newsletter diario prevenzione
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1 febbraio 2013 – vol.n° 64
notizie, documenti e link sui temi del governo dell’ambiente, della salute
e della sicurezza nel lavoro
e sulla responsabilità sociale d’impresa
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SETTIMANE DIFFICILI PER CHI VUOLE CONFRONTARSI SUI PROBLEMI VERI DEL LAVORO.
Sono settimane difficili per chi vuole confrontarsi sui problemi veri del lavoro, su quello che rimane e su quello che dovrà esserci.
Una campagna elettorale brutta, incattivita da scandali, risse fangose e reazioni rancorose tra candidati allontanano sempre più l’attenzione dai problemi materiali e concreti delle persone in carne ed ossa che debbono ogni giorno, ogni settimana, realizzare il necessario per non sprofondare sotto la linea di non ritorno della povertà.
Diario Prevenzione esiste e r/esiste, come tanti altri siti e blog ben più noti e frequentati, proprio per combattere questa deriva, con modestia e tenacia, perchè i problemi veri di chi vive del proprio lavoro rimangano al centro dell’agenda, delle “agende” dei candidati.
Nel campo della salute e della sicurezza sul lavoro, in forma sotterranea, stanno avvenendo cambiamenti pesanti: le aziende , anche quelle più forti e strutturate sono in affanno, la crisi sta durando troppo a lungo, oltre ogni ragionevole previsione.
Il malessere che si avverte in molte realtà di lavoro, anche in quelle ove prevalgono relazioni civili e un management rispettoso dei diritti e della dignità delle persone che lavorano, è dato dalla incertezza e dalle preoccupazioni per il futuro; il piacere del lavoro ben fatto viene molto speso sommerso dalla preoccupazione che quel lavoro tra pochi giorni potrebbe non esserci più …” questa è l’ultima macchina che stiamo terminando… per ora non ci sono altri ordini…” ci diceva alcuni giorni fa, con aria preoccupata, un tecnico di una importante azienda meccanica emiliana.
E’ questa cappa pesante di legittime preoccupazioni e paure che bisogna riuscire a rimuovere per tornare a respirare, ad immaginare il futuro.
Anche tra i giovani vi sono iniziative tese a facilitare l’ingresso nel lavoro. Ci è stato riferito di diversi casi di giovani che chiedono alle agenzie di formazione di partecipare a corsi di formazione a pagamento per la sicurezza per potere esibire poi nei propri CV gli attestati di partecipazione con la speranza che le aziende li assumano.
Dobbiamo dire per questi casi che l’investimento di denaro in corsi generici non collegati ad un profilo di rischio specifico di un lavoro e di un luogo di lavoro concreto potrebbe risultare uno spreco di tempo e di soldi per chi già ne ha pochi.
Tuttavia deve essere valorizzata la volontà e la tenacia dei ragazzi che prendono queste iniziative. Perchè gli OOPP in accordo con la Regione non progettano un’attività sperimentale di formazione gratuita di base in questo campo mettendo in contatto poi i giovani in cerca di lavoro con eventuali aziende interessate ?
C’è bisogno di idee nuove e di voglia di sperimentare, mettendo in conto anche insuccessi ed errori, per uscire da questa gora.
Vorremmo per davvero una campagna elettorale nella quale candidati e forze politiche si misurassero con questi problemi, ma pare che questi temi siano troppo noiosi per i format televisi d’intrattenimento politico.
