IN PARTICOLARE NEI REPARTI DI EMERGENZA E PRONTO SOCCORSO. RITENIAMO UTILE LA CONOSCENZA DELL’ESPERIENZA CANADESE.

Violence Against Healthcare Workers:
A Canadian Experience
James T. Brophy, Margaret M. Keith, Michael Hurley

According to healthcare workers interviewed this past year by the Ontario Council of Hospital Unions (OCHU)/Canadian Union of Public Employees (CUPE), the health and wellbeing of the individuals devoted to caring for our health seems to be increasingly at risk from angry, frustrated, or out of control patients. Their experiences are chilling.
OCHU: We will not be silenced about Violence

“Very quickly, the patient bolted to his feet with his hand and arm cocked, ran across the room and hit me in the nose and under the eye. I immediately fell backwards. I started to bleed, profusely, from my nose. I couldn’t breathe. I started to panic.”

segue su

http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=5122&Itemid=53

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SUICIDI  DA SUPERLAVORO IN GIAPPONE

Per  il caso di Matsuri Takahashi, che si è suicidato gettandosi da una finestra del suo appartamento dopo aver sofferto di depressione, è stata riconosciuta  da parte dell’ufficio ispezione del lavoro la causa di superlavoro.  L’amministrazione del primo ministro Shinzo Abe sta spingendo per tagliare le ore di lavoro.  Karoshi, o la morte da superlavoro, è rimasto un serio problema da quando è stato messo in evidenza come una questione sociale alla fine del 1980. In realtà, il suicidio di un altro dipendente oberato di lavoro Dentsu nel 1991 ha portato ad un livello giudiziario che riconosce la responsabilità dei datori di lavoro per i suicidi da superlavoro.

L’ARTICOLO ALLA FONTE JAPANTIME.CO.JP

http://www.japantimes.co.jp/opinion/2016/11/09/editorials/overtime-woes-dentsu/#.WCOez-D_rIV

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LE AUTORITA’ E I PARTNER SOCIALI FRANCESI CRITICI VERSO L’ADOZIONE DELLA NORMA ISO 45001 IN MATERIA DI SGSSL

Una presa di posizione interessante da parte del Comitato Conseil d’orientation sur les conditions de travail (COCT) che avversa l’adozione della Norma ISO 45001 .

IL DOCUMENTO

http://travail-emploi.gouv.fr/ministere/acteurs/instances-rattachees/article/groupe-permanent-d-orientation-du-coct

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Le recessioni fanno male alla salute
autore Giacomo Galletti

Diventa sempre più necessario dotarsi di strumenti in grado di monitorare in modo tempestivo ed efficace la “tenuta” dei sistemi sanitari. Osservare che l’accesso alle prestazioni assistenziali essenziali sia garantito a tutti i cittadini, in modo equo e universale, è un’azione strategica, ed etica, per evitare che quello che resta del celebre pollo di Trilussa venga addentato dai soli pochi fortunati.

“La crisi economica del 2008 ha comportato un aumento dei disoccupati, dei senzatetto e dei poveri, toccando quei fattori – occupazione, reddito, proprietà immobiliare – che costituiscono tra i maggiori determinanti dello stato di salute. Il debito nazionale è aumentato, nel momento in cui i soldi pubblici sono stati utilizzati per prevenire il collasso del sistema finanziario, e molti governi hanno così tagliato i servizi per ridurre tale debito. Ma qual è stato l’effetto di tutto ciò sulla salute?”

Questo è l’inizio di un editoriale apparso a settembre sul British Medical Journal. È un editoriale che, prescindendo dall’interrogazione finale, fa affermazioni piuttosto forti, quasi fossero l’incipit di un Manifesto della Salute ai tempi del Capitale 2.0 di Piketty. Gli autori dell’editoriale/Manifesto, due professori di sanità pubblica rispettivamente dell’Università di Liverpool, Ben Barr, e del Farr Institute della stessa città, David Taylor-Robinson, hanno provato a rispondere alla domanda che si erano posti partendo da due riferimenti: una review (una rassegna degli studi pubblicati sulle riviste scientifiche) e un grafico.

l’articolo prosegue alla fonte SALUTEINTERNAZIONALE.INFO

http://www.saluteinternazionale.info/2016/11/le-recessioni-fanno-male-alla-salute/

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British Airways warned over ‘downplaying’ toxic fume events     

03 November 2016

Britain’s largest union, Unite warned British Airways against downplaying harmful fume events on board aircraft by reclassifying them as ‘odour events’, saying that it could mean the true number of fume incidents across the airline industry is ‘far higher’.

The warning comes as more details emerge of last week’s in-flight diversion to Vancouver of the British Airways flight from San Francisco to London Heathrow because of toxic fumes entering the cabin.

The airline has described the event on 25 October 2016, which led to crew members vomiting, donning oxygen masks and being taken to hospital, as an ‘odour event’ despite exchanges between the flight crew and air traffic control stating they had an incident involving ‘toxic fumes, toxic-gas like fumes’. The full exchanges have been released online and can be listened to in full here.

Unite understands that a separate fume event occurred the following day (26 October) on board a British Airways flight BA 269 from Heathrow to Los Angeles which the airline reportedly dismissed as an ‘odour event’. Unite understands that a full fume drill was performed on the flight deck, which would have involved crew putting on oxygen masks.