Abbiamo scelto di segnalare in questo numero della newsletter alcuni contributi importanti che tentano di suggerire anche qualche soluzione come
– l’editoriale del Prof.Vittorio Capecchi all’ultimo numero della Rivista Inchiesta, “ILVA: CRISI DEL LAVORO, AMBIENTALE, SOCIALE”
– l’appello dell’Ing. Mauro Rossato – Presidente dell’Osservatorio sulla Sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre :”” BASTA CON LE MORTI SUL LAVORO: DETASSIAMO LE AZIENDE CHE INVESTONO IN SICUREZZA.SERVONO PIÙ FORMAZIONE E CONTROLLI”,
– l’articolo di di Veronica Galster SVIZZERA.ORARI DEI NEGOZI. LA LIBERALIZZAZIONE FA MALE pubblicato sul settimanale online AREA7.CH
Buon Lavoro . Editor
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NOTIZIE AMBIENTE SALUTE
SICUREZZA LAVORO
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01/02/2013 – SVIZZERA.ORARI DEI NEGOZI. LA LIBERALIZZAZIONE FA MALE
di Veronica Galster
Con questa modifica, che si inserisce in un progetto più ampio di liberalizzazione degli orari d’apertura dei negozi, si rischia infatti di spalancare le porte alla generalizzazione della giornata lavorativa di 24 ore. In gioco vi è la salute delle lavoratrici e dei lavoratori, per un settore dove non c’è la necessità di offrire un servizio non-stop. È infatti dimostrato che il lavoro notturno può creare problemi di tipo fisico e psicologico, così come più in generale gli orari di lavoro diversi da quelli standard: i ritmi sociali vengono sfasati e questo ha un impatto negativo sia sulla salute sia sulla sicurezza dei lavoratori.
Per capire meglio e concretamente quali siano le conseguenze della liberalizzazione degli orari d’apertura dei commerci basta guardare alla vicina Unione Europea, dove il cambiamento è già in atto da alcuni anni e le condizioni di lavoro e di salute di chi è impiegato nella grande distribuzione sono notevolmente peggiorate. A confermarlo una serie di studi raccolti in un dossier apparso sul numero di dicembre di HesaMag, la rivista dell’Istituto sindacale europeo (Etui) che si occupa di salute e sicurezza sul lavoro.
Gli studi, condotti in vari paesi dell’Ue, hanno infatti rilevato un deterioramento progressivo delle condizioni di lavoro nel settore del commercio, con conseguenti problemi di salute legati principalmente agli orari e al ritmo di lavoro cui sono sottoposti i dipendenti. Secondo i dati raccolti nel dossier, tutte le categorie professionali impiegate nella grande distribuzione sono sottoposte ad uno stress crescente provocato da un’intensificazione dei ritmi in un contesto di fragilizzazione della qualità del lavoro. Quasi mai, infatti, il prolungamento degli orari d’apertura ha coinciso con un incremento di personale (in certi casi è addirittura stato ridotto), che resta quindi a livelli insufficenti per far fronte all’aumentato carico lavorativo. I dipendenti del settore, confrontati con orari irregolari e difficilmente pianificabili, con il lavoro su chiamata e con il tempo parziale obbligato, faticano ad organizzare la propria vita al di fuori dell’ambito professionale.
segue su fonte
http://area7.ch/La-liberalizzazione-fa-male-d761d900
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Ilva: crisi del lavoro, ambientale, sociale
di Vittorio Capecchi
Segnaliamo l’editoriale di Vittorio Capecchi per il numero di “Inchiesta” ottobre-dicembre 2012 Ilva: crisi del lavoro, ambientale, sociale.
I testi pubblicati in questo numero di Inchiesta sottolineano che la politica si trova di fronte a una crisi che è insieme del lavoro, ambientale e sociale. L’immagine in copertina dell’Ilva di Taranto su cui si abbatte una tromba d’aria è emblematica di questa situazione.
Come afferma Landini in una delle interviste sull’Ilva riportate in questo numero “Nessuno può più morire per le produzioni, non c’è dubbio. Ma non possiamo neanche perdere migliaia di posti di lavoro stando fermi a guardare”. I dati che collegano l’Ilva alla città di Taranto sono drammatici. Il dossier dell’Istituto superiore della Sanità realizzato insieme alla Organizzazione Mondiale della Sanità all’interno del progetto “Sentieri” riferito al periodo 1995-2009 non lascia dubbi.
>>> segue su fonte
http://www.inchiestaonline.it/editoriali/ilva-crisi-del-lavoro-ambientale-sociale/
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Convegno Regionale “AGRICOLTURA SICURA”
Novità e indicazioni tecniche per la sicurezza e la salute degli operatori
Bergamo, 20 febbraio 2013
La partecipazione al convegno consente di acquisire
3 crediti formativi per gli RSPP
non datori di lavoro (ATECO 1 – Agricoltura) previa iscrizione
Programma Lavori
http://www.diario-prevenzione.it/interim/Pieghevole%20Convegno%202013%20(1).pdf
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Riceviamo dall’Osservatorio sulla Sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre:
” BASTA CON LE MORTI SUL LAVORO: DETASSIAMO LE AZIENDE CHE INVESTONO IN SICUREZZA.
SERVONO PIÙ FORMAZIONE E CONTROLLI.
Intervento dell’ingegner Mauro Rossato – Presidente dell’Osservatorio sulla Sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre
Stava lavorando. E’caduto da un’altezza di circa 10 metri ed è morto. Questa la tragica sorte toccata il 26 gennaio ad un lavoratore di 59 anni, residente in provincia di Brescia. Ha perso la vita mentre stava lavorando alla rimozione di lastre di amianto sul tetto di un capannone in una ex fonderia. E la stessa violenta fine è toccata il 29 gennaio ad un imprenditore edile siciliano di 43 anni: caduto dal ponteggio che la sua impresa aveva installato a Partinico.
Queste sono solo due delle vittime del lavoro del 2013 in un’epigrafe che sembra non voler conoscere una fine. Soprattutto in edilizia e, spesso, a causa di un inadeguato utilizzo di dispositivi di protezione anticaduta previsti dalle disposizioni legislative.
Tant’è che il 2012 parla chiaro nelle indagini statistiche effettuate dal nostro Osservatorio Sicurezza sul lavoro Vega Engineering: nel settore delle costruzioni è stato registrato il 23,6 per cento delle 509 vittime del lavoro del Paese. Mentre nel 2011 era il 22,2 per cento dei decessi e nel 2010 si superava il 28 per cento.
Contemporaneamente la caduta dall’alto è stata la prima causa di morte (24,6 per cento degli infortuni mortali verificatisi in Italia nel 2012). Era il 24,2 per cento nel 2011, il 27,8 per cento nel 2010.
Episodi gravissimi che pongono sotto i riflettori l’emergenza sicurezza nei luoghi di lavoro e che rendono inaccettabile il disinteresse che spesso regna sovrano in alcuni cantieri o altri luoghi di lavoro in cui c’è chi rischia la vita quotidianamente svolgendo la propria attività professionale.
segue su fonte
http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3686&Itemid=2
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31/01/13- PROROGHE E NUOVE SCADENZE PER LA CONFORMITÀ IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO NELLE PMI
Il Decreto legislativo 81/2008, l’unico strumento legalmente accettabile per stimare l’effettiva sicurezza aziendale ed emanato dal Ministero del Lavoro, otterrà piena validità a partire dal 5 febbraio 2013.
Oltre alla descrizione dei cicli produttivi e della struttura aziendale dedicata alla sicurezza, le procedure descrivono le fasi di identificazione dei rischi correnti in azienda, e i conseguenti provvedimenti da accogliere per limitare il pericolo di infortuni.
leggi l’articolo alla fonte >>> SNOP
http://www.snop.it/index.php?option=com_content&view=article&id=233:proroghe-e-nuove-scadenze-per-la-conformita-in-materia-di-sicurezza-sul-lavoro-nelle-pmi&catid=39:notizie-prevenzione-e-lavoro
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Lymphoma risk and occupational exposure to pesticides: results of the Epilymph study
Abstract
Objectives We investigated the role of occupational exposure to specific groups of agrochemicals in the aetiology of lymphoma overall, B cell lymphoma and its most prevalent subtypes.