Unite, representing over 20,000 cabin crew, has been at the forefront of the campaign over cabin air quality and aerotoxic syndrome and is calling for a public inquiry into cabin air quality.

The union is also calling on the Civil Aviation Authority (CAA) to release figures on fume incidents and investigate how airlines classify ‘fume events’, as well as urging people who have been involved in a fume event to record it on Unite’s dedicated fume register or phone its hotline number 03330 146569.

Commenting Unite director of legal services Howard Beckett said: “It is clear from all the reports we’ve received and the exchanges between the flight deck and air traffic control that the incident on board the diverted BA flight from San Francisco to London Heathrow was more serious than a mere ‘odour event’.

“Downplaying serious toxic fume events on board aircraft as ‘odour events’ smacks of spin and an attempt to manipulate official statistics to downplay how widespread the problem really is in the industry.

“Fume events and continued exposure to contaminated cabin air can lead to serious ill health with long term debilitating effects on people’s wellbeing.

“Brushing these serious incidents under the carpet is shameful and we urge the CAA to investigate and for people involved in fume events to use our register or phone our hotline.”

ENDS
– See more at:

UNITETHEUNION.ORG

http://www.unitetheunion.org/news/british-airways-warned-over-downplaying-toxic-fume-events/

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MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI DECRETO 25 maggio 2016, n. 183

Regolamento recante regole tecniche per la realizzazione e il funzionamento del SINP, nonche’ le regole per il trattamento dei dati, ai sensi dell’articolo 8, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81. (16G00196) (GU Serie Generale n.226 del 27-9-2016 – Suppl. Ordinario n. 42) note: Entrata in vigore del provvedimento: 12/10/2016

IL TESTO DEL REGOLAMENTO SINP

http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2016-09-27&atto.codiceRedazionale=16G00196&elenco30giorni=true

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segnaliamo dal sito medicompetente.it questo commento del Dr Ramistella al DdL Ribaudo Boccuzzi
Il DdL Ribaudo-Boccuzzi: un’altra proposta di modifica del ruolo dei Medici Competenti

Si pubblica il commento del Dr. Ramistella, coordinatore della sezione tematica della SIMLII dedicata all’attività professionale dei medici del lavoro e medici competenti sulla recente proposta di legge presentata alla Camera dei deputati (primi firmatati on.li Ribaudo e Boccuzzi) in merito a un nuovo ruolo del medico competente. Nell’articolo viene riportato il disegno di legge e commentate le possibili ripercussioni, comprese alcune proposte concrete già ipotizzate nell’ambito della sezione tematica e della stessa Società scientifica. Viene dato, infine, appuntamento alla prossima “Convention MC 2017”, ove questa proposta – assieme alle altre che l’hanno preceduta – verrà ampiamente discussa e approfondita, confidando nella partecipazione attiva di tutti i colleghi interessati e delle stesse parti politiche, sindacali e datoriali.

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Ha suscitato parecchio interesse tra i medici competenti, compreso un certo scalpore, la proposta di legge recentemente presentata alla Camera (Atto Camera n. 4095 del 30 settembre 2016) che vede come primi firmatari gli on.li Franco Ribaudo e Antonio Boccuzzi (PD), assieme a molti altri deputati, intitolato “Modifica all’articolo 39 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, concernente la designazione del medico competente in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”. Si tratta di un testo molto breve che, come indica il titolo, dispone di cambiare solamente l’articolo 39 del noto D.Lgs. 81/08 (impropriamente definito “testo unico” per la salute e sicurezza sul lavoro), anzi in particolare, esclusivamente una sua parte. Secondo la proposta citata, il comma 2 dell’art. 39 del D.Lgs. 81/08 dovrebbe essere integralmente sostituito da quello che segue:
“2. Ai fini della individuazione del medico competente, il datore di lavoro si rivolge all’azienda sanitaria competente territorialmente, la quale provvede alla designazione nell’ambito degli elenchi dei professionisti in possesso dei requisiti di cui all’articolo 38, attingendo dall’albo specialistico ambulatoriale tenuto presso la medesima azienda sanitaria locale.
2-bis. Il medico competente risponde del proprio operato all’azienda sanitaria competente territorialmente.
2-ter. Gli oneri per le prestazioni assolte dal medico competente sono determinati dall’azienda sanitaria competente territorialmente e sono integralmente posti a carico del datore di lavoro”.
Il testo di tale emendamento al D.Lgs. 81 viene preceduto da una breve introduzione in cui vengono esplicitate le motivazioni che hanno condotto alla proposta. Va da sé che l’ipotesi tratteggiata, qualora dovesse venire presa in considerazione per l’approvazione, dovrebbe essere ulteriormente dettagliata sul piano della tecnica legislativa, allo scopo di renderla coerente con gli altri articoli del Decreto 81/08 e s.m.i. con i quali andrebbe in conflitto.

Si impongono, al riguardo, alcune riflessioni. >>>> l’articolo prosegue alla fonte MEDICOCOMPETENTE.IT

https://medicocompetente.it/mese/145/Il-DdL-Ribaudo-Boccuzzi-un-rsquo-altra-proposta-di.htm

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Sul Sole 24 Ore del 26 settembre nell’inserto Sanità una intervista a Giorgio Di Leone, presidente SNOP.
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Gino Rubini, editor di www.diarioprevenzione.it

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