Methods In 1998–2003, 2348 incident lymphoma cases and 2462 controls were recruited to the EPILYMPH case-control study in six European countries. A detailed occupational history was collected in cases and controls. Job modules were applied for farm work including specific questions on type of crop, farm size, pests being treated, type and schedule of pesticide use. In each study centre, industrial hygienists and occupational experts assessed exposure to specific groups of pesticides and individual compounds with the aid of agronomists. We calculated the OR and its 95% CI associated with lymphoma and the most prevalent lymphoma subtypes with unconditional logistic regression, adjusting for age, gender, education and centre.
Results Risk of lymphoma overall, and B cell lymphoma was not elevated, and risk of chronic lymphocytic leukaemia (CLL) was elevated amongst those ever exposed to inorganic (OR=1.6, 95% CI 1.0 to 2.5) and organic pesticides (OR=1.5, 95% CI 1.0 to 2.1). CLL risk was highest amongst those ever exposed to organophosphates (OR=2.7, 95% CI 1.2 to 6.0). Restricting the analysis to subjects most likely exposed, no association was observed between pesticide use and risk of B cell lymphoma.
Conclusions Our results provide limited support to the hypothesis of an increase in risk of specific lymphoma subtypes associated with exposure to pesticides.
fonte OCCUPATIONAL AND ENVINRONMENTAL MEDICINE
http://oem.bmj.com/content/70/2/91.short?rss=1
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30/01/13 – IDONEITÀ LAVORATIVA: MEDICINA GENERALE E MEDICINA DEL LAVORO A CONFRONTO
Un convegno ha affrontato il tema della collaborazione tra medico competente e medico generico: le certificazioni di patologia e le ripercussioni sulla idoneità lavorativa specifica.
segue su fonte puntosicuro.it
http://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/ruoli-figure-C-7/medico-competente-C-77/idoneita-lavorativa-medicina-generale-medicina-del-lavoro-a-confronto-AR-12532/
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UN VIDEO MOLTO EFFICACE
Raising awareness of occupational safety and health in garment manufacturing
http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3682&Itemid=2
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30/01/13 – La funzione del Security manager
Una proposta per la Commissione Consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro: l’obbligo di valutare il rischio Security e assegnare ai Security Manager compiti di gestione e controllo delle fonti di rischio.
fonte puntosicuro.it
http://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/tipologie-di-contenuto-C-6/valutazione-dei-rischi-C-59/la-funzione-del-security-manager-AR-12534/
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LE NOTIZIE DI AMBIENTE LAVORO – AMBLAV NEWS DEL 28/01/13
PER CONSULTARE TUTTE LE NOTIZIE DELL’ASSOCIAZIONE AMBIENTE LAVORO
VAI AL SITO AMBLAV.IT
http://www.amblav.it/news.aspx
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Buone prassi validate dalla Commissione Consultiva Permanente
• 23 gennao 2013
– Modulo risoluzione del rischio (formato .pdf 155,1 Kb)
– Gestione del traffico nel magazzino (formato .pdf 330 Kb)
– Valutazione dei rischi per attività di witness svolte presso terzi (formato .pdf 379,33 Kb)
– Ribaltatore Bobine (formato .pdf 764,77 K)
http://www.diario-prevenzione.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3679&Itemid=2
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Quando i risultati della ricerca diventano “open”
di Luisella Gilardi, DoRS
L’articolo di Laakso e Björk fa il punto sulla diffusione dell’open access a livello internazionale in questi ultimi 10 anni.
Il movimento dell’“open access” (OA) ha esteso la possibilità di disseminare i risultati delle ricerche di ogni singolo ricercatore e di accedere a quelli degli altri. Il termine “open access”, nel contesto delle pubblicazioni accademiche, è molto usato e si riferisce alla possibilità di poter leggere e scaricare sul proprio PC un articolo senza dover sottoscrivere alcun abbonamento. Molte riviste OA non richiedono alcun pagamento all’autore per la pubblicazione dell’articolo, una minoranza, attualmente in crescita, chiede all’autore il pagamento di una tariffa che si aggira in media attorno ai 900 dollari.
I principi che guidano questo movimento sono quelli per cui la scienza progredisce solo se si condividono i risultati della ricerca. Lo stesso spirito anima anche strumenti come wikipedia o i software open presenti in internet, ma ciò che distingue le riviste da altri strumenti web è che il prestigio e l’impact factor sono determinanti nel far sì che un autore decida o meno di pubblicare il suo lavoro su una determinata rivista.
Ci sono anche interessi legittimi che mirano a preservare lo stato attuale delle cose, con le case editrici più importanti che guardano all’open access come una minaccia potenziale per i loro profitti. I conflitti causati da questi e altri fattori possono spiegare il rallentamento nella diffusione dell’OA. Tuttavia, seguendo il percorso del National Institutes of Health degli Stati Uniti, anche il governo britannico ha stabilito di finanziare progetti i cui risultati saranno pubblicati su riviste OA.
E’ importante soprattutto per chi deve prendere decisioni sapere come si è diffuso l’OA, come è cresciuta la fetta di riviste in OA in questi ultimi anni e quale è la proporzione di articoli che attualmente è pubblicata su riviste OA.
>>> SEGUE SU FONTE >>> http://www.dors.it/pag.php?idcm=4828
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28/01/13 – NANOTECHNOLOGY REQUIRES NOVEL SAFETY RESEARCH
Industrially engineered synthetic nanoparticles offer abundant opportunities in several areas of technology. The safety of nanomaterials is essential for the success of this field. The International Congress on the Safety of Engineered Nanoparticles and Nanotechnologies, SENN2012, addresses the latest information on the development of nanotechnology, nanoresearch methods, and new uses of nanomaterials. Almost 250 of the field’s top experts from around the world have gathered in Helsinki to attend the congress.
Nanomaterials are used in thousands of products, such as cosmetics, textiles and communication devices, and nanotechnology opens up new opportunities in, for example, medicine and electronics. It is believed that nanotechnology-based production will grow rapidly in the near future. However, the uncertainty regarding the health effects of nanoparticles is slowing down the implementation of new applications.
segue su fonte FIOH
http://www.ttl.fi/en/press/Pages/pressrelease68_2012.aspx
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28/01/13 – RICONOSCIMENTO DELLE PATOLOGIE PSICHICHE CORRELATE AL LAVORO: CONFRONTO EUROPEO
Uno studio di Eurogip i cui risultati sono stati pubblicati nei giorni scorsi, ha analizzato le modalità di riconoscimento da parte degli Enti Nazionali Assicurativi, delle patologie psichiche correlate al lavoro in dieci paesi europei quali: Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, e Svizzera.
Lo studio si completa con la presentazione delle statistiche disponibili relative alle domande di riconoscimento ed ai casi riconosciuti sia come infortunio sul lavoro che come malattia professionale.
La fattispecie di riconoscimento dell’origine professionale più semplice è quella in cui la patologia (disturbo psichico correlato al lavoro) è presente nelle tabelle delle malattie professionali. In tal modo la patologia beneficia di una presunzione di origine professionale (presunzione che è più o meno forte secondo le normative dei diversi paesi).
Uno solo dei paesi oggetto dell’indagine, la Danimarca, ha inserito nel 2005 il “disturbo post-traumatico da stress” all’interno della tabella nazionale delle malattie professionali.
La maggior parte degli altri paesi pervengono al riconoscimento di tale fattispecie nell’ambito della normativa di tutela degli infortuni sul lavoro e non delle malattie professionali.
fonte INCA.IT
http://www.inca.it/Archivionews/DettaglioNotizia.aspx?guid={42D638B5-A716-4B85-8172-4C9DD0557269}&parentId=831
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28/01/13 – ACCORDO INAIL-SAPIENZA SU SALUTE E SICUREZZA IN LUOGHI DI LAVORO
Inail e Sapienza Università di Roma siglano un accordo quadro che rinnova e rafforza la collaborazione avviata in passato tra l’ateneo e l’Ispesl, l’ente di ricerca incorporato nell’Inail nel 2010. L’obiettivo è quello di sviluppare un modello di cooperazione tecnico-scientifica basato sull’integrazione di professionalità e sulla condivisione di strumentazione. Con l’accordo, che ha durata triennale, l’Inail e la Sapienza si impegnano a operare congiuntamente su temi e progetti in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, e di compatibilità ambientale in relazione alla presenza sul territorio di installazioni di produzione e di insediamenti antropici.
>>> SEGUE SU FONTE ADNKRONOS.IT
http://www.adnkronos.com/IGN/Lavoro/Welfare/Accordo-Inail-Sapienza-su-salute-e-sicurezza-in-luoghi-di-lavoro_314114186554.html
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28/01/13 – SALUTE E SICUREZZA NELLE CATENE DI APPROVVIGIONAMENTO
Sempre più spesso le aziende esternalizzano le proprie attività e i propri processi. In che modo la crescente importanza delle catene di approvvigionamento incide sulle condizioni di lavoro? Un nuova relazione dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) illustra il tema della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro (SSL) all’interno di queste complesse reti di fornitori e prestatori di servizi.
La relazione dal titolo “Promoting occupational safety and health through the supply chain” (Promuovere la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro attraverso la catena di approvvigionamento), analizza la letteratura esistente in materia, così come le politiche del governo e gli studi di casi, per fornire una panoramica di come la SSL possano essere gestite e promosse attraverso la catena di approvvigionamento e di quali incentivi e strumenti siano disponibili per le imprese onde favorire le buone pratiche in materia di SSL fra i loro fornitori e appaltatori.
Promuovere la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro attraverso le catene di approvvigionamento, il tema dell’attuale campagna dell’EU-OSHA “Ambienti di lavoro sani e sicuri”, è un buon esempio di come i lavoratori possano essere salvaguardati quando le organizzazioni cooperano.
SEGUE SU FONTE >>>> OSHA.EUROPA.EU
https://osha.europa.eu/it/press/press-releases/health-and-safety-in-supply-chains
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La trasparenza nelle sperimentazioni cliniche: il caso Tamiflu
“I risultati di tutti gli studi clinici condotti sui farmaci devono essere messi a disposizione della comunità scientifica per una valutazione indipendente”. Si tratta dell’appello lanciato nelle scorse settimane da Fiona Godlee, capo redattore del British Medical Journal (BMJ), dalle pagine dell’autorevole rivista scientifica britannica[1].
Il caso del Tamiflu
A finire sotto i riflettori della campagna, intrapresa dal BMJ, per rendere completamente pubblici i dati delle sperimentazioni cliniche condotte su farmaci e vaccini è Oseltamivir (nome commerciale Tamiflu, Roche), un farmaco antivirale utilizzato per la prevenzione e il trattemento dell’influenza. L’intricata storia di questo farmaco si intreccia con la controversa vicenda della pandemia influenzale del 2009: numerosi governi, in previsione di un evento di questo tipo, avevano accumulato ingenti scorte di Oseltamivir. I soli Stati Uniti avevano acquistato confezioni di questo antivirale per circa 1 miliardo e mezzo di dollari. Queste misure erano adottate in pieno accordo con il piano pandemico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ritiene Oseltamivir “intervento farmacologico chiave per la prevenzione dell’influenza nelle fasi precoci di un evento pandemico, quando non è ancora disponibile il vaccino”[2] e con il piano pandemico del Department of Health and Human Services (HHS) statunitense che dichiara il farmaco “efficace nel diminuire il rischio di polmonite, dimezzare le ospedalizzazioni e ridurre la mortalità per influenza”[3].
segue su fonte
http://www.saluteinternazionale.info/2012/12/la-trasparenza-nelle-sperimentazioni-cliniche-il-caso-tamiflu/#.UQmnLtma85M.twitter
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1 febbraio 2013
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Cordiali saluti a tutt.*, grazie per l’attenzione
Gino Rubini, editor di www.diarioprevenzione.it
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per non sprecare risorse energetiche ed ambientali . grazie
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